Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

domenica 7 giugno 2020

Candy Candy: manga, anime, e... fede

Sapete cos'è Candy Candy? Dopo aver attinto ai vostri ricordi d'infanzia o adolescenziali, oppure semplicemente dopo aver consultato Wikipedia, potreste rispondermi che si tratta di un manga (cioè fumetto giapponese) pubblicato negli anni settanta, da cui è stato tratto un famoso anime (cioè serie a cartoni animati giapponese), e, più recentemente, un romanzo. Ma non è esatto. Candy Candy è molto di più: è una specie di religione, che conta milioni di fedeli in tutto il mondo, che ha un corpus di testi sacri comune, ma è declinata in varie chiese, che differiscono per importanti questioni dottrinali. Siete anche voi Candisti? E se lo siete, a quale setta appartenete? 


Mia moglie nel mese di maggio mi ha trascinato in un trip contro il quale mi aspettavo che il me stesso di undici-dodici anni si sarebbe ribellato: vedere, o rivedere l'intera serie animata (anime) di Candy Candy, ovvero 115 episodi? Ma perché? Candy Candy non è roba da bambine? E non basta, ho anche letto tutto il manga originale, e il romanzo in due volumi pubblicato da una delle autrici nel 2010!

In realtà il me stesso di undici-dodici anni sa perfettamente che neanche i maschi possono sfuggire al fascino sbarazzino e resiliente di Candy. Non fosse per altro perché all'epoca tutte la ragazzine seguivano le sue avventure, ed erano anche tutte innamorate di Terence... Ragion per cui anche i maschietti lo guardavano, il cartone, magari di nascosto, e alcuni, sfidando le ire dei genitori, si erano anche fatti crescere i capelli lunghi, come Terence (e anche come Albert). 

Ma ha senso parlare di questi personaggi se non faccio un riassunto della storia? A questo punto dovrei partire con un bignami di Candy Candy, estrapolato dalle varie fonti, che hanno differenze a volte non lievi, e scusarmi per l'intermezzo noioso con chi già conosce la storia e tutte le sue varianti. Ma perché, c'è qualcuno che non la conosce? Allora facciamo così, il mio riassunto della storia lo metto QUI, ci clicchi sopra chi vuol leggerlo, chi già sa tutto, invece, può proseguire. 


A sinistra: Kyoko Mizuki (cioè Keiko Nagita). A destra Yumiko Igarashi (che probabilmente pensa di essere kawaii)


Candy Candy ha due autrici; la sceneggiatrice e autrice dei testi Kyoko Mizuki (che in realtà si chiama Keiko Nagita) e la mangaka Yumiko Igarashi, autrice dei disegni e della caratterizzazione di alcuni personaggi. Negli anni novanta le due sono state separate da una disputa legale, che di fatto da allora ha impedito alle repliche della serie animata di essere trasmesse in TV e al fumetto di essere ristampato. Eppure vi è un fandom molto vasto e molto attivo, con migliaia di blog, e ogni anno vengono scritti anche migliaia di racconti e romanzi, le cosiddette fanfiction, ambientati nel mondo di Candy Candy. 

Io, come molti, credo che la ragione del successo di Candy Candy, in tutte le sue forme, sia in realtà il suo punto debole, ovvero quel che rende insoddisfacente la storia: il finale sentimentalmente non ben definito, che lascia incompiuti i sogni romantici delle fan.

Candy e Albert, alias Zio WIlliam
Candy, alla fine del manga, corre felice tra le braccia del suo principe della collina, ovvero il bello, giovane, ricco e ambiguo Albert. Ma si metteranno anche insieme? E alla fine si sposeranno? La Chiesa Candista Albertiana non ha certo dubbi in proposito. Perché Candy non dovrebbe sposare Albert? E' o non è il suo adorato principe della collina, che lei ha sempre sognato? Con lui il cerchio si chiude. E poi hanno già convissuto felicemente per un certo periodo. Il fatto che Albert sia anche zio adottivo di Candy poco importa, come pure che sia uno strano individuo dalla triplice identità: fricchettone animalista, milionario affarista e principino scozzese con kilt e cornamusa. Mia sorella, all'epoca, aderiva alle candiste albertiane. Ma rimane il fatto che il manga non mostra il matrimonio di Candy con Albert, e l'anime non chiarisce affatto le cose, dato che nel finale neanche corrono l'uno tra le braccia dell'altra, come nel manga, ma si limitano a partecipare a un'allegra tavolata assieme a decine di altre persone.


