Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

giovedì 24 gennaio 2013

Agatha, tu mi tradisci!

Ora mi farò dei nemici, infatti sto per confessare un terribile e vergognoso segreto. Ma le cose stanno così: sebbene io sia un amante del giallo, Agatha Christie non mi ha mai fatto impazzire. Ecco, ora l'ho detto!

Ma come? Mi risponderete, proprio lei, la regina del giallo? E Miss Marple dove la metti? E Poirot? Che cosa ne sarebbe del giallo classico senza di loro? Anzi, esisterebbe del tutto il giallo classico senza di loro? 

No, probabilmente no, avete ragione! Il giallo classico non sarebbe lo stesso senza Agatha Christie. Ma chiacchieriamone un po', vi va? Vedrete che pur sparandole delle bordate secondo me ben motivate, finisco poi anch'io col rivalutarla sotto un aspetto che solitamente viene trascurato. Insomma Agatha mi tradisce per un verso, ma mi stupisce per un altro.


Prendiamo proprio Poirot, per esempio. Ragazzi, diciamolo chiaramente: Hercule Poirot PORTA SFIGA! Dovunque va, in vacanza, in viaggio per nave, in treno, al mare, in montagna, alle terme, ecc... (a proposito, ma lui non lavora mai?) ecco che ammazzano qualcuno! E' un menagramo, è peggio di Jessica Fletcher! Insomma si tratta di un personaggio in realtà poco credibile. Se ci siamo abituati a lui e non lo consideriamo tale probabilmente è anche per la sua presenza costante al cinema e in TV. Anche Miss Marple non scherza in quanto a portar sfiga, ma non è qui la critica principale che faccio alla vecchia Agatha.

E il problema non è neanche tanto l'ambientazione sociale. Sto parlando, sapete, di ricche vedove che vivono sole (a parte la servitù, naturalmente, che "non è più come quella di una vlta") in case isolate, ereditiere che vanno a cavallo, ricchi zii + nipoti che perdono le rendite al gioco, colonnelli in pensione (ce ne sono a centinaia), giardinieri, cameriere con le cuffiette, e: "ispettore mi scusi, non sono abituata a tutto questo trambusto in casa", "Judith, servi il té in veranda", "eravamo in biblioteca quando udimmo lo sparo", ecc... Dopo un centinaio di pagine così non comincia a venire anche a voi  una certa nausea? Ma che ci volete fare? Purtroppo è questo prezzo da pagare per leggersi un giallo cosiddetto classico!

No. Ciò che davvero imputo ad Agata è  la struttura complessa, incoerente e poco credibile dei delitti, e talvolta anche l'uso di metodi sleali per impedire al lettore di giungere autonomamente alla soluzione del mistero. Qualche esempio? Ok!

In Assassinio sull'Orient Express ci sono dodici assassini che ammazzano la loro vittima vibrando una pugnalata per uno!

Ne Il Natale di Poirot si impedisce che il cadavere dell'assassinato si raffreddi accendendo un fuocherello (che non lascia tracce) e questo inganna il medico legale sull'ora del delitto!

In C'è un Cadavere in Biblioteca un'unghia spezzata conduce Miss Marple alla geniale deduzione sull'identità della vittima, ma contemporaneamente si glissa del tutto sul come un certo tizio (che in realtà non c'entrava nulla col delitto) abbia trasportato il cadavere in casa altrui senza esser visto e senza lasciar tracce...

Quanto a Poirot e alle sue cellule grigie... ne Il Natale di Poirot il bel tomo deduce che uno dei personaggi è in realtà un discendente di uno degli avi che si trovano ritratti nella galleria dei quadri appoggiando un paio di baffi finti al viso del dipinto e riscontrando una rassomiglianza perfetta, e se ciò non fosse già abbastanza ridicolo, aggiungiamo al danno la beffa: al lettore non viene detto nulla fino alla fine, fuorchè che Hercule aveva acquistato un paio di baffi finti in un negozio! Insomma: Agatha, tu mi tradisci!

