tag:blogger.com,1999:blog-45209743885362621242024-03-24T08:11:34.941+01:00Te la do io la narrativa!Blog dedicato alla narrativa e altro, di GIANLUCA GEMELLI, autore romano (non) emergente. ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.comBlogger348125tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-50581889912293320342024-02-25T13:31:00.005+01:002024-02-25T13:32:12.618+01:00Il Re di tutti<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpdNQmp_nQltm1AWo60SMVquacAlWEZ5jXjRhRJPe7wiovMJLt2fXrmdI6pU2AngHT3m8G-V7dwD_QIGfuHLL9AcWWkKURPVx-ipG61939NcU-51ba5dE8x5GLCbtOTNjZf7ivTLFlgqq7vwHbv2G4YXqXQIf3u9bDEdWQJLazhdpmxdmiRROjmFs5QxnM/s823/9788831012980_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="536" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpdNQmp_nQltm1AWo60SMVquacAlWEZ5jXjRhRJPe7wiovMJLt2fXrmdI6pU2AngHT3m8G-V7dwD_QIGfuHLL9AcWWkKURPVx-ipG61939NcU-51ba5dE8x5GLCbtOTNjZf7ivTLFlgqq7vwHbv2G4YXqXQIf3u9bDEdWQJLazhdpmxdmiRROjmFs5QxnM/w130-h200/9788831012980_0_536_0_75.jpg" width="130" /></a></div><span style="font-family: times; font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><i>Il Re di tutti</i> è composto da 7 capitoli tematici in cui Luca Briasco, il più recente traduttore di Stephen King, chiacchiera con noi della vita e dell'opera del re degli scrittori horror e thriller. Chi ha bisogno di queste 150 tranquille paginette su un autore ultra noto e ultra popolare, che di pagine stampate in totale ne ha pubblicate probabilmente 30000 o 40000? Beh, noi fans, probabilmente, che certamente ce le leggiamo con piacere, anche se, a parte il tifo da stadio per il re e qualsiasi cosa lo riguardi, in realtà abbiamo già <i>On Writing</i> e <i>Danse Macabre</i>, il che significa che in questo libretto troveremo ben poco di nuovo e di certo nulla per cui saltare sulla sedia. Piuttosto qua e là troviamo motivo d'imbarazzo negli inserti autobiografici di Briasco, per fortuna brevi e sporadici, ma non per questo meno pretestuosi e inutili. Pur ringraziando Briasco per qualche dettaglio che non conoscevo e per una lettura tutto sommato più che piacevole, ai nuovi lettori di King che dovessero sentire il bisogno di approfondire l'uomo e il suo mondo io continuerò a consigliare gli scritti autobiografici di pugno del Re.</div></span><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-34083972641277372462023-08-18T19:09:00.010+02:002023-08-18T19:12:39.704+02:00Labirinti - Franck Thilliez<p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaU5YnoI3DnQ9m-ACs1Bg-Wixg-wzUUJcbXwnj0cquaxYy98pnIz8av-eKYH0KecRBLTfi7xle-94QUTiNVoGJL8M__YMinGsSfWN2mAQoKjix9sFHLKfXJM9JeeQM5xNRLZZhxdyrDrX6f3Vz30TyNLPFF_4Ycms1awywfxlnJBdkrw3HqD0VLVN4YhIn/s812/ice_screenshot_20230818-190718.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="812" data-original-width="526" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaU5YnoI3DnQ9m-ACs1Bg-Wixg-wzUUJcbXwnj0cquaxYy98pnIz8av-eKYH0KecRBLTfi7xle-94QUTiNVoGJL8M__YMinGsSfWN2mAQoKjix9sFHLKfXJM9JeeQM5xNRLZZhxdyrDrX6f3Vz30TyNLPFF_4Ycms1awywfxlnJBdkrw3HqD0VLVN4YhIn/w129-h200/ice_screenshot_20230818-190718.png" width="129" /></a></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">H<span style="background-color: ;">o letto articoli in cui Franck Thilliez è additato come il re francese del thriller. Sarà vera gloria? Scopriamolo insieme leggendo il suo ultimo romanzo, dalle molte recensioni entusiastiche: Labirinti. Si legge nella descrizione che in Labirinti si narra la storia di cinque donne... Ma, chissà perchè, qui si sta esagerando coi numeri, perchè in realtà il romanzo è costruito su tre vicende, con altrettante protagoniste, tre racconti che vengono alternati continuamente tra loro. È vero, c'è una quarta donna, ma compare solo nel prologo e nell'epilogo, e non è protagonista di una vicenda vera e propria, ma solo di una scenetta striminzita. Quanto alla quinta, quella che nella descrizione viene denominata "la scrittrice", è solo un evanescente personaggio secondario. Insomma non comprate Labirinti per il mero numero di donne protagoniste promesso dalla pubblicità! </span></span></div><p></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span style="background-color: ;">La forza di Labirinti non sta neanche nelle stesse tre vicende narrate, che non hanno niente di originale e anzi sono in molti punti assurde e inverosimili: ciascuna di esse per reggersi avrebbe bisogno di una buone dose di magia, se fossimo in un romanzo fantasy; ma dato che siamo in un thriller, al posto della magia Thillez per far quadrare i conti dispensa a piene mani malattia mentale e coincidenze. E allora? Il romanzo diventa interessante quando cominci a dubitare che le tre vicende che stai leggendo siano contemporanee; in quel momento s'insinua lo straniamento, fino ad arrivare a un vero e proprio colpo di scena strutturale, geniale per originalità, che sorprende e intriga. Quando ci arrivi sì che te la godi, e perdoni volentieri a Thilliez qualche forzatura, cosa che comunque sei ben abituato a fare se sei un lettore di Thriller. E allora? È Thilliez il re francese del thriller? Non lo so, ma alla fine dei conti Labirinti è un romanzo che va assolutamente letto dagli amanti del genere. Consigliato.</span></span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-60090206465083565672023-08-18T19:06:00.002+02:002023-08-18T19:11:31.734+02:00Che fine ha fatto Baby Jane?<p><span style="background-color: white;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb8c_1vd14YUQ-EK6NmjyrDQbqhPNfgjV3LfRbL-gv7tjv-NSOZR_EKQjnqhHLC25zm3vGvh7CTE_DUTCb8RkpRgFOprVR9tO51WgCttv0_VRw70oJ5mDp9-UPA0j0AwV2O_C8i1Kj3h0La23LPxc7p7LBJ9URnO9ji99H1QmZSu4kt-mwxoZPP_GbpNzI/s308/41crPHRF3PL._BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="308" data-original-width="201" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb8c_1vd14YUQ-EK6NmjyrDQbqhPNfgjV3LfRbL-gv7tjv-NSOZR_EKQjnqhHLC25zm3vGvh7CTE_DUTCb8RkpRgFOprVR9tO51WgCttv0_VRw70oJ5mDp9-UPA0j0AwV2O_C8i1Kj3h0La23LPxc7p7LBJ9URnO9ji99H1QmZSu4kt-mwxoZPP_GbpNzI/w131-h200/41crPHRF3PL._BO1,204,203,200_.jpg" width="131" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Che fine ha fatto Baby Jane? Complice l'edizione economica di Hobby & Work trovata in un autogrill ho finalmente letto il thriller di Henry Farrell da cui fu tratto il celeberrimo film con Bette Davis e Joan Crawford. È un romanzo interessante e coinvolgente, e ancor oggi originale, da consigliare, specie ai giovani, che non hanno mai visto il film. Il miglior pregio della scrittura di Farrell è la brevità. Il prezzo da pagare è quello di trovarsi tutto quel che serve al lettore ben spiattellato con una serie di dialoghi. Farrell insomma rinuncia a costruire una storia pezzo per pezzo, da lasciar trasparire poco alla volta durante la lettura. Anche il punto di vista, a volte onniscente, a volte inserito nei vari personaggi, è una caratteristica che sembra più volta a delineare un trattamento cinematografico che un romanzo di spessore e di ampio respiro. Una scelta che può lasciare insoddisfatto il lettore più smaliziato, ma che si è rivelata vincente, dato il successo del film che è stato tratto quasi immediatamente dal libro. E il colpo di scena finale, nonostante tutto, va sempre a segno con soddisfazione. Che fine ha fatto Baby Jane? Lo scoprirete, se volete saperlo, leggendo il romanzo o vedendo il film, ma quel che è certo è che dopo sessant'anni e più questa domanda non ha ancora smesso d'incuriosirci</span><span style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, Segoe UI, Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">.</span></div><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-11609420941539804362023-08-18T18:55:00.014+02:002023-08-18T19:12:07.923+02:00Gradini che non finiscono mai<p><span face="-apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif"></span></p><div class="separator" style="clear: both; font-size: 14px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9baBlTwfFLA9KukOSODoF8vIhaFMfn1lYS7R_76B3tAA488YEGOtgA9PtqQ0wviQPTuwvNRV54gjy4VQTMshSca-Mob9PU0pvZOaRbeeW7dGnjra0CRz7diPJpHF7aZR7mVwivSO8GEqqQVsqMHngZdZPRWhLUUYSR3Cj9FKgGmicW-ShvXkGcIXr4hst/s763/9788834611647_0_536_0_75.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="763" data-original-width="536" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9baBlTwfFLA9KukOSODoF8vIhaFMfn1lYS7R_76B3tAA488YEGOtgA9PtqQ0wviQPTuwvNRV54gjy4VQTMshSca-Mob9PU0pvZOaRbeeW7dGnjra0CRz7diPJpHF7aZR7mVwivSO8GEqqQVsqMHngZdZPRWhLUUYSR3Cj9FKgGmicW-ShvXkGcIXr4hst/w141-h200/9788834611647_0_536_0_75.jpg" width="141" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nuova gloria nazionale, Giorgio Parisi, fresco di Nobel, pubblica per la Nave di Teseo la propria autobiografia. Purtroppo il libro è frammentario e poco interessante, privo com'è di un vero intento divulgativo. Parisi raccoglie memorie flash, riflessioni disparate, brevi ritratti e coccodrilli di maestri e colleghi, ma per lo più con poca partecipazione. Tipo... Nave di Teseo: Hai vinto un Nobel, devi scrivere un libro leggibile da tutti. Parisi: Ma... Devo proprio? Non mi va molto, e poi adesso ho da fare, e... Nave di Teseo: Ricette ne hai? Possiamo fare un libro di cucina? Parisi: Mah, sì, ma poca roba, tipo una ricetta e un aneddoto... La Nave di Teseo: Ok, andiamo sulle memorie, allora, avrai pure qualcosa nel cassetto, qualche aneddoto, no? Parisi: Si, di quella ho un bel po' di roba, ma per lo più sono solo frammenti, mi riproponevo di rimetterci le mani, ma, sai com'è, non ho avuto tempo, non ha neanche un titolo, e... Nave di Teseo: Su, forza, manda tutto a Piergiorgio Paterlini, che ci pensa lui, e sbrigati! </span></div><p></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span face="-apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif">E il bravo Paterlini ha confezionato questo faldone un po' confuso, trovando anche un titolo evocativo... Ma, diversamente da quanto potresti pensare, Gradini che non finiscono mai non viene da una visione del lavoro dello scienziato, ma da un incubo ricorrente di Parisi, significativo, forse, solo per uno psicologo, e buttato lì nel libro casualmente, come tutto il resto. Ed eccoci con 300 pagine di autobiografia, confezionate a suon di caratteri grandi, carta spessa, spazi saltati e pagine bianche, in modo da simulare un succoso volume. Ci sono cascato anch'io, ma di succo, invece, ce n'è poco. Il sottotitolo avrebbe dovuto mettermi in guardia: Vita quotidiana di un premio Nobel. Ma un sottotitolo più preciso sarebbe: La vita sorprendentemente ordinaria (e sorprendentemente borghese) di uno scienziato straordinario (e in teoria comunista). A me tutto sommato il libro un po' è piaciuto: ci ho trovato più di uno spunto, ma io ho un retroterra adatto, che non tutti hanno, ed è comunque ben poco quel che ho distillato, rispetto alle aspettative che avevo.