Candy e Terence, il bel tenebroso


E il fascino di Terence dove lo mettiamo? Non solo molte lettrici e telespettatrici sono diventate fan del bel tenebroso, e avrebbero desiderato vedere un lieto fine per la coppia, ma sembra che il personaggio si sia guadagnato le simpatie delle stesse due autrici più di quanto fosse previsto inizialmente, portandole a espandere via via la sua partecipazione e la sua caratterizzazione. Sia nell'anime che nel manga è presente la scena in cui Terence bacia Candy. Ci rimedia uno schiaffo, è vero, ma è comunque Terence che si vede baciare Candy e non Albert. Però nel finale, sia del manga che dell'anime, Terence è solo un ricordo agrodolce; sembra essere ormai acqua passata. Nella sola versione italiana dell'ultima puntata, quando viene mostrato un giornale che parla di lui, un doppiaggio posticcio fa dire al titolo che Terence e Susanna si sono lasciati, per lasciare una speranza che lui e Candy possano tornare insieme. E, sempre solo nella versione italiana, un perplesso speaker aggiunge una frase ambigua: l'amore per Terence l'accompagnerà per tutta la vita. Sì, perchè in Italia è molto potente la Chiesa Candista Terenziana; mia moglie, per esempio, ne fa parte. I terenziani hanno una fede incrollabile nel fatto che Candy e Terence alla fine siano tornati insieme: in fondo non hanno mai smesso di amarsi, e questo è un fatto incontrovertibile, è stato un destino avverso a separarli, ma le situazioni contingenti cambiano, mentre i grandi amori durano in eterno. 



Final Story edizione italiana
Nel 2010 ai due testi sacri tradizionali, ovvero il manga e l'anime, che insieme compongono una sorta di Vecchio Testamento, si è aggiunto un terzo, che, almeno in parte, è sinottico, ovvero il romanzo Candy Candy Final Story, di Keiko Nagita, pubblicato in Italia in due volumi, dal titolo Candy Candy e Candy Candy Lettere. Quindi, tra l'altro, come nel vero Nuovo Testamento, anche qui abbiamo le lettere. L'operazione è ancora una volta ambigua: chiarisce solo che Candy alla fine si è sposata con qualcuno, ma non ne svela il nome. Tra le altre cose sappiamo che Susanna, la rivale che teneva Terence legato a sé per mezzo del senso di colpa, è ormai morta, il che lascia aperto un nuovo spiraglio per i terenziani. Ma la realtà è che sia albertiani che terenziani sono in grado di interpretare gli indizi sparsi nel libro a proprio beneficio: l'autrice rimane volutamente sul vago per non privare nessun lettore dei sogni preferiti.

Mi rendo conto che riportare tutta la questione a: con chi si sposa, Candy, alla fine? è riduttivo. Candy Candy è un prodotto destinato alle bambine, eppure parla di amicizia, amore, sacrifico, responsabilità, sofferenza e morte: difficile trovare tutto questo nella concorrenza. La trama ha grosse ingenuità, l'animazione, almeno nelle prime puntate, è rozza, ma la storia (detratte le varie divagazioni che l'anime è costretto a introdurre per mantenere una certa sincronia con l'uscita originaria del manga) ha delle caratteristiche uniche. Per certi versi Candy Candy aspira ad essere sia un romanzo storico che un romanzo di formazione. 

Si, vabbè, ma con chi si sposa, Candy, alla fine? Sentite, ma non è una domanda offensiva nei confronti di un personaggio moderno, indipendente e anticonformista come Candy? Attraverso le dure prove della vita, che affronta senza mai perdere spontaneità, purezza e altruismo, Candy si realizza con le proprie forze sia dal punto di vista lavorativo (farà l'infermiera) che familiare (non dovrà più soffrire per farsi accettare). Perché si deve per forza sposare con uno dei due, Albert o Terence? Anzi, perché si deve per forza sposare? 

Purtroppo è la stessa Keiko Nagita a mostrarci in Candy Candy Final Story una Candy alle soglie dei quarant'anni, che aspetta il ritorno a casa del suo amato. Con chi si sposa, alla fine, Candy? sarà pure una domanda riduttiva, ma è necessaria.

Forse la questione potrebbe essere risolta se si ritrovasse uno degli antichi testi sacri perduti. Sto parlando del romanzone illustrato originale, inedito al di fuori del Giappone, pubblicato alla fine degli anni settanta, e mai ristampato. Si racconta che fosse lungo mille o addirittura duemila pagine. Personalmente, poiché anche quello lo ha scritto la Mizuki-Nagita con la complicità della Igarashi, ho i miei dubbi che possa essere chiaro sulla questione. C'è poi il Diario di Candy, dell'esistenza del quale si apprende in Candy Candy Final Story, mentre la cosa non ha alcun riscontro nel manga e nell'anime. Chissà se questo diario verrà mai alla luce? Forse la Nagita sta preparando le fan all'uscita di un nuovo testo sacro.

Ci sono poi gli apocrifi. Sto parlando dei fumetti scritti e disegnati in Italia con cui la Fabbri Editore ha pensato di continuare le avventure di Candy dopo aver concluso il manga originale. E dei tre libri, pure di avventure inedite, sempre pubblicati da Fabbri Editore negli anni ottanta. E poi migliaia di opere di fanfiction. Ma niente di tutto ciò può essere considerato probante.

No, io non sono in grado di dirvi con chi si sposa Candy. Migliaia di esegeti hanno già studiato tutti gli indizi che si trovano nelle varie fonti, ma invano: chi se l'è sentita di esprimersi lo ha fatto in base a ragionamenti viziati dal pregiudizio, che risultano convincenti solo per i loro correligionari.  Io non sono nè un albertiano né un terenziano. No.