E' quindi ecco il paradosso: è il giallo il problema principale di Agatha: trame assurde, arzigogolate, pretestuose, contraddittorie, non autoconsistenti, incredibili e sleali. Per non parlare poi degli improbabili poliziotti dal perfetto aplomb britannico: del tutto inesistenti al di fuori del loro lavoro. Non si lamentano e non si ribellano sgomitando per far emergere il proprio carattere e la propria storia, e questo perchè sanno bene di essere nient'altro che personaggi minori, semplici strumenti nelle mani di Agatha.

Ma la narrazione invece c'è, arguta e frizzante, ed esce fuori non appena la vecchia si scorda per un attimo di star scrivendo un giallo. E' qui che Agatha mi stupisce davvero. Ecco allora scenette deliziose, come il risveglio dei signori Bantry in C'è un Cadavere in Biblioteca o l'arrivo degli ospiti a Little Paddlock in Un delitto avrà luogo. E' qui che la regina del giallo in realtà da il meglio di sé, anche se, bisogna ammetterlo, anch'io me ne sono accorto solo recentemente, sia di quanto facciano acqua le sue trame gialle, sia di quanto sia brava ed efficace come scrittrice. Quel che mi manca nella sua produzione letteraria è proprio un romanzo di satira di costume, e dagli indizi disseminati nei suoi mistery novels un buon investigatore dedurrebbe che, se Agatha avesse deciso di scriverlo, con ogni probabilità sarebbe stato un capolavoro. In realtà la vecchia è andata oltre il genere giallo in qualche occasione: esiste una sua autobiografia (che intendo leggere, poi ve ne riferirò) e una serie di romanzi rosa pubblicati con lo pseudonimo di Mary Westmacott (che ho poca voglia di procurarmi, ve lo confesso), ma ci sono pochi indizi che si tratti di cose davvero interessanti.

Come ha detto mia moglie, ed io lo sottoscrivo in pieno: Agatha Christie, se non scrivesse gialli, sarebbe una grande scrittrice!


8 commenti:

  1. Ciao. Mi hai invitato sul mio blog a fare commenti sul tuo, ed eseguo molto volentieri.
    Il tuo articolo è interessante, ma purtroppo non mi trovi del tutto d'accordo.
    Poirot porta sfiga: avevi scoperto tu stesso che l'ho affermato anch'io (http://storionesaggio.iobloggo.com/1801/corpi-al-sole-scarso); ma questo è solo un piccolo elemento di scarsa credibilità, tra l'altro comune ad altre serie gialle (avete mai visto il Perry Mason televisivo - non quello dei libri - emettere parcella? I suoi clienti erano sempre tutti amici, mai che richiedono i suoi servigi "professionalmente").
    Anch'io avevo notato l'ambientazione sociale elevata (vedi la mia battuta sulla dimensione delle case in http://storionesaggio.iobloggo.com/1196/addio-miss-marple-ottimo); ma solo una tale ambientazione è adatta per un giallo deduttivo, solo in una tale ambientazione potrebbe esistere un criminale sufficientemente ingegnoso da riuscire a commettere un delitto perfetto (a meno di quell'elemento fondamentale per permettere all'investigatore di turno di indovinare); fra i bassifondi della città, non a caso, si è più diffuso l'hard boiled, che a me piace meno.
    Non mi trovi d'accordo sulla tua valutazione delle trame: certo non tutti i suoi romanzi meritano, inoltre molti plot e schemi sono piuttosto ripetitivi; ma lo scopo dei romanzi gialli è quello anche di offrire conclusioni sorprendenti: dodici assassini anzichè uno era veramente inaspettato; "Il Natale di Poirot" è forse il miglior delitto in camera chiusa che abbia mai letto; molti altre identità dell'assassino interessanti (il narratore; l'apparente vittima; il poliziotto); fantastiche alcune situazioni di delitti con limitato numero di personaggi e/o in situazioni proprio strane (ad esempio, indagini parecchi anni dopo il misfatto, etc.).
    Sulla faccenda del fuocherello in "Il Natale di Poirot", io non ricordo proprio il particolare; ma direi non a caso: una grande scrittrice gialla si dimostra abile appunto nel mostrare gli indizi, in modo da non poter poi dire che se le si sia tenuti nascosti, ma senza farlo notare; e direi comunque che è una delle poche incongruenze che le si può imputare (anche se non hai lo stesso parere).
    Aggiungo due particolari, uno positivo, uno negativo. Il particolare positivo è il fatto che la Christie non propone mai un delitto eccessivamente spettacolare, anzi, a volte sono piuttosto anonimi (il veleno è spesso l'arma del delitto) o, addirittura, fatti passare per incidente e risolti mesi dopo (http://storionesaggio.iobloggo.com/1703/due-mesi-dopo-sufficiente). Tutto diverso rispetto ad un altro autore da me apprezzato, tranne che per questo particolare, Ellery Queen, che se non si inventa un delitto in diretta tv, davanti a milioni di spettatori e utilizzando le armi più astruse, non è contento ...
    Il particolare negativo è quello che ho ricordato in "Poirot sul Nilo" (http://storionesaggio.iobloggo.com/1076/poirot-sul-nilo-mediocre): alla fine tutti i personaggi, anche i più improbabili, hanno un qualche movente per il delitto, oppure ne hanno commesso un altro minore, oppure non sono quello che dicono di essere, etc.; una serie di "coincidenze" che non c'entrano niente con il delitto, ma complicano eccessivamente l'indagine. A volte questa tecnica porta i suoi frutti, a volte la considero esagerata e un pò disonesta.
    Per concludere, concordo con te sull'aspetto letterario: Agatha è una grandissima scrittrice, "brillante", i suoi personaggi e le sue situazioni sono quasi sempre straordinarie e la sua scrittura è amorevole. A differenza di te io dico: riuscire ad unire così sorprendenti doti di scrittura con una costruzione di trame gialle così buone è sorprendente.