</span><span face="-apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif"> </span><span face="-apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif">Mi ha lasciato di stucco il racconto dell'infanzia e adolescenza solitaria del futuro scienziato: isolato e contento, evita ed è evitato dai coetanei, coltiva amicizie solo fra gli anziani... E legge divulgazione scientifica in fisica e matematica. Qualche problema relazionale il piccolo Giorgio l'aveva di certo, e la cosa mi ha quasi commosso, nonostante il tono indifferente, anzi forse proprio per quello. Parisi, comunque, trova la sua giusta dimensione, anche sociale, nel periodo degli studi universitari. Il passaggio alla ricerca, poi, per uno con le sue doti intellettuali, è del tutto naturale: il suo valore fuori dal comune è evidente a tutti, mentori compresi (ovviamente nel caso di Parisi per una volta qualche barone ha colto nel segno) . Il percorso scientifico è descritto con modestia e in modo anche troppo sintetico: non c'è un racconto entusiasmante col potere d'incollare il lettore alle pagine, che pure poteva prender corpo. Anche il Nobel arriva come un atto dovuto. Le vicende coniugali, familiari e amicali pure saltellano tra le pagine del libro senza entusiasmo, nonostante coinvolgano a volte personaggi e retroscena potenzialmente interessanti. Passando alla cronaca dell'attività politica, scopro che Parisi era consulente del ministro Berlinguer negli anni '90, all'epoca della sostituzione dei concorsi per ricercatore e professore universitario con le orrende "valutazioni comparative"... Chi, come me ha provato sulla sua pelle la differenza tra le due cose non può che biasimarlo per questo, e voi direte: questo condiziona la tua recensione... Beh, magari sì. Ma arriviamo velocemente alle considerazioni finali sul significato dell'impresa scientifica, sull'Universo, sulle teorie scientifiche e sulla loro evoluzione... Brevi, troppo brevi e buttate lì senza troppo sviluppo, nonostante ci fosse molto da approfondite. Eppure sono queste considerazioni (più o meno) finali che secondo me salvano la lettura. Insomma, nonostante abbondino le recensioni entusiastiche, io non mi sento di consigliavi Gradini che non finiscono mai. Se l'avete letto, fatemi sapere cosa ne pensate.</span></span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-21619539438040632892023-07-27T12:16:00.004+02:002023-07-27T12:18:29.185+02:00Dove arrivano le ombre <p style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="text-align: justify;"></span></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_X7wQ4PJwTGk3n2Hwy7vPt3ICkE62bQXQUJnNFmWbImyPiyKxM9TyM-foNBld7KUNrZtZUZvodgyE1rMbkreAIAEDkHAzx-BgCi-7jeseew1m-Q_K9PsNFmmBjqIH8Cj8cg5FeAfKMncNC8gkP7eJbQLzqEs88gXaLflOP2fibSQdPsW94-NBTnwSdUPQ/s499/picciuti.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="357" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_X7wQ4PJwTGk3n2Hwy7vPt3ICkE62bQXQUJnNFmWbImyPiyKxM9TyM-foNBld7KUNrZtZUZvodgyE1rMbkreAIAEDkHAzx-BgCi-7jeseew1m-Q_K9PsNFmmBjqIH8Cj8cg5FeAfKMncNC8gkP7eJbQLzqEs88gXaLflOP2fibSQdPsW94-NBTnwSdUPQ/w143-h200/picciuti.jpg" width="143" /></a></div>La violenza di un uomo nei confronti di una donna può andare oltre la vita? Esiste un mondo popolato di ombre malefiche che desidera traboccare nel nostro? </span></span><span style="text-align: right;">Daniele Picciuti colpisce ancora nel segno con <i>Dove arrivano le ombre.</i> Mi ha particolarmente divertito che anche lui abbia reso protagonista di una storia horror una badante, come ho fatto anch'io un paio d'anni fa nel romanzo <i>A mamma non piace</i>. </span><span style="text-align: right;">Tra l'altro anche la mia protagonista ha un compagno che la perseguita e che poi morirà... Insomma io e l'orribile Picciuti siamo incredibilmente sintonizzati, e non può essere un caso, ci dev'essere sotto qualche forza malefica: dovremmo indagare sul significato di tutte queste coincidenze. </span><span style="text-align: right;">Detto ciò, solo per stabilire la mia priorità in questo campo, l'idea di Picciuti del fantasma geloso e assassino è divertente e geniale. I fantasmi di Picciuti... Sono anime che servono le ombre, e sono molto diversi dai classici fantasmi immateriali: vi sorprenderanno. E per gli amanti di Harry Potter, inaspettatamente nel romanzo c'è anche un po' di addestramento alla magia, perché se c'è da combattere le ombre, bisogna affilare i superpoteri. </span><span style="text-align: right;">E' notevole anche il recupero delle streghe buone dalla tradizione friulana... sempre se invece il Picciuti non si è inventato tutto e ha anche truccato la pagina wikipedia dei Beneandanti e ogni altro sito che parla di loro, perché è capace di questo e altro! </span><span style="text-align: right;">Stile semplice, asciutto e veloce. Insomma, <i>Dove arrivano le ombre</i> ve lo consiglio, e non potrei far diversamente, perché al momento non so come fermare i Confinati che il Picciuti, signore delle ombre, che non so davvero fin dove arrivano, potrebbe scatenare. </span></div></span>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-1949381389985515682023-07-19T10:28:00.004+02:002023-07-19T13:17:12.592+02:00Dieci cose che ho imparato - Piero Angela<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUttvIjcUBk6sXSQH9Ik5_TVOeqjdsEdcHeBE5_4W7epkP9hN1BZEBXXYZL2bTbzprDSC1nUZcUKRL1yV2cNmDKl9GKk6LTSpvsvRrlcpRlMu10UZyWVCp_vnu4qVPNcrC3TIal4MpFQABegkhKA7XiZ_SDWkCNkhd6X2EPQVIVqXOkoMRLjZU_Kg0TYPR/s600/PieroAngela.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="389" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUttvIjcUBk6sXSQH9Ik5_TVOeqjdsEdcHeBE5_4W7epkP9hN1BZEBXXYZL2bTbzprDSC1nUZcUKRL1yV2cNmDKl9GKk6LTSpvsvRrlcpRlMu10UZyWVCp_vnu4qVPNcrC3TIal4MpFQABegkhKA7XiZ_SDWkCNkhd6X2EPQVIVqXOkoMRLjZU_Kg0TYPR/w129-h200/PieroAngela.png" width="129" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Non sono davvero dieci, i temi che Piero Angela affronta nel libro che lascia in eredità ai giovani d'oggi, in realtà sono di meno, e quello al decalogo è solo un richiamo commerciale, ma l'eredità spirituale di Piero Angela è ugualmente valida. Niente di nuovo per chi lo ha seguito sulla carta e sullo schermo per decenni, ma per i giovani si tratta di riflessioni interessanti, a volte in favore di corrente, a volte controcorrente, alcune rare da trovare altrove. Il progresso della società, la democrazia, il benessere, la cura della salute pubblica... Questi capisaldi del mondo civile, sarebbero mai stati possibili in un mondo ancora oppresso dal giogo del lavoro manuale a scopo di pura sopravvivenza, per tutta l'umanità a parte pochi privilegiati? Quale ruolo, a cui spesso non pensiamo, hanno giocato le innovazioni e il progresso scientifico nell'evoluzione della società? E cosa dire, quindi, di un paese che un po' per tradizione, un po' per necessità, privilegia l'educazione umanistica a scapito di quella scientifica? La forza del pensiero postumo di Piero Angela? La semplicità e la chiarezza. Il difetto? L'ecessiva semplificazione. Ma per i giovani lettori è la scelta giusta e necessaria. Approfondiranno in modo critico in un secondo momento, se lo vorranno. Consigliato per ragazzi e ragazze.</div></span><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-72049784035614375352023-03-18T18:46:00.020+01:002023-03-26T09:55:37.038+02:00Karima<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ4GFZ8NuxFrzHiz7ftAncRVa_Sp5W5TOTajbQaQ597w-OpfDoXpUxOmpKlhlvhI2TCw-u1m-6RoPBHLA_wF_mm-CoH6gMCQMff9eZ2W0vJZ-RlRC4rfJ6oaYxVH-5fpkHoqd_jNS0v53tc88CDRryRCQitWzmTDFL5WFHKgXhNJam9NBBSJXm9ms9Jg/s575/Karima.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="575" data-original-width="376" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ4GFZ8NuxFrzHiz7ftAncRVa_Sp5W5TOTajbQaQ597w-OpfDoXpUxOmpKlhlvhI2TCw-u1m-6RoPBHLA_wF_mm-CoH6gMCQMff9eZ2W0vJZ-RlRC4rfJ6oaYxVH-5fpkHoqd_jNS0v53tc88CDRryRCQitWzmTDFL5WFHKgXhNJam9NBBSJXm9ms9Jg/w131-h200/Karima.png" width="131" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Karima è l'autobiografia di Karima El Mahroug, scritta con l'aiuto della giornalista Raffaella Cosentino. Un'autobiografia che somiglia a un romanzo di formazione, che ci racconta i primi trent'anni di vita di una donna: la prima infanzia povera ma felice in Marocco; le violenze e il rifiuto da parte del padre in Italia; l'adolescenza vissuta in fuga perenne, saltellando da una comunità di accoglienza all'altra; l'approdo all'agenzia di Lele Mora e alla corte di Berlusconi; la gogna mediatica; il gorgo processuale; un amore infelice; la maternità, la depressione, fino a raggiungere finalmente, nell'età adulta, una insperata stabilità sentimentale e familiare. Il libro è autoprodotto e ricco di refusi. L'impaginazione non risparmia carta: ampi margini a destra e sinistra, capitoli brevi separati da pagine bianche, paragrafi separati saltando una riga e lunghi spazi vuoti all'inizio dei capitoli confezionano un libro di oltre duecento pagine, di cui una cinquantina potevano probabilmente essere risparmiate alle amiche betulle. Ciononostante vale la pena leggerlo.