Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

mercoledì 30 luglio 2014

Scarafaggi

Un nuovo racconto da brividi per voi! Stavolta si parla di animaletti fastidiosi... molto fastidiosi! 

Buon divertimento... come al solito: si fa per dire!









SCARAFAGGI
di Gianluca Gemelli

− Aah! Sono tornati! Dio, che schifo! Sono tornati! Alfredo! Dove sei? Alfredooo!
Lui si avvicina stropicciandosi gli occhi.
− Eccomi, eccomi! Che succede cara?
Lei gli corre tra le braccia, ma poi si allontana e dice:
− Ma dov’eri?
− Dove volevi che fossi? Lo sai che ore sono? Stavo dormendo. Ma si può sapere che succede?
− Sono tornati! Sono tornatiii!
− Ma chi?
− Come, chi? Quei mostri schifosi!
− Eh? Ah! Li hai visti?
− Certo che li ho visti! Sono andata in bagno, e ce n’era uno grossissimo che se ne stava lì, tranquillamente!
− Che succede, mamma?
Risponde lui:
− Niente, niente, bambini! Tornate a dormire! La mamma oggi si è svegliata presto e si è solo spaventata un pochino perché ha visto degli animaletti antipatici in bagno.
− Chiamali animaletti! Sono enormi! E tu mi avevi detto di averli cacciati via!
− Beh, era parecchio che non si facevano vedere, no? Da...
− Ma tu mi avevi detto che non sarebbero tornati più! Invece, anche quest’anno, come al solito, appena arriva l’estate...
− Mi dispiace, cara. Davvero, io credevo...
− E invece sono li! Tutte le estati me li devo ritrovare in giro per casa! A te non ti fanno né caldo né freddo, lo so. Chissà a casa tua quanti ce n’erano!
− Ma no... Solo... Un...
− Ma io non sono come te e quello zozzone di tuo fratello... con rispetto parlando... Io non sono abituata! Tu lo sai che a me mi fanno schifo!
− Certo, lo so, cara. Ma... Bambini! Volete tornare a dormire, sì o no? Non vedete che io e mamma stiamo parlando?
− Ma non abbiamo sonno. E non diamo fastidio, stiamo solo...
− Andate a dormire, marsch!
− Uffa! − sbotta il piccolo.
− Anche a me fanno schifo quegli animaletti! − commenta la sorellina.
Appena i figli sono a dormire lei ricomincia:
− Mi avevi detto che non sarebbero più tornati! 
− Lo so cara, ma davvero io credevo di averli tolti di mezzo definitivamente. Ti ricordi? Io e Filippo abbiamo fatto tutto quello che potevamo, e poi, a un certo punto, dall’oggi al domani, erano scomparsi!
− Sì, se n’erano andati, come fanno ogni anno, quando finisce la bella stagione. Ma poi, appena torna l’estate, eccoli li!
− Sì, ho capito, lo so. Però, per fortuna, si tratta solo di qualche settimana. E poi di solito se ne vanno in giro mentre noi dormiamo, e dormono quando noi...
− Sei il solito stronzo! Risolvi tutto così: chiudiamo gli occhi per non vedere! Tanto poi se ne vanno! Come se questa non fosse casa nostra! Come se fosse per metà casa di quei mostri!
− Ma non credi di esagerare? Tutte le case, in fondo, hanno qualche problema! Non credi di stare ingigantendo un po' la cosa? È difficile eliminarli, si sa. Lo diceva anche Filippo. Ma in fondo non è così grave, no? Se tu oggi non ti fossi alzata così presto non te ne saresti neanche accorta, e...
− Non me ne sarei accorta? Non ti ricordi che quando cominciano a farsi vedere in giro poi te li ritrovi dappertutto? In bagno, in cucina, in sala da pranzo... E poi entrano in dispensa e fanno quello che vogliono!
− Va beh, ma non devi farne una tragedia: tutte le case ce li hanno, in questa stagione!
− Ma io non ce li voglio! Questa è casa nostra! Hai capito?
− Sì, ma...
− Sei tu il capofamiglia, no? Datti una mossa! Fai qualcosa!
− Va beh. Appena si alza Filippo...
− Sì, buono quello!
− E adesso cos’hai contro mio fratello?
− Niente, niente. Ma possibile che non sai fare niente senza di lui? E poi lui è più fanfarone di te!
− Eccomi, eccomi! − Arriva Filippo. I due piccoli sono con lui. − Salve a tutti. Ben alzati. Mi fischiano le orecchie? State parlando bene di me?
− Sì. Voi due, maschi di casa, dovete darvi da fare e cacciare quei cosi fuori di qui!
− Quali cosi?
− Gli animaletti antipatici! − spiega la piccola. − Sono tornati!
− Sì, conferma il fratellino. − Mamma ne ha incontrato uno enorme in bagno.
− Beh, che ci volete fare, ragazzi? Ci vuole pazienza. − spiega Zio Filippo. − Quelli tornano ogni estate... Ma poi se ne vanno!
− Non cominciare anche tu con questo discorso! Non ce li voglio qui! Voi due adesso non fate i soliti perditempo: andate lì e cacciateli via!
I due si guardano in silenzio. Sospirano. Poi Filippo dice:
− Okkei, ci pensiamo noi. Alfredo, tu vai a vedere se trovi qualcosa di utile...
− Non vorrai costruire ancora una delle tue trappole...  dice Alfredo.  Non ne hai mai preso uno!
− E che altro vuoi fare?
− No, no! Non ricominciate coi vostri traffichi inutili! − fa lei. − Andate là e fateli fuori! Ammazzateli! Cacciateli via!
− Papà è bravissimo ad ammazzarli. Ne farà fuori dieci in un colpo solo! − dice la piccolina.
− Anche Zio Filippo è fortissimo: lui ne ammazza venti in un colpo solo! − fa eco suo fratello.
− Okkei, okkei, ci pensiamo noi. Dov’è che li hai visti, tu? In bagno? Non muovetevi da qui. Andiamo, Alfredo.

