Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.
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venerdì 18 agosto 2023

Gradini che non finiscono mai

Nuova gloria nazionale, Giorgio Parisi, fresco di Nobel, pubblica per la Nave di Teseo la propria autobiografia. Purtroppo il libro è frammentario e poco interessante, privo com'è di un vero intento divulgativo. Parisi raccoglie memorie flash, riflessioni disparate, brevi ritratti e coccodrilli di maestri e colleghi, ma per lo più con poca partecipazione. Tipo... Nave di Teseo: Hai vinto un Nobel, devi scrivere un libro leggibile da tutti. Parisi: Ma... Devo proprio? Non mi va molto, e poi adesso ho da fare, e... Nave di Teseo: Ricette ne hai? Possiamo fare un libro di cucina? Parisi: Mah, sì, ma poca roba, tipo una ricetta e un aneddoto... La Nave di Teseo: Ok, andiamo sulle memorie, allora, avrai pure qualcosa nel cassetto, qualche aneddoto, no? Parisi: Si, di quella ho un bel po' di roba, ma per lo più sono solo frammenti, mi riproponevo di rimetterci le mani, ma, sai com'è, non ho avuto tempo, non ha neanche un titolo, e... Nave di Teseo: Su, forza, manda tutto a Piergiorgio Paterlini, che ci pensa lui, e sbrigati! 

sabato 18 marzo 2023

Karima

Karima è l'autobiografia di Karima El Mahroug, scritta con l'aiuto della giornalista Raffaella Cosentino. Un'autobiografia che somiglia a un romanzo di formazione, che ci racconta i primi trent'anni di vita di una donna: la prima infanzia povera ma felice in Marocco; le violenze e il rifiuto da parte del padre in Italia; l'adolescenza vissuta in fuga perenne, saltellando da una comunità di accoglienza all'altra;  l'approdo all'agenzia di Lele Mora e alla corte di Berlusconi; la gogna mediatica; il gorgo processuale; un amore infelice; la maternità, la depressione, fino a raggiungere finalmente, nell'età adulta, una insperata stabilità sentimentale e familiare. Il libro è autoprodotto e ricco di refusi. L'impaginazione non risparmia carta: ampi margini a destra e sinistra, capitoli brevi separati da pagine bianche, paragrafi separati saltando una riga e lunghi spazi vuoti all'inizio dei capitoli confezionano un libro di oltre duecento pagine, di cui una cinquantina potevano probabilmente essere risparmiate alle amiche betulle. Ciononostante vale la pena leggerlo.

martedì 18 febbraio 2020

Perfect rigor: la vita e l'opera di Grisha Perelman

Il nome del matematico russo Grisha Perelman (lo so, in Italiano si dovrebbe scrivere Perel'man, chissà perché, ma in tutte le altre lingue la trascrizione è Perelman, per cui perché non adeguarsi?) è oggi sconosciuto ai più, ma una decina di anni fa era piuttosto noto anche al di fuori del mondo della matematica. Si tratta infatti di un personaggio pittoresco, entrato nel folclore della matematica per il suo anticonformismo. Perelman, un po' per star lontano dai riflettori, un po' per ribellione contro il sistema (del mondo accademico), ha rifiutato sia l'ambita Medaglia Fields (chiamata popolarmente Nobel della matematica) che il Millenium Prize (che ammonta a ben un milione di dollari!) del Clay Institute, suscitando, a suo tempo, notevole scalpore.  Il libro Perfect rigor di Masha Gessen si barcamena tra i molti mentori e colleghi dello sfuggente Perelman (che non solo non concede interviste, ma in pratica non parla più con nessuno da anni e anni) e dà loro voce, nella vana speranza che molti insignificanti dettagli possano comporre il ritratto di un uomo che è invece talmente schivo da restare lontano e misterioso. Vien fuori un noioso resoconto di una vita altrettanto noiosa, che sembra essere stata dedicata unicamente al piacere della dimostrazione e della risoluzione di problemi astratti. Lasciatemi credere che invece in segreto Perelman ogni tanto, se non altro, si sia concesso una birra!

sabato 21 dicembre 2019

Ignac Semmelweis, eroe romantico

Ignac Semmelweis, medico ungherese, attivo a Vienna nella prima metà dell'ottocento, fu un precursore di Pasteur. In un'epoca in cui il mondo dei microbi era ancora sconosciuto, intuì l'importanza del lavaggio antisettico delle mani. Egli infatti dedusse e dimostrò che a diffondere un'infezione perniciosa, allora nota come febbre puerperale, tra le donne ricoverate per il parto, erano le mani non lavate degli studenti di medicina, i quali passavano tranquillamente dalla sala autoptica alla sala parto e viceversa. Ma nonostante l'evidenza dei suoi risultati, la comunità scientifica dell'epoca non era pronta ad accettare una verità scomoda che contraddiceva i principi allora in voga (che oggi giudicheremmo ridicoli) soprattutto se a propugnarla era un personaggio pittoresco, irruento, imprudente e arrogante come era Semmelweis. Morale della favola: in vita il medico ungherese fu ostracizzato al punto che fu forse la sua sofferenza psicologica a determinarne il tracollo mentale: Semmelweis concluderà i suoi giorni internato in manicomio. La sua riabilitazione e consacrazione a eroe della medicina saranno postume. Il libro di Piero Borzini, è una sorta di esperimento letterario: un saggio con licenza di prosa poetica. Comunque adatto a presentarci il personaggio nei suoi aspetti contraddittori di eroe tragico e scienziato lucido e razionale.

mercoledì 11 dicembre 2019

The Ballad of Jethro Tull: quando il progressive rock diventa classico

Il volume The Ballad of Jethro Tull racconta i primi 50 anni di carriera di Ian Anderson, vera icona del Progressive Rock, e dei suoi Jethro Tull. Lo fa con splendide immagini e un sapiente mixaggio di interviste, che si completano a vicenda dando l'illusione al lettore che i protagonisti se ne stiano tutti insieme seduti in salotto a chiacchierare. Ma è più di questo: sfogliando il libro volano 50 anni di storia della società, e, in ultima analisi, della nostra vita, oltre che di storia della musica e del music-business. Ormai il tempo ha trasformato la trasgressione in canone: anche il più iconoclasta, il più dirompente e non commerciale elemento di rottura del panorama musicale è diventato monumento, classico di lusso, da onorare e celebrare. Lo stesso destino è toccato agli altri mostri sacri del Rock e del Progressive Rock, ma nel caso dei Jethro Tull la cosa forse è ancor più paradossale, perché saranno per sempre legati all'immagine trasandata e quasi puzzolente del leader, così come si presentava nei primi anni '70, infischiandosene perfino della regola non scritta che tuttora vuole che il frontman di un gruppo sia figo e desiderabile dalle donne.