</div></span><p style="text-align: justify;"><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">La storia di Karima prima che venga alla ribalta è toccante. Il padre, emigrato in Italia, ha dovuto ridimensionare le sue aspirazioni lavorative a causa di un infortunio, ed è probabilmente frustrato, quando chiama la famiglia a raggiungerlo in Sicilia, e poi in Calabria. Karima ha la sfortuna di essere già diventata, nel frattempo, troppo alta e troppo bella. Forse per questo, per il padre, qualsiasi cosa fa o non fa, è un errore da punire con severità e violenza esagerate. Karima sopravvive tra il terrore delle botte e il desiderio, che non sarà mai esaudito, di essere amata dal padre. La madre, in tutto questo, non sa aiutarla. Immaginate una bambina che, dopo le difficoltà dovute alla lingua del nuovo paese, è tutta felice di portare a casa una bella pagella, e vede suo padre infuriarsi e commentare: Cosa si è messa in testa, questa? Chi si crede di essere?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">E, poco più che bambina, Karima è già una vagabonda: scappa spesso di casa per sfuggire ai pugni e alle cinghiate, dorme spesso a casa di amici o su una panchina, cerca riparo in una comunità religiosa, viene periodicamente riportata a casa o affidata temporaneamente a una casa famiglia dai Carabinieri. Racconta di aver rubato, un giorno, una borsa, spinta dalla fame. Viene colta sul fatto, ma la proprietaria, impietosita, non sporge denuncia e anzi le regala dei soldi. Per aiutare la famiglia, che il padre trascura ed è priva degli elettrodomestici, una volta si trascina a casa un frigorifero e un forno, che ha trovato, dice, in un magazzino che sembrava abbandonato. Anche in questo caso il proprietario si impietosisce, e glieli lascia! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">E' un'adolescente confusa e disperata quando il padre la rifiuta definitivamente: non potrà più tornare a casa neanche volendo. Lei allora continua a saltellare da un posto all'altro, facendo collezione di comunità e centri di accoglienza, incontrando maniaci e approfittatori da cui si salva a stento, ma anche tante brave persone che le offrono aiuto e affetto con sincerità. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Lei però ha ormai interiorizzato un'autodistruttiva paura del rifiuto: qualcosa che la spinge a fuggire comunque, dopo poco tempo, da qualsiasi situazione, anche confortevole. In questo periodo, priva di documenti e riferimenti, sviluppa l'abitudine di mentire su tutto: nome, nazionalità, età... Inventando scuse e prendendo a prestito qualsiasi cosa con grande faccia tosta, partecipa con un certo successo a un concorso di bellezza in cui c'è Emilio Fede in giuria, che le dice: Dovresti andare a Milano! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">E pochi mesi dopo lei ci va! Prende il treno senza biglietto e arriva a Milano senza un soldo in tasca. Si mette a disposizione dell'agenzia di modelle di Lele Mora: fa la cubista in locali alla moda, si fa ospitare a destra e manca e continua a raccontar balle. In quel periodo impara anche i rudimenti del mestiere di estetista. Qualcuno cerca di avviarla al mestiere di Escort, ma lei rifiuta.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">In un locale incontra Luca, l'uomo le piace e ci inizia una relazione; questa relazione sarà sfortunata e la farà soffrire molto, ma le darà una figlia che oggi è alla base, assieme al nuovo compagno, della sua serenità familiare. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Una sera Lele Mota la preleva dalla discoteca, e in macchina con lui c'è proprio Emilio Fede, che ovviamente non la riconosce. Ta-dah! La ragazza finisce a casa di Berlusconi, e in poco tempo diventa un'habitué delle cosiddette cene eleganti con dopocena sexy, in cui spesso si esibisce nella danza del ventre, arte tradizionale del suo paese che ha imparato da bambina. Descrive l'allora presidente del consiglio come un uomo brillante e piacevole, che lei ascolta affascinata quando, la mattina a colazione, racconta agli ospiti aneddoti e memorie. Ma l'atmosfera di divertimento forzato dei dopocena alla corte del re, in cui tutti e tutte cercano di compiacere il sovrano per ottenerne regali e favori, in cui in pratica "nani e ballerine" si odiano l'un l'altro, la disgusta. Non che lei si sottragga, tutt'altro: il gettone di presenza a suon di banconote da cinquecento le permette di far la bella vita, rispetto a come era abituata, e a Berlusconi chiede aiuto per aprire una sua attività (coi documenti del fidanzato, probabilmente) e così gli spilla en-passant trentamila euro.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">E la storia della figlia di Mubarak? Karima non chiarisce se è una delle tante balle inventate da lei o se è frutto della fantasia del Cavaliere. E i milioni? Karima dice chiaramente di non aver mai ricevuto nessun pagamento milionario, così come smentisce molte volte nel libro (e anche nelle interviste) di essersi mai prostituita. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ma almeno con Berlusconi c'è andata a letto? Sì, perché lo so che in realtà a nessuno frega niente della vita di Karima: l'unica cosa che conta per tutti sono i particolari piccanti su Berlusconi! Proprio come Berlusconi anche Karima ha sempre smentito che siano mai andati a letto insieme. Tutto inutile: chiacchierandone in giro mi sono reso conto che probabilmente in Italia se non sono io l'unico che è disposto a crederle, poco ci manca. Per tutti (e a onor del vero, da quanto ne capisco, anche per i giudici) Karima fu una prostituta, e Berlusconi non è stato condannato a morte per esserci andato solo perché lei in quel periodo diceva a tutti di aver 24 anni anziché 17. Anche se oggi Karima scrivesse dieci libri di memorie questa convinzione generale, avallata all'epoca dai giornali, non cambierebbe. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Quanto ai milioni, i giudici hanno appena stabilito che non ci fu corruzione, confermando però, implicitamente, che dei milioni sono stati pagati. A chi, non è dato saperlo: Karima, almeno, smentisce di aver ricevuto pagamenti milionari, e nel libro cita esplicitamente solo i trentamila che Berlusconi le diede per aiutarla a metter su un negozio di estetista.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">In ogni caso l'amicizia di Berlusconi porta male anche a lei, come a tutti. Quando i magistrati vanno a interrogarla, inizialmente Karima crede ingenuamente che s'interessino a lei, e ci rimane malissimo quando si rende conto che per loro, Ruby Rubacuori, come già la chiamano i giornalisti a partire da uno stupido Nickname trovato su qualche social, non è altro che un grimaldello per tentare di scardinare il Cavaliere Nero.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Parte così anche per lei la trafila degli amici dell'ex-presidente del consiglio finiti nel calderone. Prima testimoni e parti lese: forti dell'impunità, devono contribuire a far cadere il re. Poi, se tutto fallisce, imputati di falsa testimonianza. Karima, con tutti gli altri, è stata scagionata da, credo, tutte le imputazioni, ma solo dopo quindici anni di pubblico ludibrio, e, da quanto ho capito, più per il solito vizio procedurale postumo, che per reale convinzione dei giudici.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">In ogni caso oggi Karima si è scoperta una donna resiliente (ci ho messo un po', ma alla fine ho imparato anch'io a usare questa parola, che ai miei tempi non esisteva, credo): ha archiviato il Bunga-Bunga e anche un fidanzato interessato più a sfruttarne il nome che a metter su famiglia con lei, e per di più infedele. E' sopravvissuta a un periodo di depressione, in cui ha dovuto finalmente imparare a lasciarsi aiutare e a fidarsi degli altri. Ora cresce sua figlia con un compagno affidabile e premuroso ed è una donna serena, e, speriamo, felice.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Mi piacerebbe leggere ancora qualcosa scritto da lei, perché, dopo le esperienze che ha vissuto, penso ci sia ancora molto da scoprire e soffrire insieme a lei. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">E poi chissà quante barzellette sa!</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-48597308085828907102023-02-07T09:01:00.007+01:002023-02-07T09:07:20.894+01:00La vita intima<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi8YMh6-LQOzv_lwmaCLQTZkdxY0dLvlt0aL4FXJgKtEWYHBsp5GqZ7seJfTfm3zW-GkHqUkHCsCmWRKEkU9DLa9Rn6sIIwWtNC9wVloi0whLmwXYW5hnjBYtkve7TutuS16-C7Q1XX6J_RfW4RvsiNEAN4yhHmFOisl5jt7EVhm7nRLECwhMMsOqnHQ/s839/lavotaintima.