Beh, non proprio come quella di Snoopy! Comunque diciamo che anch'io nel mio piccolo ho sperimentato come in Italia sia molto più facile pubblicare un modesto romanzo piuttosto che un "bellissimo" (così mi dico da solo, ehm...) libro di racconti. Eppure... Che i tempi stiano cambiando? Numerosi libri di racconti sono apparsi recentemente. Bisogna ammettere che i grandi editori non si sono sbilanciati, dato che, anche se hanno aperto ai racconti, hanno prudentemente continuato a pubblicare solo grandi autori o autori comunque noti. Ma chissà che non si stia muovendo qualcosa? Spero di sì! Qui vi parlo di L'Elefante scomparso e Tutti i figli di Dio danzano di Murakami Haruki, Bicchiere pieno e altri racconti di John Updike, I Vecchi esultano la sera di Fernando Acitelli, Dire Mai e altri racconti di David Foster Wallace, Guarda l'uccellino di Kurt Vonnegut, I racconti della balaustra di Marco Bernini, Cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi, Tra realtà e mistero di Sergio Bertoni, Io che... di Carlo Conti, La lezione del canarino di Raffaele La Capria, Venti racconti allegri e uno triste di Mauro Corona.
L'Elefante scomparso e Tutti i figli di Dio danzano di Murakami Haruki. "Spesso divertenti, sempre commoventi" dice dei racconti di Murakami Haruki (devo sempre ripetere il nome per intero perchè non so bene qual è il nome e quale il cognome) la quarta di copertina de L'Elefante scomparso. Non sono d'accordo: qualche sorriso c'è senz'altro, ma non definirei divertenti questi racconti, e tantomeno spesso. E neanche commoventi. Sono invece racconti quasi sempre stralunati e volutamente quasi incompiuti, cioè lasciati senza un vero finale, spesso surreali, a volte addirittura con inserti fantastici. I simbolismi (incomprensibili, naturalmente) si sprecano. Mi dicono che non è possibile capire veramente Murakami Haruki senza conoscere il mondo dei manga. Se è così abbiate pazienza con me: faccio quel che posso. Molti racconti partono da esperienze autobiografiche, molti parlano di uomini perdenti e di donne solo in apparenza remissive. Ora dovrei dire qualcosa del tipo: "il Giappone di Murakami Haruki rimane sfuggente e indecifrabile", ma in realtà il Giappone qui c'entra poco: Murakami Haruki parla più che altro del mondo interiore di uomini privi di direzione e verso, e del loro senso di vuoto. L'indecifrabilità, quindi, è forse intrinseca e funzionale.
Bicchiere pieno e altri racconti di John Updike. Ecco ora il primo di tre libricini della serie Racconti d'autore, distribuiti in edicola come supplemento de Il Sole 24 ore. L'iniziativa è ovviamente lodevole, ma bisogna dire che anche per i grandi autori c'è il rischio che le opere minori restino opere minori, e quindi deludenti. E' il caso dell'uscita dedicata a John Updike: in questa mini-raccolta ci troviamo di fronte a tre raccontini dal sapore autobiografico, di tipo familiare, ma tutto sommato privi di coinvolgimento reale e di motivazione evidente. Almeno all'apparenza si tratta di spigolature e nulla più.
Dire Mai e altri racconti di David Foster Wallace. Un'altra raccoltina piuttosto eterogenea. Uno dei racconti l'ho trovato del tutto insignificante, mentre gli altri due sono nobilitati dalla scelta originale e spiazzante del punto di vista, cifra questa tra le migliori di Foster Wallace. Il linguaggio in questo caso è fresco e immediato, con i personaggi che parlano e soliloquiano in modo credibile.
La lezione del canarino di Raffaele La Capria. Ecco invece un libricino omogeneo nei contenuti. Numerosi racconti bonsai con un tema comune, che in poche parole è "viva gli animali". Due paginette e via con l'elogio autocompiaciuto di un altro animaletto. Veloce ma monotona la struttura, e un po' troppo superficiale la lezioncina morale. Immancabile il ricordo del povero cane tanto buono (più di molte persone) scomparso anni e anni fa e mai dimenticato.