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    1. Grazie o saggio storione!

      Vorrei però spezzare una lancia in favore di Ellery Queen: fatta salva l'eccezionalità delle situazioni delittuose, lui non nasconde mai alcun indizio al lettore, come invece talvolta fa Agatha. Anzi nei primi romanzi targati EQ la narrazione si ferma appena Ellery scopre la verità, e in quel punto si sfida il lettore a fare altrettanto (situazione sapientemente ripresa nel telefilm, in cui Jim Hutton si rivolge direttamente alla telecamera). Non che io ami particolarmente quest'operazione di ridurre il giallo a un rompicapo, ma almeno è leale col lettore.

      In realtà io sostengo il partito di EQ soprattutto per la qualità dell'ambientazione, la credibilità dei personaggi e per l'evoluzione della scrittura e dei temi trattati nel corso dei decenni.

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  2. Analizziamo punto per punto:
    Poirot porta sfortuna - Sì e no. Nei casi in cui il delitto avviene durante i suoi viaggi può darsi di sì, in quelli che avvengono in Inghilterra lui viene chiamato come consulente (sarebbe questo ufficialmente il suo lavoro, anche se in realtà dovrebbe campare con la pensione di funzionario della polizia belga). In questo caso il delitto è avvenuto prima, si ricorre a lui come "esperto".
    Ambientazione ripetitiva - c'è, inutile fingere. Ma, come già è stato messo in luce, un tipo di trama del genere, dove si predilige il veleno, è propria di una classe sociale medio-alta. In Inghilterra questa divisione classista è ancora viva e vegeta, figuriamoci all'epoca della Christie, che apparteneva all'alta borghesia. Probabilmente non sarebbe stata in grado di scrivere qualcosa di hard-boiled alla Chandler o di azione alla Edgar Wallace, infatti le poche volte che ci ha provato la storia risulta debole ("Poirot e i Quattro", per esempio).
    La Christie bara - sì, qualche volta. Ma non in modo tale da rendere del tutto impossibile arrivarci insieme all'investigatore, che sia Poirot o Miss Marple o Tommy e Tuppence, purché eliminiamo del tutto i paraocchi a cui siamo abituati. Omicidio sull'Orient-Express: l'omicidio c'è stato, tutti avevano un movente, tutti hanno un alibi fornito da qualcun altro (ma mai il solito!), un intervento esterno che non lasci tracce è praticamente impossibile, di conseguenza l'unica ipotesi plausibile è la congiura (peraltro suggerita da alcuni personaggi). Uno non ci arriva? È un problema suo, se non riesce ad allargare il campo delle ipotesi oltre al singolo colpevole. Il Natale di Poirot? Tressilian il maggiordomo nota che aprendo la porta gli pare più volte di rivedere la stessa persona, ma durante la serata ha aperto la porta solo a tre persone non accompagnate (Harry, Stephen Farr e Sugden), inoltre si rimarca qua e là che Sugden è l'unico oltre a Poirot che porti i baffi. Per quale motivo Poirot dovrebbe aver preso dei baffi finti? Per metterli addosso a qualcuno, e direi che si possa escludere l'intento di fare una carnevalata. Inoltre ci sono anche delle esclamazioni interessanti riguardo al fuoco nel caminetto contro il riscaldamento centrale, pronunciate nel paragrafo immediatamente successivo alla scoperta dell'omicidio. Mi pare che questo tipo di trovata si chiami "pistola di Chekhov". C'è forse una legge che impedisca al poliziotto di essere il colpevole? No, solo che siamo abituati a darla per scontata, come siamo abituati a dare più peso a certi dati rispetto ad altri. Eppure sono tutti lì, sotto gli occhi. Come sempre, l'indizio principale è la personalità.