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="839" data-original-width="536" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi8YMh6-LQOzv_lwmaCLQTZkdxY0dLvlt0aL4FXJgKtEWYHBsp5GqZ7seJfTfm3zW-GkHqUkHCsCmWRKEkU9DLa9Rn6sIIwWtNC9wVloi0whLmwXYW5hnjBYtkve7TutuS16-C7Q1XX6J_RfW4RvsiNEAN4yhHmFOisl5jt7EVhm7nRLECwhMMsOqnHQ/w127-h200/lavotaintima.jpg" width="127" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Il nuovo di Niccolò Ammaniti! <i>La vita intima </i>è un po' l'antitesi di <i>Come Dio comand</i>a. 17 anni fa infatti il Niccolò nazionale giocava a farci immedesimare, fino a parteggiare per lui, con un personaggio impresentabile: un uomo ignorante, violento e fascistoide. Oggi ci fa entrare efficacemente nella testa di una bella first lady sinistroide, una specie di Carla Bruni... italiana... scusate il paradosso (ma è un paradosso, poi? Boh!). La capacità dell'autore di farci associare a pensieri e sentimenti di personaggi lontani dalla nostra esperienza, è ancora intatta, per fortuna. Il romanzo è interessante e anche divertente, ma lontano dalla originale psicologia allegorica di <i>Come Dio comanda</i>, appunto, e anche dalla psichedelia grottesca di <i>Che la festa cominci</i>, che resta l'ultimo libro di Ammaniti che mi sia piaciuto davvero. Perbacco! Cos'ho inventato per omaggiare il vecchio Niccolò! Psicologia allegorica? E che cavolo vorrà dire? Psichedelia grottesca? E' qualcosa di sensato? Boh! Comunque resta il fatto che <i>La vita intima</i> è un bel romanzo, ma tutto sommato normale, convenzionale, con solo qualche punta di follia ammanitica, e non sempre efficace, come quando di punto in bianco esce dal romanzo per il breve lasso di una coppia di pagine, per raccontarci un suo aneddoto personale, cosa che francamente mi ha lasciato di stucco. Ce n'è abbastanza, però, di roba buona, in questo romanzo, non temete. Consigliato.</div></span><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-19501139690633450742023-01-06T12:52:00.010+01:002023-03-26T17:54:10.259+02:00Il peggior fantasy mai scritto: guilty pleasures!<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO2k5vcjQEZGTWaPtZncnvwDcd3-sghLCmZqOXDd4OE2Iwm5MBQHZhf7P6IrP90pUKooV_Qmqs0ZxkD-6jPoEipuQrDmLN_x_nlCJQc7Hz6tvxv0MSSpcYGI1daAFyvy96C1WrmA6uYwfmyKrJOznMyWG5LiQEk4N4dFj6GuwO4y5LFFdTO51CoZQOxg/s791/IPFMS-Giulia-Caligola.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="791" data-original-width="530" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO2k5vcjQEZGTWaPtZncnvwDcd3-sghLCmZqOXDd4OE2Iwm5MBQHZhf7P6IrP90pUKooV_Qmqs0ZxkD-6jPoEipuQrDmLN_x_nlCJQc7Hz6tvxv0MSSpcYGI1daAFyvy96C1WrmA6uYwfmyKrJOznMyWG5LiQEk4N4dFj6GuwO4y5LFFdTO51CoZQOxg/s320/IPFMS-Giulia-Caligola.png" width="214" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Secondo Giulia Caligola, <i>Il peggior fantasy mai scritto</i> è <i>L'Amore di una fata</i>, </span><span>da lei stessa scritto a 13 anni. Dopo una quindicina d'anni se l'è ritrovato nel cassetto, </span><span style="font-size: medium;">l'ha riletto e l'ha </span><span>giustamente trovato agghiacciante, e ha pensato: perché non pubblicarlo, così, </span><span>per ridere? In realtà anche la maggior parte dei romanzi fantasy che si pubblicano seriamente </span><span>risulta di fatto ridicolo, per un lettore distaccato. Ma l'idea non è malvagia, tanto che </span><span>mi ha fatto venir la masochistica voglia di comprare l'e-book, e alla fine dei conti </span><span>si tratta del primo fantasy </span><span>che leggo </span><span>da 10 anni o forse più, da quando cioè, ho sviluppato un'allergia </span><span>al genere che credevo completa e inguaribile. Grazie a Giulia Caligola ho scoperto </span><span>che invece la cosa vale soprattutto </span><span>per i fantasy che si prendono sul serio. Ma devo andarci piano comunque con questa </span><span>roba: non è che la lettura de <i>Il peggior fantasy mai scritto</i> non mi abbia lasciato </span><span>nessuna conseguenza!</span></div></span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Ora, il romanzo originale di <i>Tredigiulia</i> è effettivamente </span><span>orribile, ma se vi dico orribile, dovete capire che stavolta non è un'esagerazione: </span><span><i>L'amore di una fata</i> fa davvero schifo </span><span>sotto tutti i punti di vista, e quindi è in effetti un buon candidato a meritarsi il </span><span>nuovo titolo. Conseguentemente il libro a tratti è anche orribilmente comico, se sei </span><span>nel giusto mood di lettura, cosa che per me </span><span>non è difficile, perché, ancor prima di rifiutare del tutto il genere, come </span><span>avrete capito il mio approccio </span><span>ai libri fantasy era comunque diventato da tempo molto distante e cinico. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span><i>L'amore di una fata</i>, in due parole, è un noiosissimo e insensato pasticcio fatto </span><span>di mondi fatati e creature mitologiche. I cattivi, più stupidi dei tedeschi dei </span><span>film di guerra anni '50, di fatto non fanno niente di cattivo e i buoni non fanno niente di buono. </span><span>Dialoghi assurdi, dettagli irrilevanti mal scopiazzati dai classici </span><span>del genere, battaglie multietniche condotte da generali cerebrolesi... E una protagonista, </span><span>ovviamente predestinata e odiosa, che agisce in modo immotivato e incomprensibile (cosa che del resto </span><span>fanno tutti i personaggi del libro). In pratica, un vero spasso!</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Paradossalmente l'unico vero </span><span>problema per il lettore sono le continue intrusioni della Giulia adulta, </span><span>ben attenta a inorridire e </span><span>dissociarsi in grassetto a ogni rigo, e a commentare tutto usando il gergo dei bimbiminkia, come </span><span>se questo bastasse a rendere la cosa divertente. </span><span>All'inizio gli inserti fanno sorridere, e qualcuno di essi forse è anche necessario, </span><span>ma dopo </span><span>cento ripetizioni la cosa diviene </span><span>pesante e stufa. Da un </span><span>certo punto in poi, infatti, ho smesso di leggere i commenti, che oltretutto </span><span>diventavano sempre più ampi e </span><span>invadenti, e ho proseguito col solo </span><span>testo originale, e così sono riuscito ad arrivare vivo al capitolo finale, che </span><span><i>Tredigiulia</i> non aveva avuto il coraggio di scrivere, ma che è stato gentilmente </span><span>fornito da <i>Trentagiulia</i>, co</span><span>l suo attuale stile, assai più consapevole... ma un filino pesante.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Una lettura che mi ha fatto male, ma un male colpevolmente piacevole... Qualcosa di cui mi p</span><span>ento, come se sentissi che si trattasse di un grave peccato. <i>Guilty pleasures</i>!</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Il giorno dopo questa orribile sbornia, vado a dare un'occhiata ai libri presumibilmente <i>seri</i>, scritti </span><span>da Giulia Caligola, e... Sorpresa! Dalle descrizioni si direbbe che siano stati anch'essi </span><span>scritti da <i>Tredigiulia</i>! </span></span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-60120433321320136782023-01-06T12:40:00.007+01:002023-01-06T12:41:04.277+01:00Intervista su Buongiorno Lazio (Lazio TV)<blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/akVQbRrxazo" width="320" youtube-src-id="akVQbRrxazo"></iframe></div><p></p></blockquote></blockquote><p style="text-align: left;"><br /><br /></p><p><span style="font-size: medium;">Confermo che quello nel video non è Voldemort, anche se potrebbe sembrarlo, sono io: confrontate il naso!</span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-55963181112697019092022-12-04T10:17:00.002+01:002022-12-04T10:19:17.658+01:00Buon compleanno, Diabolik!<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAdRoaYt52tJoMxEFM_DHOfsRcjK0ygVY2qXvOK83qVsJ2pirwBxPncaNJJKhr01j0v8IimmvhyvrY4tkZFsw-4UEU5-kHkf21poVuNjvvqt3YfvbeThbFOGU88wfVZOvZ5jSs5h-iF-fP--Y_Yzn-QjqaDd9zqSZwuM4_oB-v21UXxqgG-3yJPQcNHw/s1800/diabolik.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="788" data-original-width="1800" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAdRoaYt52tJoMxEFM_DHOfsRcjK0ygVY2qXvOK83qVsJ2pirwBxPncaNJJKhr01j0v8IimmvhyvrY4tkZFsw-4UEU5-kHkf21poVuNjvvqt3YfvbeThbFOGU88wfVZOvZ5jSs5h-iF-fP--Y_Yzn-QjqaDd9zqSZwuM4_oB-v21UXxqgG-3yJPQcNHw/w640-h280/diabolik.png" width="640" /></a><span style="font-size: medium;"><i></i></span></div><span style="font-size: medium;"><br /><div style="text-align: justify;"><i>Diabolik</i> ha compiuto 60 anni il mese scorso. Il n.1 del famoso fumetto ideato dalle sorelle Giussani fu pubblicato infatti nel novembre 1962. Diabolik è un supercriminale, ineguagliabile ladro e trasformista, epigono dei francesi <i>Arsenio Lupin </i>e <i>Fantomas,</i> antieroi dei romanzi popolari, che lo precedono di oltre 50 anni. Diabolik a sua volta nei fumetti italiani ha avuto discepoli degni di nota: <i>Kriminal </i>e... <i>Gommaflex</i>, il simpatico arcinemico di <i>Alan Ford</i>; e in entrambi c'è lo zampino del vulcanico <i>Max Bunker</i> (a.k.a. Luciano Secchi, autore assieme a <i>Magnus</i>, alias Roberto Raviola, anche di una versione femminile del personaggio, ma con un'occhio al soprannaturale e uno all'erotismo, ovvero <i>Satanik</i>). L'anniversario vede nelle sale cinematografiche il secondo capitolo della saga firmata dai <i>Manetti Bros</i>, iniziata l'anno scorso. Ed è un bel regalo di compleanno! Entrambi i film dei Manetti sono fedeli al fumetto e all'epoca in cui si cementò il suo successo, con continui omaggi al cinema inglese, americano, italiano e francese degli anni '60 e '70. Musiche, costumi, scenografie... Tutto è perfetto, anche nel senso del perfetto kitsch: l'esperienza sensoriale per lo più è quella di trovarsi a metà tra un fumetto e un film di James Bond, dialoghi insulsi e colpi di scena assurdi inclusi. Poco spazio alla CGA stile Marvel: il nostro Diabolik pur con il dispiego di mezzi imponenti mantiene tutta la cura artigianale dei dettagli che caratterizza il nostro cinema recente. Imperdibile! Recuperate il primo capitolo su qualche piattaforma e correte a vedere il secondo prima che sparisca dai cinema: Diabolik, si sa, così come appare scompare, lasciandosi dietro soltanto una scia di morte.</div></span><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-75518475498156812202022-11-24T10:43:00.006+01:002022-12-24T07:35:57.752+01:00Teddy<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0kQqTjLWW2niF-ki5r7xEN8QBhtYu8TIp4t3qluccU9WF6ZKoQUP6I90oyJEsnEkD0I8WM_WJUTeShnd20MmHzwgoJTD0FySPTGZlK9fYcdcoU16Q7lfpfl69Mi4VGvEuO0zBcgI8JIrRP9I--YMbPp1KI342s2WCRGyId3AFigjp96aagMJCQM568g/s794/teddy.