Io sono un resurrezionista steariano; appartengo cioè a una microscopica setta che in realtà si disinteressa del destino matrimoniale di Candy, e si concentra invece su alcuni aspetti suggestivi della narrazione della morte di Stear, che lasciano intendere che il simpatico inventore pasticcione sia in realtà sopravvissuto all'abbattimento del suo aereo. La cosa non ha alcun riscontro nell'anime, ed è esplicitamente negata in Final Story, ma noi eretici non ci badiamo, e consideriamo canonico il solo manga, dove la morte del giovane aviatore è raccontata in alcuni quadri enigmatici. Ma a ben vedere, la tavola col bagliore dell'esplosione dell'aereo è seguita da un quadro in cui il ragazzo è rappresentato a testa in giù, e nella tavola successiva ci sono solo i rottami galleggianti. Si riprende con la scena del funerale di Stear, in cui Patty si rammarica di aver di fronte solo una tomba vuota: il cadavere del suo amato non è stato recuperato. Patty a un certo punto grida che Stear non è morto, ma chiaramente tutti la prendono per una crisi isterica. Di tutto questo non c'è traccia nell'anime e tanto meno in Final Story, ma se vogliamo attenerci al manga, è chiaro che Stear se non altro è sopravvissuto all'esplosione dell'aereo, e forse (quadretto a testa in giù) si è gettato col paracadute. 


Scene dal manga: 1) L'aereo di Stear precipita 2) L'esplosione 3) Stear a testa in giù DOPO 
l'esplosione dell'aereo    4) Patty e la bara vuota    5) Patty non crede alla morte dell'amato


Ma, se Stear è sopravvissuto, come mai non ricompare nel seguito? Noi resurrezionisti abbiamo una spiegazione anche per questo: Stear è ferito e ricoverato da qualche parte in Francia, e non può ancora né scrivere né dettare una lettera. O forse è prigioniero dei nemici (ma sotto la protezione dell'asso tedesco cui ha cavallerescamente risparmiato la vita poco prima di essere abbattuto). Ricomparirà mesi dopo la fine della guerra, quando l'arco di tempo narrato nel manga si è già concluso. In realtà, sette steariane a parte, mi sembra probabile che le autrici del manga, quando, nell'ottavo volume, hanno narrato la morte di Stear, abbiano lasciato una porta aperta per una sua possibile ricomparsa. Poi dev'essere mancato il tempo o la motivazione per farlo resuscitare, ma la cosa dovevano certamente averla messa in preventivo.

Vi è piaciuto questo post? Vi piaceva Candy Candy? E a quale fede o setta appartenete? Fatemi sapere!









8 commenti:

  1. Chiesa candistia,manga eccetera sono cose complicate ma scritte bene...OK...

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  2. Sempre odiata, la sua vita era un pendolo che oscillava incessantemente tra vittimismo e scimità.

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    1. Questo commento potrebbe essere considerato blasfemo da milioni di candisti!

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  3. Bah, io all'epoca ero più haidista.
    (con la "h" iniziale, non la "j", sennò sono cazzi...)

    Haidi aveva il suo fascino, era la prima rompiscatole di una lunga serie.
    Candy Candy era già roba vecchia !

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    1. Heidi in realtà è più vecchia di Candy

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    2. Veramente ??? Ma allora è come Mazinga, che in Italia è venuto dopo Goldrake,
      ma che in realtà in Giappone è stato creato prima !

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  4. Purtroppo anch'io speravo che Stear fosse vivo e magari smemorato come Albert in qualche ospedale accudito da una infermiera simil Candy, ma la tavola della morte di Stear non lascia dubbi, due colpi lo hanno colpito alla tempia, cola anche del sangue nero, forse per non fare troppo impressionare i bambini, ricordiamoci che il manga, negli anni 80 era destinato alle fasce dei 8/9 in su, de non addirittura ai più piccoli. Che tristezza. Povero Stear 💔

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    1. Tranquilla, Stear non è morto. Nessuno nega che sia rimasto gravemente ferito, né che il suo aereo era esploso, ma nel quadro precedente all'esplosione lo si vede che si pulisce il volto dal sangue con il dorso della mano, e dopo l'esplosione dell'aereo lo si vede ancora a testa in giù e si leggono i suoi pensieri. Stear probabilmente ha installato sul suo aereo un dispositivo sperimentale di sua invenzione per eiettarsi dall'aereo e farsi deporre a terra da un paracadute, dispositivo che in futuro verrà adottato da tutti i caccia e di cui lui deteneva il brevetto. Dopo vari mesi in un ospedale francese, dove è ricoverato e anonimo, tornerà a casa a sorpresa, a guerra ampiamente finita. Questo almeno è quel che immagino le due autrici del manga avessero previsto, ma per qualche motivo hanno dovuto concludere la storia in fretta e furia, coi risultati che ben conosciamo

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