Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

domenica 15 settembre 2024

Storia di due calzini


Guardo un calzino spaiato che ho trovato nel cassetto, e mi chiedo: che fine ha fatto tuo fratello? Mi risponde Hans Christian Andersen, con questa fiaba... a parte il finale, che non è tragico, perché gli ho tolto di mano la penna d'oca appena in tempo, e ho concluso io il lavoro. Buon divertimento!


STORIA DI DUE CALZINI


C’erano una volta due calzini a strisce, identici in tutto: rossi, verdi, gialli e blu, disposti in bande perfettamente simmetriche. Erano inseparabili, sempre insieme, a coccolarsi nei cassetti o a correre fuori per il mondo ai piedi di un bambino vivace. Il loro legame era così forte che mai avrebbero immaginato che un giorno il destino li avrebbe separati.

Un giorno, dopo un lavaggio rumoroso e turbolento, accadde l’imprevedibile: uno dei due calzini, per una qualche misteriosa magia del bucato, non ritornò al suo posto. Il primo calzino fu riposto in un cassetto, mentre il secondo, disperso tra mutande e canottiere, finì per errore di nuovo nel mucchio della biancheria sporca.

Nel cassetto scuro e silenzioso, il tempo trascorreva lento. Il calzino rimasto lì si ritrovava giorno dopo giorno a languire nell’oscurità, senza poter vedere il mondo, senza poter sentire l’aria fresca o il profumo del vento. Lì, accanto a lui, c'era un altro calzino: era blu, un tempo parte di un’altra coppia, ma ora, proprio come lui, rimasto solo. Quel calzino blu era triste, molto triste, perché suo fratello gemello si era bucato, era diventato troppo vecchio e logoro, e infine era stato gettato via. Il calzino blu lo sapeva, e, a parte la tristezza di essere rimasto solo al mondo, ogni giorno temeva di essere tirato fuori dal cassetto, riconosciuto come spaiato, e gettato anche lui nella spazzatura.

“Non c’è più speranza per noi,” diceva il calzino blu con una voce soffocata dalla tristezza. “Quando ci separano, quando ci dimenticano in questi cassetti, significa che non torneremo mai più al mondo. E chi sa che fine ha fatto tuo fratello gemello? Forse anche lui… è andato.”

Queste parole turbavano profondamente il calzino a strisce. Non sapeva cosa fosse successo a suo fratello, e questo dubbio lo consumava. “E se si fosse bucato? E se anche lui fosse stato buttato via? Se non dovessi più rivederlo?” si chiedeva, lasciandosi avvolgere dalle ombre del cassetto.

Ma mentre il nostro calzino languiva nel buio, l'altro fratello a strisce viveva una vita molto diversa. Perduto dopo il bucato e finito nel mucchio della biancheria sporca, volta dopo volta subì continui lavaggi e stese al sole, senza mai essere indossato. Ogni volta che usciva dalla lavatrice, veniva riposto di nuovo nella cesta dei panni da lavare, e poi ancora lavato, asciugato e ripiegato, in un ciclo infinito.

Durante quelle giornate all’aria aperta, il calzino scoloriva pian piano, ma non senza aver vissuto innumerevoli avventure. Parlava con altri capi di biancheria: lenzuola che avevano visto il mondo dalla cima di un letto, camicie che avevano attraversato strade affollate, e perfino con gli uccelli che si posavano sul filo dell’asciugatura. Dai loro racconti imparò dei mari lontani, delle montagne alte e delle città brulicanti di vita. In quei mesi, nonostante la solitudine e i continui lavaggi, si riempì di storie meravigliose e di sogni ancor più meravigliosi.

Un giorno, dopo l’ennesimo lavaggio, accadde qualcosa di inaspettato. La signora Maria lo notò, poggiò a terra la cesta dei panni e lo prese in mano: “E questo qui? E' spaiato? Che ne faccio? Lo butto?” 

Ma proprio in quel momento udì la voce della padrona di casa, che aveva bisogno di lei, per cui si affrettò a far sparire il calzino spaiato nel cassetto.

“Me ne occuperò più tardi,” mormorò. Ma, come spesso avviene, presa dalle mille faccende che c'erano da fare in quella casa, si dimenticò del calzino spaiato.

Il calzino era finalmente tornato nel cassetto! Mentre scivolava nel buio, il suo cuore sobbalzò: accanto a lui, poteva sentire una presenza familiare.

“Sei tu?” chiese il calzino scolorito, trattenendo il respiro.

“Sì, sono io!” rispose il gemello che era rimasto nascosto per tutto quel tempo. “Temevo di non rivederti mai più! Ero così preoccupato, pensavo fossi stato gettato via!”

“Gettato via? No, ho vissuto mille avventure!” rispose l’altro con un sorriso. “Ho conosciuto lenzuola che hanno attraversato mari, camicie che hanno visto il mondo, e persino uccelli che raccontavano storie dei cieli. Ho imparato tanto del mondo là fuori, ma sono felice di essere di nuovo insieme a te!”

Il calzino rimasto al buio osservava suo fratello con meraviglia. Era un po' scolorito, certo, ma nei suoi fili appena appena logori si nascondeva un mondo di esperienze, di racconti, di sogni vissuti sotto il sole. “Io, invece, ho solo aspettato,” disse. “Ma adesso non importa più. Siamo di nuovo insieme, e questo è tutto ciò che conta!”

I due calzini, finalmente riuniti, si abbracciarono in quel piccolo angolo di cassetto. E quella mattina stessa, furono indossati insieme, come una volta. Non senza una certa apprensione, perché il bambino che li indossava dovette difenderli, quando la mamma gli disse:

“Perché hai messo quei calzini? Non vedi che sono diversi? Uno è più scolorito dell'altro!” 

“Non fa niente, mamma, non si nota mica… E poi sono i miei calzini preferiti, ed è tanto che non li metto!” 

Così il bambino andò a scuola indossando i calzini a strisce, e loro camminarono fianco a fianco, scoprendo che, nonostante le loro disavventure, erano ancora perfettamente coordinati. Furono lavati e asciugati, questa volta insieme, per molte volte, e in poco tempo anche il calzino che era rimasto nel cassetto si scolorì, annullando la differenza di colore. 

E così, i due calzini continuarono a camminare, un po’ scoloriti ma pieni di storie da raccontare. E vissero felici, sempre pronti a saltare fuori dal cassetto per affrontare il mondo… insieme.

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