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="794" data-original-width="498" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0kQqTjLWW2niF-ki5r7xEN8QBhtYu8TIp4t3qluccU9WF6ZKoQUP6I90oyJEsnEkD0I8WM_WJUTeShnd20MmHzwgoJTD0FySPTGZlK9fYcdcoU16Q7lfpfl69Mi4VGvEuO0zBcgI8JIrRP9I--YMbPp1KI342s2WCRGyId3AFigjp96aagMJCQM568g/w126-h200/teddy.png" width="126" /></a></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Mallory è appena stata assunta come babysitter di Teddy, un bambino di cinque anni che ha un'amica immaginaria. Tutto bene, finché i disegni del bambino cominciano a diventare inquietanti. E se quest'amica immaginaria non fosse poi così immaginaria?</div></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Cos'è Teddy?</i> E' un thriller soprannaturale, scritto da Jason Rekulak. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Come l'hai incontrato?</i> Se ne parla molto su Instagram, dove da un'annetto bazzico anch'io, e, mi dicono, anche su altri social. Si sa inoltre che Netflix produrrà una serie TV tratta da questo romanzo.<span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Ti è piaciuto? </i>Sì: ha degli elementi originali, pur inserendosi in un filone molto frequentato.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Qual è questo filone?</i> Alla fine è una delle infinite varianti di Giro di Vite di Henry James: una giovane bambinaia/istitutrice alle prese con bambini inquietanti/famiglia inquietante/misteri/segreti sepolti//fantasmi/casa stregata/ecc...</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Quali sono, allora, gli elementi originali?</i> Un gran numero d'illustrazioni, che riproducono i disegni infantili del bambino e altre cose, e qualche colpo di scena insospettabilmente sorprendente. I disegni di Teddy sono anzi probabilmente la cifra principale del libro.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Questi disegni sono davvero fondamentali?</i> I disegni del bambino sono ben inseriti nella trama, ma a mio parere le loro riproduzioni in illustrazione sono più che altro un elemento decorativo, non necessario: potevano anche non essere inclusi, in quanto nel testo sono ben descritti. Però sono carini, e rendono il libro qualcosa di diverso dal solito</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>E' un capolavoro?</i> No: il libro procede piatto per più di tre quarti e poi concentra i colpi di scena in un finale un po' affrettato, c'è un personaggio che mentre si prepara ad assassinare Mallory ne approfitta per fare un orribile ma necessario spiegone a beneficio del lettore, in alcune circostanze ci sono personaggi che agiscono in modo ispiegabile, e infine si chiude con un pesantissimo epilogo in forma di lettera al passato prossimo che è quasi illeggibile... Insomma, tanti difetti, come in realtà ce ne sono più o meno in tutti i romanzi thriller, ma ci si passa sopra senza pensarci troppo, perché lo stile è per lo più agile e la protagonista funziona: siamo con lei e vogliamo sapere come farà a sbrogliarsela. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Insomma, lo consigli?</i> Sì: a chi piacerà di più, a chi meno, ma vale senz'altro la pena di leggerlo. Lo dice anche il mio amico Harvey. Vero Harvey? Eh? Ah, già, voi non lo vedete, ma è lì.</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-71128437236732373532022-11-19T19:12:00.005+01:002022-11-19T19:16:04.724+01:00Fairy Tale<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiioiIecas2aPCGf2peBxFk22nQx8cjQSMGawUW3tOqK90rNKGRvPhlEtbReg8ZI5-ptranlVqJ8wGtz5yPRTt-QBi_Am5OecinuxXW4PggNC756xy64DPjsdpuI2jkd2kdetPUP-Sr4eXF3KGkTujHmhEHmglQvnLOj6XluMvItAeiQbhc8loebNQ1Nw/s599/SKFT.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="384" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiioiIecas2aPCGf2peBxFk22nQx8cjQSMGawUW3tOqK90rNKGRvPhlEtbReg8ZI5-ptranlVqJ8wGtz5yPRTt-QBi_Am5OecinuxXW4PggNC756xy64DPjsdpuI2jkd2kdetPUP-Sr4eXF3KGkTujHmhEHmglQvnLOj6XluMvItAeiQbhc8loebNQ1Nw/w128-h200/SKFT.png" width="128" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Esistono tantissimi mondi, il nostro e tutti gli altri: come le stelle nel cielo. Ne avvertiamo la presenza. E arrivano a noi attraverso tutte le vecchie storie. <i>Fairy Tale</i>! L'ultimo di Stephen King! </span><span>Un ragazzo, orfano di madre, e un vecchio cane. Un vecchio misantropo con un segreto incredibile. E sotto il nostro mondo, un mondo parallelo, parente di quello delle fiabe dei fratelli Grimm e de <i>Il mago di Oz</i>. E sotto il mondo delle fiabe, ancora un altro mondo, forse quello di H.P. Lovecraft. </span><span>Il vecchio Steve, insomma, infila in Fairy Tale alcune idee tutto sommato interessanti insieme a un mucchio di ingredienti ben collaudati, di quelli con cui ha costruito diversi romanzi di successo. Eppure... secondo me il suo cocktail stavolta non funziona troppo. </span></span></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Sia l'inizio, ambientato nel nostro mondo, che la parte fantasy, concedono solo pochi sprazzi di stupore. La narrazione è priva di mordente e descrizioni e dettagli risultano in genere noiosi e inutili. C'è ancora da stupirsi se, dopo varie prove, il giovane Charlie scoprirà di essere... Urgh... non riesco quasi a dirlo... il <i>prescelto</i>? Colui che, secondo la solita profezia, libererà il mondo magico dal giogo dall'oscura dittatura di cui è rimasto schiavo? </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Un duello all'OK Corral contro l'invincibile gigantessa: indovina chi vincerà? Gli invincibili morti viventi sono davvero invincibili, oppure alla fine si scoprirà che si possono distruggere con un trucco banale? </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>In conclusione <i>Fairy Tale</i>, come non è piaciuto a me, probabilmente non piacerà né i fan del vecchio Steve né ai lettori esigenti, ma per i giovani lettori, che non riconoscono la fiera del riciclo e non giudicano troppo banale la trama, può sempre essere un trip psichedelico come si deve, e il giovane protagonista può rappresentare per loro qualcuno in cui riconoscersi. <i>Fairy Tale</i> a loro piacerà</span>.</span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-80245883491255105582022-11-07T20:17:00.007+01:002022-11-07T20:23:31.040+01:00Sette minuti dopo la mezzanotte<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Zs_IbRLpzYQkRoC4OAkAquU9owABX7Y6qhO0j8o5e9aF5uBXNy_wp28LFBdf9S3llp2b0YXEljN1gUfSUx8ooJd4KvVjTTUUSA3vsVUcuf5yTwZeW3_lSwwUhYxaRgmkz3EJHOfNGwwwP2_0GCMoM2on5CzfWdRouwk6MKswkjZ--IhUPp2MG09RjQ/s432/SMDLM-copertina.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="289" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Zs_IbRLpzYQkRoC4OAkAquU9owABX7Y6qhO0j8o5e9aF5uBXNy_wp28LFBdf9S3llp2b0YXEljN1gUfSUx8ooJd4KvVjTTUUSA3vsVUcuf5yTwZeW3_lSwwUhYxaRgmkz3EJHOfNGwwwP2_0GCMoM2on5CzfWdRouwk6MKswkjZ--IhUPp2MG09RjQ/w134-h200/SMDLM-copertina.png" width="134" /></a></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Oggi parliamo di un libro che è una specie di horror per ragazzi, uscito una decina di anni fa, ma che di recente ho visto ricomparire tra i banchi di scuola e nei social, dove è dipinto come un capolavoro. Vi dico subito che questo giudizio per me è molto esagerato, ma che ugualmente il libro merita di essere letto per la sua intensità emotiva, che sfocia in un finale assai toccante. Per i ragazzi può essere una lettura importante. L'autore del libro è Patrick Ness, già autore della trilogia <i>Chaos Walking</i>, solitamente spacciata per fantascienza, ma che, dalle recensioni e commenti che si trovano in rete, sembra in tutto e per tutto una robaccia fentasi-distopico, che difficilmente qualcuno mi convincerà mai a leggere. A quanto pare Ness ha lavorato su un canovaccio scritto dalla scomparsa Siobhan Dowd, autrice inglese dalla vita troppo breve, assai amata dai giovani anglosassoni (suo è il noto romanzo <i>Bog Child</i>, ovvero da noi <i>La bambina dimenticata dal tempo...</i> per la serie: titoli all'italiana! <i>La bambina della torbiera</i> doveva sembrare un titolo un po' troppo umile e sporchevole, probabilmente). Com'è <i>Sette minuti dopo la mezzanotte</i>? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><span><span style="font-size: medium;"><a name='more'></a></span></span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ecco un altro titolo all'italiana: <i>A monster Calling</i>, ovvero <i>C'è un mostro che ti vuole</i>, sembrava troppo banale: meglio rubare il titolo a Stephen King e alla sua raccolta <i>Quattro dopo la mezzanotte</i> (che in questo caso non sono minuti ma novelle, ma l'assonanza c'è). E c'è qualcosa di Kinghiano, effettivamente, anche in questo romanzo: Conor è un bambino alle prese con un dramma molto simile a quello che si può leggere ne Il Talismano, per esempio. E poi c'è un mostro che solo lui vede. Nient'altro, però, perché anche se il il dramma resiste, il terribile (notare che dico terribile, non terrificante) mostro vegetale di <i>Sette minuti...</i> è un mostro inconcludente, che fa di tutto per far perder tempo al lettore, smorzando il climax e allungando la broda a dismisura. Ti racconta pure delle inutili favolette, pur di smorzare il ritmo! Tra l'altro non è nemmeno sempre puntuale!</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il protagonista lotta e soffre per tutto il romanzo per mantenere la storia nel dramma, mentre il suo antagonista mostro nel contempo s'impegna a trasformare tutto in un ridicolo <i>Piccoli Brividi</i>... Che lotta orribile da sopportare, per il lettore! </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Fino al finale in cui il mostro improvvisamente cambia idea, rinuncia alle favolette e si riscatta, facendo confessare al ragazzino a brutto muso (e ci mancherebbe altro, dato che si tratta di un mostro!) il suo terribile segreto. Un finale che, ripeto, è assai toccante, dato che si parla di un segreto che tutti noi, che abbiamo già vissuto l'esperienza inevitabile di veder soffrire chi amiamo, condividiamo col protagonista della storia. In conclusione: niente capolavoro, siamo solo a metà strada tra <i>Piccoli Brividi</i> e <i>Stephen King</i>, ma c'è del buono.