Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

giovedì 4 settembre 2014

Una mutevole verità

Mi sono deciso ad accostarmi a questo autore, italiano e contemporaneo, incuriosito dal suo notevole successo. Gianrico Carofiglio è vincitore di numerosi premi (tra cui uno di quelli che ti regalano la bottiglia di liquore), ma cosa assai più importante è amato dal pubblico. Tra l'altro ho letto che è considerato il capostipite del legal thriller italiano. A me del legal thriller non me ne frega nulla, ma Una mutevole verità è invece dichiaratamente un giallo investigativo classico, per cui ho pensato fosse una buona opportunità per conoscerlo. Vi dico subito che, pur avendo qualche elemento interessante e godibile, Una mutevole verità lascia a desiderare come edizione e confezione, e come romanzo giallo non è poi un granché, né come trama né in quanto a personaggi. 


Ingannati dal formato, dal prezzo e dalla presentazione del volume, ci aspettiamo un romanzo giallo di un qualche respiro. Ma anziché le solite circa duecento pagine, ci troviamo davanti invece un raccontino striminzito, che, se stampato su carta di normale spessore, con margini meno esagerati e senza abuso di pagine bianche e altri trucchi da editore esoso, sarebbe lontano dal raggiungere le cento pagine.



Il nostro nuovo investigatore, Pietro Fenoglio, maresciallo dei carabinieri, vive a Bari, è disincantato nei confronti del proprio lavoro, umano e comprensivo con indiziati e pregiudicati, odia la violenza, è gentile con gli anziani. D'altra parte è internamente insofferente nei confronti della burocrazia, dei colleghi e dei superiori, delle chiacchiere dei giornalisti, degli svarioni d'italiano negli atti d'ufficio. Naturalmente tutto questo, nel breve respiro del racconto, non è mostrato ma semplicemente raccontato dal narratore. Fenoglio (che tra l'altro, oltre ad avere il cognome dell'autore de Il partigiano Johnny, è omonimo di un famoso architetto torinese del passato) legge e consiglia libri, ascolta musica classica, al lavoro preferisce andare a piedi, ha pudore nel frugare tra gli oggetti personali di un morto, maneggia una rivista pornografica (un reperto giudiziario, ovviamente) con due dita, come se avesse paura di sporcarsi, 



Insomma Fenoglio non è diverso da molti altri investigatori malinconici del cinema e della letteratura, ma in più è buonissimo, non ha difetti, è praticamente un santo. Traduzione: è un personaggio davvero insopportabile! 



Cosa salviamo di questo nuovo investigatore? Qualche gag arguta e divertente. E poi Pietro Fenoglio in effetti una caratteristica interessante e piuttosto distintiva ce l'ha: l'olfatto. Il maresciallo dà molta importanza agli odori, e crede di percepire quelli della morte, della paura... e delle cose fuori posto. Altro elemento interessante è, se vogliamo, la morale popperiana del romanzo, che, paradossalmente, si applica alla fisica come all'investigazione: quando ci innamoriamo di una teoria corriamo il rischio di vedere solo gli indizi a favore, invece paradossalmente dovremmo metterla alla prova cercando noi stessi di smentirla. Questa lista forse esaurisce gli elementi positivi, ma sono questi che rendono il libro tutto sommato godibile.



E veniamo al giallo: che ne dite di un poliziesco dove capisci subito chi è innocente, chi è colpevole e chi copre chi? Non è poi così mutevole questa verità! Anche per gli investigatori del romanzo, in fondo, cambia una volta sola, quando finalmente anche gli inquirenti arrivano al colpevole (e non grazie alle indagini, ma a una confessione, anche se Fenoglio qualcosa aveva già intuito, proprio grazie al suo fiuto). Fino alla fine manca la conferma di quale sia il movente, e anche qui Una mutevole verità è deludente: una coppia di personaggi che si scoprono fondamentali per la chiusura della trama non ha fatto nulla, anzi non ha mai fatto capolino nel romanzo. E la vittima? Non ha praticamente storia né famiglia... Carofiglio deve averla presa dalle graduatorie regionali delle vittime dei gialli.

Concludendo, Una mutevole verità è solo un raccontino giallo, se ti aspetti un vero romanzo resti certamente deluso. Dovrò dare a Carofiglio un'altra chance con un'opera di maggior respiro. Prima o poi lo farò.




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