Che succede a Baum? Un bel po' di casini, ovviamente!
Che succede a Baum? è il romanzo d'esordio di Woody Allen, che, alle soglie dei 90 anni, stupisce, uscendo dal seminato, e proponendo quello che è sostanzialmente il suo nuovo film, il solito film alla Woody Allen, insomma: incentrato su un personaggio nevrotico e sui suoi disastrosi rapporti con le donne. Ma stavolta il tutto è in forma cartacea anziché su pellicola! A parte questo però non cambia molto, humor nero compreso, per fortuna.
L'ambientazione è tra New York e la campagna del Connecticut, e si parla di scrittori: Asher Baum è un giornalista di mezza età, romanziere fallito, con un matrimonio agli sgoccioli, un figliastro odioso, una denuncia di molestie sessuali pendente sul capo come una spada di Damocle e un editore che vuol scaricarlo. Che succede a Baum? Di tutto: è andato in tilt. E anche niente: quasi tutto è nella sua testa, sdoppiato nei dialoghi con sé stesso: Asher Baum parla da solo, si sa, ma adesso neanche da solo si dà molta retta.
Woody Allen è un grande regista: ha girato più di 40 film, e alcuni sono dei capolavori; di certo non tutti, ma finora io ne ho trovato brutto uno soltanto (Basta che funzioni). Quanto a scrivere, che dire, je l'ammolla: ama il paradosso e le situazioni grottesche, e questo si sa, ma in più il suo stile è divertente e schietto. Nonostante la velocità e la semplicità dello scrivere, gli stati d'animo dissociati di Baum e i suoi vaneggiamenti romantici riescono comunque a starci tutti in poco più di 220 pagine, e con tutti i dettagli.
Avevo già letto la sua autobiografia A proposito di niente, e, come lì mi sembrava di vederlo e sentirlo: seduto in poltrona, a raccontare la sua vita con la voce di Oreste Lionello, qui mi sembra davvero di vedere un suo nuovo, in realtà inesistente, film. Il cinema è illusione, è magia. Woody Allen pure.








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