Ricordo bene la sera in cui fu trasmessa la prima puntata di Quark, nel 1981. Uno dei servizi era dedicato alle tecniche di confronto usate dalla polizia e all'affidabilità dei testimoni oculari. Agli spettatori venne mostrato un crimine e poi un gruppo di foto segnaletiche. Sia io che mia mamma indicammo senza indugio il colpevole: allenati da anni di libri e telefilm gialli, pensavamo di essere dei buoni osservatori. Eravamo invece vittime di un'illusione: nel filmato, poi riproposto, il volto del criminale in realtà non era visibile. Ci eravamo lasciati ingannare dal taglio di capelli e dal pregiudizio che tra i sospettati proposti si dovesse necessariamente scegliere il più somigliante. Per me fu una rivelazione illuminante, e una lezione che non ho mai dimenticato: non ci si può fidare al 100% neanche dei testimoni oculari! E non fu certo quella l'unica volta che Piero Angela mi mise nel sacco. Divulgatore pacato ed educato ma anche geniale e spregiudicato nel suo razionalismo scettico, prima ancora di far partire Quark mi aveva già sorpreso rivelandomi in Indagine sul paranormale che i rabdomanti in realtà non sanno trovare un tubo (letteralmente) e che la storia dei cucchiaini piegati e degli orologi fermati a distanza in realtà era una balla. E che Nostradamus sapesse profetizzare (e male) solo gli eventi passati me lo svelò il suo amico James Randi. Negli anni a venire Piero Angela mi avrebbe svelato molti altri segreti, dal verso dei dinosauri al carburante del futuro (i quattrini).
Blog dedicato alla narrativa e altro, di GIANLUCA GEMELLI, autore romano (non) emergente.
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sabato 17 giugno 2017
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