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Jim Kay... Poco, perché secondo me non ne aveva davvero bisogno, ma oggi la tendenza è quella: perfino <i>Fairy Tale, </i>la nuova avventura<i> </i>del Re in persona, ha un'illustrazione inutile per capitolo. Ma non devo lamentarmi, matusa che sono. Ben venga comunque qualsiasi espediente che invogli i ragazzi alla lettura!</span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-90612818493015434792022-11-06T10:40:00.008+01:002022-11-06T10:41:10.526+01:00Un buon kebab può salvare il mondo? Kebabbari VS alieni<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihvVWWfjd2xoBJ2i3W3p1nvNgUg6XdXF650RruKc8724U3ie3SqrJLiSeio43XnnZuyn3luRQOG1WMiBipz_jsbEKfRXfpI-v86KJaIzA-qKSGsZKyx_sxM3k59LHqtugqwKoirGUPnzBDaGV1Bc2jVVMnhTvUNSPjfrnguoAQDJwbRytYxWomUXeCgA/s677/KVSA.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="677" data-original-width="433" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihvVWWfjd2xoBJ2i3W3p1nvNgUg6XdXF650RruKc8724U3ie3SqrJLiSeio43XnnZuyn3luRQOG1WMiBipz_jsbEKfRXfpI-v86KJaIzA-qKSGsZKyx_sxM3k59LHqtugqwKoirGUPnzBDaGV1Bc2jVVMnhTvUNSPjfrnguoAQDJwbRytYxWomUXeCgA/w128-h200/KVSA.png" width="128" /></a></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Siete pronti a seguire un protagonista nerd e inetto quanto basta in un'avventura cosmicomica che sembra mescolare <i>Star Trek</i>, <i>Il Centenario che saltò dalla finestra e scomparve</i>, <i>L'allegria degli angoli</i>, <i>La ragazza del punk innamorato</i>, <i>Guida galattica per autostoppisti</i> e <i>L'incredibile storia del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea</i>? No? Vi sembra troppo strano? Non v'interessa? Non importa: vale la pena lo stesso di leggere <i>Kebabbari VS Alieni</i> di Michele Borgogni, anche solo per ascoltare gli sproloqui un po' sgrammaticati di Ahmed il kebbabaro! Pensate al romanzo più noioso che vi viene in mente e poi capovolgete quel pensiero, e forse vi farete un'idea. Buon divertimento!</div></span><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-72987627074595381362022-10-22T17:52:00.006+02:002022-10-22T18:27:18.027+02:00Mate Matticà<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbiP6qNBW56bB1mY-_MXTOsbnubtlhZJ7gZzrevTDuiG8L01wt7Viu7yJrqj2_6umA_siPveZ_f5vS2U2PJGg1C_8DpMcbxW6HxSgLwUzlwsIdO7Jgrf9cZoFyZgu-l6ThgD89-lXSsbHv_r_vM4E2eyt3ShKNXh-BfbdyLhykKHK1jJHknbuBEJ3_pA/s609/mate-mattica.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="609" data-original-width="443" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbiP6qNBW56bB1mY-_MXTOsbnubtlhZJ7gZzrevTDuiG8L01wt7Viu7yJrqj2_6umA_siPveZ_f5vS2U2PJGg1C_8DpMcbxW6HxSgLwUzlwsIdO7Jgrf9cZoFyZgu-l6ThgD89-lXSsbHv_r_vM4E2eyt3ShKNXh-BfbdyLhykKHK1jJHknbuBEJ3_pA/w146-h200/mate-mattica.png" width="146" /></a></span></div><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><span>La matematica è una specie di divinità minore, sempre indaffarata, che interviene </span><span>ovunque gli uomini abbiano dei problemi da risolvere: dai compiti a casa ai computer </span><span>in tilt dei ripetitori telefonici. Ad accompagnarla di corsa di qua e di là ci pensa il </span><span>suo amico Vento. Che succede, però, se la matematica non </span><span>si sente amata dalla gente e va in depressione? Il caos! E come se n'esce? Beh... </span><span>se proprio volete saperlo, procuratevi il libretto di Simona Maiucci, illustrato </span><span>da Luca Valli!</span></div></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span>Mate Matticà - chissà perché si chiama così, </span><span>visto che per esempio il suo amico, la personificazione del vento, si chiama semplicemente Vento - </span><span>è un po' fatina e un po' befana, e va in giro appunto </span><span>sulle ali del vento portandosi appresso un sacco rosso </span><span>pieno non di regali ma di strani strumenti di misura </span><span>e di calcolo, sorta di oggetti magici in cui a volte sembra che </span><span>risiedano davvero i suoi "poteri". Altri strumenti altrettanto magici poi </span><span>l'inventa lei per aiutare Luca, uno studente discalculico. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span>Quando Olivia, </span><span>che si annoia troppo a leggere dosaggi e fare proporzioni, </span><span>combina un bel pasticcio tra cucina e lavatrice, e anziché assumersi le proprie </span><span>responsabilità se la prende con lei, Mate Matticà per la prima volta in vita sua si arrabbia </span><span>sul serio, e succede un gran pasticcio. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span>La storia narrata da Simona Maiucci si sgrana a volte un po' a fatica in una serie </span><span>di presentazioni di personaggi e di scene alternate, in cui si oscilla tra il comico </span><span>e la prosa poetica. </span><span>Ho qualche dubbio che il libro possa risultare davvero motivante </span><span>per gli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento o per i loro genitori e </span><span>docenti, ma il personaggio principale e alcuni dei minori risultano efficaci e </span><span>divertenti, e le belle illustrazioni danno il loro contributo a rendere la lettura </span><span>gradevole. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span>Certo, sarebbe bello avere degli strumenti magici come quelli di Mate </span><span>Matticà! Nel mio piccolo, anch'io ne fabbrico e sperimento molti, sia per gli studenti con DSA </span><span>che per gli altri, ma purtroppo i miei non sono magici, e il lavoro resta sempre duro per tutti.</span></span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-86768729226152271322022-10-13T14:31:00.015+02:002022-10-20T09:24:11.476+02:00Il lato oscuro del buio<div class="separator"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVfDzot2EH5qgbXzL2vm2cw6hjjVbsocvXfRgOoaNwfqrSkNyBVXzSwHf2RXaLDKjLh3-c-t0K1_cXWy1TeMjAjCkhSb8ldeA-LgWn1BIp3FqsjYdioentOBaI3srkzMDD9GMiXxWphiU9ZDVfwpeAYRRzjUtEb2O_akxqKE0WKEZe8pmV8dhP6UJf8w/s4673/coperinaILODB-kinder-k.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4673" data-original-width="3217" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVfDzot2EH5qgbXzL2vm2cw6hjjVbsocvXfRgOoaNwfqrSkNyBVXzSwHf2RXaLDKjLh3-c-t0K1_cXWy1TeMjAjCkhSb8ldeA-LgWn1BIp3FqsjYdioentOBaI3srkzMDD9GMiXxWphiU9ZDVfwpeAYRRzjUtEb2O_akxqKE0WKEZe8pmV8dhP6UJf8w/w138-h200/coperinaILODB-kinder-k.jpg" width="138" /></a></div><span style="font-family: times; font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><span>Dov'è l'orrore? </span><span>Nei fantasmi? O nella sofferenza che condividiamo con loro? </span><span>Negli zombie? O nella routine burocratica di chi, per mestiere, deve eliminarli? </span><span style="color: #0f1111;">Nelle streghe? O nella follia della vendetta? </span><span style="color: #0f1111;">Nei vampiri? O nei cinici calcoli della politica?</span></div></span><div><span style="font-family: times; font-size: large;"><br /></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: large;">Datemi la mano, e facciamo qualche passo insieme, nel buio. Diciotto, per la precisione: tanti quanti i racconti di questa antologia. Tranquilli, abbiate paura!</span></div><div><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div><span style="font-size: large;"><span></span><span><a name='more'></a></span><span style="font-family: times;"><br /><div style="text-align: justify;">Buon Halloween! Beh, sì, lo so, mancano ancora quasi tre settimane, ma da quando ho iniziato a frequentare Instagram, inciampando qua e la, ho scoperto che, per i giovani, Halloween ormai dura tutto ottobre: ovunque vedo post, feed, reel, storie (qualsiasi cosa siano) piene di letture macabre, film e serie TV horror, selfie di gente mascherata da strega e addobbi a base di zucche e pipistrelli. Quindi, se siete tra quelli che da me si aspettano il racconto di Halloween, quest'anno vi anticipo e vi do di più: un'antologia di racconti macabri e dell'orrore! Alcuni sono già comparsi in passato su questo blog, ma altri sono inediti; inoltre nel libro trovate <i>Zio Gennaro,</i> racconto secondo classificato al Premio Polidori per la letteratura Horror, pochi anni fa. Trovate il libro sia cartaceo che ebook su Amazon. Tutto molto economico! Buon divertimento... Pardòn! Buono spavento!</div></span></span><p></p></div></div>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-49406197535754738452022-09-09T19:07:00.000+02:002022-09-09T19:07:15.138+02:00I gatti della Terra sono pigri<p><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #222222;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghKhc3Rv-om_Sep5qPlbgpw_VstZgWAadApU9nb6AiUPdsVVZdsu2oS14qKSd3rKBGmKyAdNH74FMEBcPTxkfyNPfR8UoIEA1FPA2ovSEIcsO7Z9fuA_0P2Qi5jcoev8oiz8km_T9DHOEbEp-C3JQwBu26XLuzocFztg8xEHKj7kiSJGPtRcRRQsq6mg/s3085/kopertina-ebook.