Quella di Chiara Petrillo è una storia vera. Nuda e cruda, è questa: giovane sposa, per due volte consecutive decide di portare a termine la gravidanza, anche sapendo che il nascituro è affetto da malformazioni gravi ed è destinato a non sopravvivere; dà alla luce così Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, regalando a due bambini che di solito si sceglie di sopprimere prima di nascere, i pochi minuti necessari a incontrare il mondo, a conoscere i genitori e i nonni, a essere battezzati. Durante la sua terza gravidanza scopre di avere un tumore; rimanda le cure più invasive a dopo il parto, per non nuocere al bambino. Francesco nasce sano, ma la madre morirà solo un anno dopo, a 28 anni, dopo mille sofferenze, eppure senza cedere alla disperazione. Una vita scomoda per un mondo egoista: Chiara infatti lotta per donare la vita, anziché per godersela.
Blog dedicato alla narrativa e altro, di GIANLUCA GEMELLI, autore romano (non) emergente.
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sabato 18 gennaio 2020
sabato 18 agosto 2018
Origin: Il documentario perduto
Oggi parliamo di Origin, l'ultimo fanta-thriller di Dan Brown, il quinto romanzo con protagonista Robert Langdon, il professore universitario superfigo, che indossa sempre l'orologio di Topolino e che dà una pista a James Bond. Ho aspettato un bel po' per leggerlo, cioè il tempo necessario perché uscisse in formato economico. Non c'è moltissimo da dire sulla trama, perché, ormai si sa, DB scrive e riscrive, e fa quattrini, sempre con lo stesso orribile romanzo, pur con cornici diverse e spunti iniziali diversi. Stavolta questi elementi specifici sono anche meno interessanti del solito e non è da escludere che qualche lettore trovi questo romanzo un po' noioso, dato che Superbob stavolta non dà la caccia a una reliquia perduta, un ordigno perduto, un manoscritto perduto, ma... a un documentario perduto! Sì, un barbosissimo documentario pseudoscientifico che, misteriosamente, tutti anelano di vedere. Con tutto ciò, Origin è forse il miglior romanzo di Dan Brown che io abbia letto... Paradossale, no? Ora vi spiego perchè!
domenica 2 aprile 2017
Il Testamento spirituale di Serafino Pepe
Ebbene sì, oggi parliamo di filosofia, con una recensione che non è una recensione, anzi è più di una recensione. Poiché non solo io sono uno dei pochi fortunati possessori dell'edizione originale de Il Testamento Spirituale di Serafino Pepe (libro che qualcuno evidentemente voleva e vorrebbe ancora fosse dimenticato, ma che grazie al passaparola e ai blogger di uno zoccolo duro è oggi più vivo che mai) ma ho anche conosciuto di persona Don Michele Fugardi, che di S.P. è stato confessore e confidente, mi inserisco anch'io (e, oserei dire, con una certa autorità) sulla scia di quei giornalisti e blogger che negli ultimi anni hanno cercato (invano, ma non per questo meno meritoriamente) di ridare visibilità ad uno dei più originali pensatori dell'inizio di questo secolo. Lo farò, iniziando da oggi, con una serie di post in cui ripercorro in forma narrativa la strana storia di questo libro noto eppure misconosciuto, e coglierò l'occasione per pubblicarne numerosi stralci (in particolare oggi ne pubblico l'incipit, con la celebre allegoria della strada e della corda di canapa). La speranza è sempre quella che, prima o poi, chi è in possesso dei diritti, si convinca a ripubblicare il libro, possibilmente completo della parte rimasta ancora inedita.
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