− Alfre’, io non vedo un bel niente.
− E ti credo, quelli adesso dormono, si nascondono. Escono quando noi dormiamo. In realtà incontrarli adesso è difficile.
− Che facciamo?
− Boh. Fili, io ho anche un po’ paura a venirli a cercare così. Ogni volta che li incontro mi prende un accidente. Fanno schifo anche a me, che ti credi.
− Sì. Anche a me fanno schifo. E anch’io ho paura. Sono belli grossi! Te li ricordi?
− Sì. Anche se quest’anno io non li ho ancora visti, quelli dell’anno scorso erano davvero enormi.
− Per me sono gli stessi: vengono qui l’estate, ma il resto dell’anno stanno in un’altra casa. A me fa piacere che tua moglie pensi che siamo stati noi a spaventarli e a cacciarli via, l'anno scorso, ma in realtà io non ci ho mai creduto più di tanto.
− Già. Neanch’io. Dividiamoci. Io vado...
Una luce accecante, innaturale, li immobilizza. È lui! È uno di loro! Colossale, ne percepiscono la dimensione e il peso dalla vibrazione del pavimento.
− Filippo, presto Filippo! Squagliamocela!
Alfredo corre un grosso rischio, lo sa, saettando sul pavimento alla ricerca del battiscopa. Filippo asseconda un altro istinto di difesa, altrettanto rischioso: si immobilizza sperando di non esser visto, in attesa del momento buono per schizzare via.
Il pavimento trema, l’acqua nel lavabo scorre. Poi l’essere, così come è arrivato, se ne va. La luce innaturale sparisce, e ritorna la calma.
Filippo riprende a muoversi con lentezza, e si mette alla ricerca del fratello.
− Alfredo? Alfredo? Dove sei?
Eccolo, Alfredo, o meglio, quello che ne resta: spiaccicato sul pavimento, irriconoscibile. Zampe e antenne si incrociano in modo innaturale. Metà del corpo è rimasta sotto la pantofola del mostro, ma anche così il corpo appiattito allarga la sua poltiglia su di un’area imprevedibilmente estesa. Uno non ci pensa, a quanta roba ci ha sotto l’urotergo.

− E adesso che cazzo gli racconto a tua moglie? − mormora Filippo.


2 commenti:

  1. Bellissimo racconto! Mi hai portato dove volevi tu fino alla fine! Che botta! Ci sono cascato in pieno! Sono un vero pollo. E tu sei proprio bravo

    Ivano

    RispondiElimina