Guarda l'uccellino di Kurt Vonnegut. "Classic Vonnegut", dice la quarta di copertina, ma chissà perchè. "Racconti scritti all'inizio di una promettente carriera" dice invece il risvolto, e già va meglio. Ma direi di più: questi hanno addirittura l'apparenza di racconti adolescenziali, scritti con la voglia di stupire in poche pagine, con tanto di colpo di scena finale. Spesso ci riescono, ma anche quando questo non succede la lettura scorre piacevole.
I Vecchi esultano la sera di Fernando Acitelli. Sono stato attratto da questo libro per via dell'ambientazione romana, ma bisogna dire che un linguaggio antiquato e uno stile descrittivo e letterario rendono i racconti di Acitelli piuttosto faticosi da leggere. I personaggi sono sempre descritti da un punto di vista interno, spesso meticolosamente, e i dialoghi scarseggiano.
I racconti della balaustra di Marco Bernini. Un viaggetto negli anni ottanta assieme ai ricordi dell'autore. Una carrellata di personaggi e situazioni che non possono certo essere definiti indimenticabili. Una lettura leggera, che non aveva certo bisogno di essere appesantita e rallentata dall'indicazione esplicita della colonna sonora. No: Bernini ti impone i brani musicali con assolutismo, per cui se per caso ti era capitato di iniziare a immedesimarti con qualche personaggio, ecco che arriva la citazione di un brano che, tu misero, non conosci, ad assicurarsi che ciò non accada.
Tra realtà e mistero di Sergio Bertoni. Una raccolta piuttosto eterogenea in cui, tra diari minimi dal sapore social-condominiale e spigolature che sembrano tratte da vecchi numeri del "Giornale dei misteri", spiccano scritti di notevole respiro narrativo e di gran godimento come "L'anatema di Tihuta" e "I giorni della bufera". Il primo è un valido thriller-horror-mistery che avrebbe probabilmente meritato di essere sviluppato fino ad essere promosso romanzo. Il secondo è una suite di racconti dal sapore autobiografico, che pure secondo me avrebbe meritato maggior spazio e una pubblicazione a sé. In questi scritti Bertoni dà il meglio, esibendo il suo narrato efficace e con pochi fronzoli. Il resto (incluso il solito ricordo del vecchio cane, a quanto pare irrinunciabile per chi scrive sul filo della memoria) tutto sommato è di poco rilievo.
Cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi. Ah, i vecchi tempi... Si stava meglio una volta? Mario Calabresi tutto sommato ne dubita, e salta avanti e indietro nel tempo, attraverso ricordi altrui, alla ricerca di una risposta. Una lettura non vivace ma piana e veloce.
Io che... di Carlo Conti. Più che racconti sono semplici quadretti autobiografici, tirati via con semplicità. Direi in modo troppo veloce e anche un po' superficiale. Conti fa facilmente centro nell'individuare ricordi comuni, in cui molti lettori si riconosceranno facilmente, ma non va al di là del semplice elenco di tali ricordi. Non c'è una storia dietro, non la formazione di un giovane, non il ritratto di un'epoca.
Venti racconti allegri e uno triste di Mauro Corona. Dopo l'iniziale stupore ci si abitua ben presto allo strano mix tra narrazione colloquiale e prosa letteraria imbastito da Corona, e i racconti si godono con comodità, nonostante l'autore tenda ad essere troppo invadente e faccia capolino in veste di personaggio qua e là, come la talpa del vecchio gioco del luna park. Se non ci viene a noia la ripetitività dei personaggi, tutti bevitori, misogini e bracconieri, le 150 paginette scorrono in fretta. Il libro poteva essere confezionato con altrettanta semplicità e ad un prezzo adeguato. L'editore, invece, indovinate un po'? Ha scelto carta spessa, ampi margini, gran spreco di pagine bianche all'inizio e alla fine, copertina rigida e sovracopertina... Risultato? 18 euro di prezzo di copertina.
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