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  3. Ciao, grazie anche a te per essere approdato qui. Beh, della cara Agatha non avrò letto tutta la produzione ma una buona metà sì, per cui quando dico "non mi fa impazzire" certamente non significa che mi faccia schifo. E'lei la regina del giallo classico. Ma Il Natale di Poirot non si può assolutamente salvare, il mio parere è che non stia assolutamente in piedi. E' chiaro che il problema delle trame arzigogolate e poco coerenti e dei delitti improbabili è ampiamente condiviso, nel genere giallo, ma lei, come regina del giallo, purtroppo eccelle anche in questo. Riguardo alla slealtà la mia non voleva essere una lamentela da quello che non riesce mai a scoprire il colpevole, anzi, di solito (anche con Agatha) ci riesco, e... senza neanche seguire troppo gli indizi (ecco un'altro peccato da confessare) ma piuttosto le suggestioni della trama e la conoscenza dell'autore. Con Agatha di solito basta chiedersi: chi potrebbe non essere chi dice di essere? Quale personaggio sarebbe più sorprendente se si rivelasse diverso da quel che sembrava essere a prima vista? Di solito con questa metatecnica si individua il colpevole meglio che seguendo gli indizi, i quali sono costruiti da tutti gli autori apposta in modo da essere ambigui (sennò sarebbe troppo facile) e qualche volta per sviare del tutto. Lo ammetto: spesso "indovino" chi è il colpevole proprio perchè cerco di mettermi nella mente dell'autore, ma non si tratta di una deduzione poliziesca vera e propria. Come detective classico non sono troppo in gamba.

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  4. A voler dare retta alla voce di Miss Marple, allora, saresti un detective eccellente! Ed anche a quella di G.K. Chesterton. L'indizio materiale frega, è elusivo o messo a bella posta, ma il carattere del personaggio è più indicativo. Nove volte su dieci, almeno nei gialli classici, il colpevole è quello che avrebbe tutti i motivi ed il carattere per esserlo, anche se le prove sembrano puntare altrove. Anzi, soprattutto se sembrano puntare altrove, con buona pace di Conan Doyle!

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  5. Un'altra cosa che ho notato di Agatona nostra, e che avevo dimenticato di commentare nel post, è che spesso è assetata di sangue: non si contenta di un solo omicidio. La sequenza di solito è questa: prima viene ucciso il padrone di casa (o la padrona, o comunque un personaggio ricco) e poi, dopo 50-100 pagine, la serva (o un altro personaggio minore, ma di solito appartiene alla servitù). Il primo delitto che è ovviamente quello principale (questionje di classe sociale) ha un movente economico o passionale, mentre il secondo l'assassino lo commette per difendersi da un possibile ricatto o per liberarsi di un testimone pericoloso, ignaro del fatto che sarà questo secondo omicidio a fornire all'investigatore l'indizio decisivo per incastrarlo.

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  6. Cito il seguente link, che parla (e chiarisce) la presunta "slealtà" dell'autrice: http://www.valorescuola.it/libri.asp?id=100&cap=493

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  7. Grazie della segnalazione, o saggio storione!

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