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3085" data-original-width="2245" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghKhc3Rv-om_Sep5qPlbgpw_VstZgWAadApU9nb6AiUPdsVVZdsu2oS14qKSd3rKBGmKyAdNH74FMEBcPTxkfyNPfR8UoIEA1FPA2ovSEIcsO7Z9fuA_0P2Qi5jcoev8oiz8km_T9DHOEbEp-C3JQwBu26XLuzocFztg8xEHKj7kiSJGPtRcRRQsq6mg/s320/kopertina-ebook.png" width="233" /></a></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span style="font-family: inherit;">Perché non sono i gatti la razza dominante sulla Terra? Perché non sono stati loro a civilizzare il pianeta, come in tutto il resto della galassia? Eppure la loro intelligenza è esattamente uguale a quella dei gatti spaziali! Sarà forse perché i gatti della Terra sono pigri, e pensano solo a mangiare, dormire e giocare? Se le cose stanno così, sarà difficile per Mira, la gattina spaziale, trovare qualche astrogatto terrestre da reclutare, ora che un terribile pericolo minaccia la galassia. Eppure c’è un coraggioso gattone grigio che, assieme ai suoi scalcinati amici, scoprirà di esser diventato, per puro caso, l’unica speranza della Terra! - Libro illustrato, testo e disegni sono miei! Disponibile su Amazon. </span><span style="background-color: transparent; font-family: inherit;">Un nuovo progetto, che nessuno si aspettava (e di cui probabilmente nessuno sentiva il bisogno... no, non è esatto, io sì!) in cui mi ritrovo in veste sia di autore che d'illustratore. Avete bambini/ragazzi a cui regalarlo? Bene! Così avete la scusa per comprarlo e divertirvici voi! Di seguito un mini video in cui sfoglio il libro.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span style="background-color: transparent; font-family: inherit;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzJ-eaOsWnzgy9-A7cTBj1pa9EBmpGuMZ_20WsDvhfE6IMLPzqIYt9ih8uYLR7XJuvqf6RM0eDReyLBEU3uqw' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></span></div><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /><span style="background-color: transparent; font-family: inherit;"><br /></span></span></div><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-20290496476799789202022-08-20T11:16:00.004+02:002022-09-08T19:43:05.013+02:00Stelle binarie<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibxV_xdf_2XtiSBufD3Q1N6kQs-s70YsizsJ3ULhmJbB27uogwSUuZejVWRe6W8QvrCZW1Uf7NhyhBCTT9Ruaz_azbe1u41x8BqjISjOUXVDfuIL2qeZzuSVErVyppGBOb_3K3aDv0ZPLLa-ukd6e5LslCLsP85JoV0lB_UxMSzerCO4xHlY-wPTcgFQ/s2560/Stelle%20Binarie%20cover%20per%20ebook.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2560" data-original-width="1600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibxV_xdf_2XtiSBufD3Q1N6kQs-s70YsizsJ3ULhmJbB27uogwSUuZejVWRe6W8QvrCZW1Uf7NhyhBCTT9Ruaz_azbe1u41x8BqjISjOUXVDfuIL2qeZzuSVErVyppGBOb_3K3aDv0ZPLLa-ukd6e5LslCLsP85JoV0lB_UxMSzerCO4xHlY-wPTcgFQ/w125-h200/Stelle%20Binarie%20cover%20per%20ebook.png" width="125" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Vede la luce un'eccitante raccolta di racconti di fantascienza, in cui ho diviso il lavoro di autore con un personaggio dall'immaginazione probabilmente non del tutto umana. <i><a href="https://www.amazon.it/Stelle-Binarie-Gianluca-Gemelli/dp/B0B9SMDYSH/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1660987076&sr=8-1" target="_blank">Stelle binarie</a></i> infatti è stato scritto a quattro mani da me e <a href="http://archonzeist.blogspot.com/" target="_blank">Marco Alfaroli</a>. Vi piace la fantascienza a base di astronavi e missioni spaziali? E quella non necessariamente ambientata nel futuro o nell'altrove? Noi due stelle binarie (stelle che da sole brillano, ma in coppia molto di più, e anche noi autori speriamo di farlo) amiamo condire i nostri racconti con un tocco di surreale e una buona dose di colpi di scena. Prendete </span><i style="font-size: medium;">Love, death & robots</i><span style="font-size: medium;"> e mescolatelo con <i>Ai confini della realtà</i> e avrete un'idea di quello che vi aspetta. Disponibile su Amazon, sia in cartaceo che in ebook, con la copertina realizzata da Alfaroli (che è anche un bravissimo illustratore), costa poco e... almeno a noi due piace un sacco! E a voi e ai vostri amici? Fatemi sapere! Ma se vi dovesse piacere... attenti! Io e Alfa potremmo prenderci gusto, e la cosa potrebbe non finire qui!</span></div>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-28806929186954435992022-08-14T14:38:00.027+02:002022-08-15T08:39:44.329+02:00Delitti a Fleat House - Lucinda Riley<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJCdiJcmwbaNhuPLwlSg29ff9u0RbufspNtLMi05qxqMybzuo6dFmIhjY-_hwK5rTLVf3f21FgCx4kn-HEMGfLq9elewRhqVYJNyqWxMv3eE4VTLp4j_8SACD0_Hb6c00UVJXj2r8-wA-XFAutTE4flOYrHLQ94Fg7W3n2Z_Xu1xJ6RlryltYn-daKaA/s386/_delitti-fleat-house-1649636862.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="386" data-original-width="250" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJCdiJcmwbaNhuPLwlSg29ff9u0RbufspNtLMi05qxqMybzuo6dFmIhjY-_hwK5rTLVf3f21FgCx4kn-HEMGfLq9elewRhqVYJNyqWxMv3eE4VTLp4j_8SACD0_Hb6c00UVJXj2r8-wA-XFAutTE4flOYrHLQ94Fg7W3n2Z_Xu1xJ6RlryltYn-daKaA/w129-h200/_delitti-fleat-house-1649636862.jpg" width="129" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Una gita all'edicola prima di partire per il mare, un titolo e una copertina accattivanti, e mi ritrovo in spiaggia con <i>Delitti a Fleat House</i>. </div><div style="text-align: justify;">L'autrice è Lucinda Riley, famosa e amata dal pubblico per aver firmato una terrificante saga rosa-mistery in 7 volumi (tendenti a 8, col volume conclusivo in corso di stesura da parte del figlio dell'autrice, con l'aiuto delle indicazioni che lei gli ha lasciato prima di morire prematuramente). Gli ingredienti di questa saga di successo, a quanto pare, sono: un milionario eccentrico, le sue ultime volontà altrettanto eccentriche, sei figlie adottive (ma probabilmente non vi sorprenderà scoprire che in realtà ce n'è una in più, a meno che non abbiate pensato che il titolo della saga, <i>Le sette sorelle</i>, sia frutto di un errore di calcolo) che ricevono indizi sulle loro famiglie d'origine... E poi lettere, manoscritti, diari segreti, statuine misteriose, sfere armillari e roba simile, per un totale di 4000 pagine di saghe familiari, misteri ammuffiti e suggestioni d'appendice. </div><div style="text-align: justify;">Non avrei mai il coraggio di affrontare davvero <i>Le Sette Sorelle</i> (che come titolo a me, più che far pensare alla costellazione delle Pleiadi, come avrebbe voluto la Riley, fa pensare alle industrie petrolifere), per cui mi cimento invece col più spiccio giallo investigativo <i>Delitti a Fleat House</i>, che la Riley scrisse prima della sua supersaga, e che, dopo una vigorosa raschiata di barile, è stato fatto uscire quest'anno. Cosa troverò, in questo romanzo?</div></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Niente di particolare: un'investigatrice bella, scazzata e dimissionaria; ha dato un taglio netto alla sua vita precedente ed è fuggita via da Londra a causa del divorzio dal marito traditore (anche lui detective). Alla fine il suo capo la convince a rimettersi al lavoro (perché lei è la più brava!) anche lì in provincia dove si è rifugiata, e così si trova a fronteggiare alcune morti misteriose, che ruotano intorno a un college prestigioso ed elitario, e alla relativa residenza per studenti. Bulli, vittime, sorveglianti, direttori, abusi sessuali, (aule di scuola non ce n'è: solo uffici, mense, cantine e dormitori) alcolismo, divorzi, figli divisi tra padre e madre e... figli adottivi di cui bisogna ricostruire la storia, anelli con stemmi nobiliari, giovani rampolli scavezzacollo, impensabili vendette dal passato, sontuose tenute prive di eredi diretti, lasciti testamentari ambigui! Sì, insomma, ci sono anche gli ingredienti della futura supersaga!</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ovviamente l'ex marito antipatico sbatte in galera il poveraccio su cui si addensano tutti gli indizi, ma la nostra eroina sente che il poveruomo è innocente, si concentra sui particolari che non quadrano, e sgama il/la vero/a colpevole. Non vi sto facemdo uno spoiler, perché quest'aspetto di come si svilupperà la vicenda è palese con largo anticipo, per un lettore accorto. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">E chi è il vero erede della fortuna di Lord Cavendish? Ce lo svela un ultimissimo colpo di scena... si fa per dire, perché nel mondo della Riley, sospeso tra Agatha Christie e una soap opera, la rassomiglianza in una vecchia foto vale quanto una prova del DNA, e quindi anche qui, se hai letto abbastanza vecchi gialli, ci sei già arrivato da solo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Vabbé... Questa è una vicenda complessa, che mette insieme numerosi elementi inverosimili, confezionando quasi 500 pagine di un giallo che gronda inutilità, e non ha nessuna speranza di lasciar traccia di sé. Il che è in fondo quel che chiediamo a un certo tipo di romanzo da leggere in spiaggia: emozioni retrò, curiosità e misteri improbabili che non ti facciano faticare troppo. <i>Deltti a Fleat House</i> può regalare qualche ora d'intrattenimento, ma quanto ad amarlo, lasciamo questo compito ai soli fan dell'autrice.</span></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-39216090130904378502022-08-11T06:37:00.007+02:002022-08-11T06:40:09.543+02:00John Lennon talks<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFmqdY5rMR7RxAE7aO8MpbBB4fbHO1E7lTIDaWpf9gHPbgWqMYetj5wA7nqQ49pOSFUoIkTA1dWC45ig1C2N8Y7wweS4rvaagQf0Fx007EXpJn1MHBKHoAaF75c25gaBJBg6uJPwAWF0JebiQGueE1qA6NlQTanYIXmh59xb7mrLTbgD7WzkNAF43wNA/s1499/Lennon-pic.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1499" data-original-width="1001" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFmqdY5rMR7RxAE7aO8MpbBB4fbHO1E7lTIDaWpf9gHPbgWqMYetj5wA7nqQ49pOSFUoIkTA1dWC45ig1C2N8Y7wweS4rvaagQf0Fx007EXpJn1MHBKHoAaF75c25gaBJBg6uJPwAWF0JebiQGueE1qA6NlQTanYIXmh59xb7mrLTbgD7WzkNAF43wNA/w134-h200/Lennon-pic.jpg" width="134" /></a></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">A un certo punto, nella prima metà degli anni sessanta, i mass media decisero che John Lennon dovesse essere il beatle intellettuale. Forse fu per via degli occhiali tondi! Andò a finire che il beatle con gli occhiali pubblicò due libri; entrambi hanno la struttura di raccolte più o meno caotiche di racconti, poesie, vignette e chi più ne ha più ne metta. Anche il terzo libro, postumo, mette insieme materiale dello stesso tipo e varietà. Non mi risulta che nessuno di questi libri sia mai stato tradotto in italiano. <i>John Lennon talks</i>, invece, è un'antologia di interviste rilasciate da Lennon, datate dal 1962 al 1980, e ben tradotte nella nostra lingua (a parte la confusione tra <i>borsa</i> e <i>sacco</i>). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il libro è interessante: si va dall'inizio del successo coi Beatles, al nuovo percorso musicale con Yoko Ono al fianco, al ritiro dalle scene nella seconda metà degli anni settanta; e il clou è una lunga intervista della coppia Lennon-Ono, del dicembre 1980, ovvero dopo la pubblicazione di Double Fantasy, e pochissimi giorni prima che Lennon fosse assassinato. Lui si è fermato lì, e leggere quelle che hanno finito per essere le sue ultime parole, è toccante. Il libro è illuminante e fondamentale per chi è fan di Lennon e dei Beatles: Lennon parla liberamente di musica, politica, pacifismo, capitalismo, socialismo e comunismo, droghe, sesso, arte d'avanguardia... Un vero orgasmo per il fan. Ma per chi non ama già Lennon né i Beatles, il libro è perfettamente irrilevante. Già, perché John Lennon non era davvero un intellettuale, né tanto meno un filosofo: non ha contributi particolari da offrire al pensiero dell'umanità. Nelle interviste esprime le sue opinioni su qualsiasi tema con semplicità disarmante, racconta aneddoti gustosi, apre, assieme a Yoko, una scatola piena zeppa di considerazioni e sentimenti. Tutto qui. Ma per chi ama il personaggio basta e avanza.</div></span><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-87238794221919030362022-08-02T23:49:00.004+02:002022-08-10T16:41:35.946+02:00A mamma non piace vince il concorso Una storia per il cinema!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHJ10NqRavSpX8Xe_c0U7c2EMYM-IZsfIPHpz41XewP_DpCxMRK6EVp4kje7hGhSKQRCCJat73a-xSWtNtJseh38x0UtsBw5mnW7UNQKvhLgr5M6_Qf1jQSlSV_5yFheBbK4XNs8fAHkY-5x3hRHA6tTs9kuELZ51cD3THMFlrgX0e6RKkvf8VkvyH5A/s1784/uspic.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1020" data-original-width="1784" height="366" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHJ10NqRavSpX8Xe_c0U7c2EMYM-IZsfIPHpz41XewP_DpCxMRK6EVp4kje7hGhSKQRCCJat73a-xSWtNtJseh38x0UtsBw5mnW7UNQKvhLgr5M6_Qf1jQSlSV_5yFheBbK4XNs8fAHkY-5x3hRHA6tTs9kuELZ51cD3THMFlrgX0e6RKkvf8VkvyH5A/w640-h366/uspic.png" width="640" /></a></div><span style="font-size: medium;"><br /></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Che ci crediate o no, il mio romanzo <i><a href="https://www.amazon.it/mamma-non-piace-Gianluca-Gemelli/dp/B092P6WP58/" target="_blank">A mamma non piace</a></i> ha vinto il primo premio del concorso <i><a href="https://www.unastoriaperilcinema.com/terza-edizione/" target="_blank">Una storia per il cinema</a></i>, giunto quest'anno alla terza edizione. Il che significa che ne verrà tratto un film! Fantastico! E' la prima volta che vinco un premio letterario e non mi sembra vero. Nell'attesa di incontrarci al cinema, leggete la descrizione del romanzo su amazon, e, se vi piace, compratevelo (costa poco), leggetelo, e poi fatemi sapere che ne pensate!</span></div><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-56886221264826094912022-07-24T10:04:00.007+02:002022-07-24T10:07:49.623+02:00Per questo ho vissuto - di Sami Modiano<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqYDRuXB31fNhvl5q2xg82oKLscv5GA101TRgIcbesTKiznLmApkwOcbQYaE4NbVNgnA-0VQgGYg6-otV8MFdR2VRX6H8Ys8Z-OgK9CopLAl-fo4TSSuqK5_3_k98CPEwcaCQiRBzBrVMStDHQmerVSitB66PZsQK3DX47U3EkCdelxpi-P_eXqEDjmQ/s1500/PerQuestoHoVissuto_COVER.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1017" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqYDRuXB31fNhvl5q2xg82oKLscv5GA101TRgIcbesTKiznLmApkwOcbQYaE4NbVNgnA-0VQgGYg6-otV8MFdR2VRX6H8Ys8Z-OgK9CopLAl-fo4TSSuqK5_3_k98CPEwcaCQiRBzBrVMStDHQmerVSitB66PZsQK3DX47U3EkCdelxpi-P_eXqEDjmQ/s320/PerQuestoHoVissuto_COVER.png" width="217" /></a></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">Sami Modiano dal 2005 gira le scuole d'Italia per incontrare gli studenti e raccontare la sua storia, e io, grazie al lavoro che faccio, ho avuto la fortuna d'incontrarlo per tre volte. Quindi non avevo nemmeno bisogno di leggere questo libro per sapere che è bellissimo e per consigliarlo a tutti. Ho ascoltato il racconto della deportazione e della prigionia ad Auschwitz-Birchenau dalla sua voce incerta, e mi sono commosso, e ora risento quella stessa voce mentre leggo. Ma il racconto che Sami porta nelle scuole, a parte qualche breve cenno al resto della sua vita, di solito inizia con l'espulsione dalla scuola italiana a causa delle leggi razziali, prosegue con la prigionia e la deportazione (Sami tra gli altri perde il padre e la sorella nel campo di sterminio) e si ferma con la liberazione: è così per ragioni di tempo. Ma nel libro c'è di più! <i>Per questo ho vissuto</i> racconta con nostalgia anche gli anni della fanciullezza a Rodi e il proseguimento della vita di Sami tra Ostia, Rodi e il Congo Belga (poi Zaire). In poche parole, in 170 pagine agili, semplici e ricche, toccanti, interessanti e illuminanti, senza nessuna pretesa letteraria eppure belle (e dolorose) da leggere, hai <i>Se questo è un uomo</i>, più <i>La Tregua</i>, più <i>I sommersi e i salvati</i>.</div></span><span><a name='more'></a></span></span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Grazie alla lettura del libro scopro quindi molte cose. Una è la felice società multietnica della Rodi italiana di prima dell'armistizio. Poi c'è il soggiorno in un campo di lavoro russo per prigionieri di guerra: il paradiso per Sami, dopo l'inferno del campo di sterminio, in cui lui vorrebbe restare per sempre; ma l'amico Settimio lo convince a tentare la fuga (aveva intuito che c'era il rischio di finire in Siberia, altro che tornare a casa). Sami comunque sottolinea spesso l'umanità dei russi, così come a volte fa con la crudeltà dei greci di Rodi e di Salonicco, nei confronti dei quali serba un certo rancore, a causa di razziatori e Capò. C'è quindi una marcia di un mese dalla Polonia fino all'Austria, in compagnia di Settimio, per consegnarsi agli americani. C'è la rete di sostegno delle comunità ebraiche di tutto il mondo e quella familiare, anch'essa sparsa in tutto il mondo, senza la quale moltissimi sopravvissuti non sarebbero riusciti a reintegrarsi nella società. Arriva poi l'emigrazione nel Congo Belga, dove Sami fa fortuna, per poi perdere tutto e dover ricominciare da zero una seconda volta con l'avvento di Mobutu e l'africanizzazione. Infine, c'è la vita tra l'Italia e Rodi: Sami e la moglie nell'ultimo quarto di secolo si trasferiscono nell'isola ogni estate, per poter affittare la loro casa di Ostia, e a Rodi Sami si reinventa pescatore. Sami Modiano insomma </span><span>attraversa a piedi buona parte del novecento, e, nella sua semplicità e schiettezza, giunge alla fine </span><span>alla stessa conclusione di Primo Levi: i sopravvissuti, come lui, come Piero Terracina, come Liliana Segre, sono rimasti in vita per poter raccontare la loro storia orribile e incredibile, per conto di tutti coloro che non ce l'hanno fatta. Sami, come altri sopravvissuti, al ritorno dall'inferno, per lunghi anni viene un po' compatito un po' considerato un contafrottole, e fino agli anni duemila preferisce tener tutto per sé o quasi. E' l'amico Piero Terracina, recentemente scomparso, a convincerlo che c'è bisogno che anche lui scenda in campo. I testimoni dello sterminio degli ebrei tra non molto saranno estinti, e quindi libri come </span><i>Per questo ho vissuto</i><span>, sono fondamentali. Consigliatissimo.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-81521663769962048702022-06-22T09:52:00.006+02:002022-06-22T09:54:02.126+02:00Intervista per Una Storia per il Cinema<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/SOkRZ7ZlfH4" width="470" youtube-src-id="SOkRZ7ZlfH4"></iframe></div><br /> <p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4520974388536262124.post-24690773819930775422022-05-17T06:38:00.005+02:002022-05-17T06:38:37.723+02:00A mamma non piace va in finale a Una storia per il cinema<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkiJHGwEs0QOW8CbOgh6zu-Gr3-lLIrUFeYhc55oYKc5-LIGQRno7rjuJB7FoBnyyvzEIe8eOOgNCxGsyPyTN0E0uxdHpbICPfrzOb1KxaiE2Akd-ZrJrnzHuPgll_aK-xYED0gAVKff6wYwLg7PLX8NBLLojD3KmiGhMrFiterN6gGgiALurmju4JzQ/s744/AMNP-USPIC.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="744" data-original-width="742" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkiJHGwEs0QOW8CbOgh6zu-Gr3-lLIrUFeYhc55oYKc5-LIGQRno7rjuJB7FoBnyyvzEIe8eOOgNCxGsyPyTN0E0uxdHpbICPfrzOb1KxaiE2Akd-ZrJrnzHuPgll_aK-xYED0gAVKff6wYwLg7PLX8NBLLojD3KmiGhMrFiterN6gGgiALurmju4JzQ/w199-h200/AMNP-USPIC.png" width="199" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il mio romanzo <i><a href="https://www.amazon.it/mamma-non-piace-Gianluca-Gemelli/dp/B092P6WP58/" target="_blank">A mamma non piace</a></i> è stato selezionato tra i venti finalisti della terza edizione del concorso <i><a href="https://www.instagram.com/unastoriaperilcinema/" target="_blank">Una storia per il cinema</a></i>, il che significa che teoricamente ha il 5% di probabilità di essere trasformato in un film. Non che riponga molte speranze in una possibile vittoria: sono tempi cupi e retorici, il mio romanzetto è grottesco e politicamente scorretto, e ci sono molti altri candidati interessanti e, per così dire, più seri. Ma è comunque un bel risultato che sia stato selezionato! Insomma è bello scoprire che <i><a href="https://www.amazon.it/mamma-non-piace-Gianluca-Gemelli/dp/B092P6WP58/">A mamma non piace</a></i>... piace!</span></div><p></p>ProfGhttp://www.blogger.com/profile/15181164042619550396noreply@blogger.com3