A un certo punto, nella prima metà degli anni sessanta, i mass media decisero che John Lennon dovesse essere il beatle intellettuale. Forse fu per via degli occhiali tondi! Andò a finire che il beatle con gli occhiali pubblicò due libri; entrambi hanno la struttura di raccolte più o meno caotiche di racconti, poesie, vignette e chi più ne ha più ne metta. Anche il terzo libro, postumo, mette insieme materiale dello stesso tipo e varietà. Non mi risulta che nessuno di questi libri sia mai stato tradotto in italiano. John Lennon talks, invece, è un'antologia di interviste rilasciate da Lennon, datate dal 1962 al 1980, e ben tradotte nella nostra lingua (a parte la confusione tra borsa e sacco).
Blog dedicato alla narrativa e altro, di GIANLUCA GEMELLI, autore romano (non) emergente.
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giovedì 11 agosto 2022
venerdì 9 ottobre 2020
Buon compleanno, John Lennon!
Se John Lennon fosse ancora qui, in questo momento starebbe festeggiando il suo ottantesimo compleanno. Come omaggio a questo grande musicista, tuttora amato da tutti, voglio riproporre, per chi non l'avesse mai letta, la mia traduzione di una sua rarissima intervista, che è già apparsa su questo blog un po' di anni fa. Cliccate pure sul testo evidenziato, oppure cliccate QUI.
domenica 8 marzo 2020
Just Kids: la vita bohémien ma anche un po' snob della giovane Patty Smith
New York, fine anni sessanta. La giovanissima Patty fa il grande passo: prepara la valigia, ci mette dentro anche un libro del suo poeta preferito: Arthur Rimbaud, e va a New York in cerca di fortuna (vabbè, sono tre ore di treno da casa sua nel New Jersey: può tornare tranquillamente nel fine settimana quando vuole). Non conosce quasi nessuno e non ha un dollaro, non sa dove dormire e come mangiare, ma ha un'idea precisa: diventerà un'artista. Just kids è il libro autobiografico di Patty Smith, incentrato sugli anni giovanili e sulla sua storia con Robert Mapplethorpe, durata più di vent'anni, trasformandosi da amore ad alleanza artistica e amicizia fraterna, fino alla morte di Robert per AIDS.
mercoledì 11 dicembre 2019
The Ballad of Jethro Tull: quando il progressive rock diventa classico
Il volume The Ballad of Jethro Tull racconta i primi 50 anni di carriera di Ian Anderson, vera icona del Progressive Rock, e dei suoi Jethro Tull. Lo fa con splendide immagini e un sapiente mixaggio di interviste, che si completano a vicenda dando l'illusione al lettore che i protagonisti se ne stiano tutti insieme seduti in salotto a chiacchierare. Ma è più di questo: sfogliando il libro volano 50 anni di storia della società, e, in ultima analisi, della nostra vita, oltre che di storia della musica e del music-business. Ormai il tempo ha trasformato la trasgressione in canone: anche il più iconoclasta, il più dirompente e non commerciale elemento di rottura del panorama musicale è diventato monumento, classico di lusso, da onorare e celebrare. Lo stesso destino è toccato agli altri mostri sacri del Rock e del Progressive Rock, ma nel caso dei Jethro Tull la cosa forse è ancor più paradossale, perché saranno per sempre legati all'immagine trasandata e quasi puzzolente del leader, così come si presentava nei primi anni '70, infischiandosene perfino della regola non scritta che tuttora vuole che il frontman di un gruppo sia figo e desiderabile dalle donne.
sabato 21 settembre 2019
L'ultimissimo disco dei Beatles
Esiste una dimensione parallela dove i Beatles non si sono mai sciolti? E una dove i Beatles non sono mai esistiti? I fan dei Beatles hanno sempre amato fantasticare. E a volte la realtà ci aiuta a sognare: in questi giorni è comparso un nastro registrato, vecchio di 50 anni, che ha costretto gli storici del rock a rivedere idee ormai consolidate sullo scioglimento del gruppo.
venerdì 28 dicembre 2018
Neil Young, il sogno di un hippie... o di un bambinone?
Il sogno di un hippie è l'autobiografia di Neil Young. Anzi, più che essere un'autobiografia, è un diario, che segue la rockstar nei suoi interessi e nelle sue attività recenti, cucito intorno a numerosi flashback che ne raccontano la vita e la carriera. Anzi, più che essere un diario, è un vero flusso di coscienza, in cui inseguiamo i pensieri di NY mentre vagano in piena libertà tra presente e passato. Sì, Neil Young, il mito del Rock'n Roll, l'araldo anni '70 dell'antimilitarismo e dell'antirazzismo, ci svela tutti i suoi pensieri... E, almeno per me, la rivelazione è sorprendente e anche un po' deprimente: altro che hippie! NY in realtà è un ricco eccentrico, innamorato delle auto d'epoca, dei rivestimenti in legno pregiato, dell'alta fedeltà, della tecnologia vintage e... dei trenini elettrici! Sì, proprio dei trenini elettrici! E' davvero un bambinone: che delusione! Però, che ci vogliamo fare? Non è colpa sua se Neil è fatto così! E dato che in piena sincerità il vecchio rocker ci svela tutto di sé, godiamoci quel che c'è da godere, in questo libro, ovvero il sapore degli anni sessanta e settanta on the road, e il sound, a volte cupo e a volte allegro, della vita vera, di un uomo e di un artista indipendente. E quando dico indipendente intendo indipendente proprio da tutto, anche dagli stereotipi dell'impegno e della controcultura. Sì, vediamola così: consoliamoci con l'aglietto.
sabato 18 giugno 2016
La più grande band di tutti i tempi
Quanti grandi musicisti del pop e del rock ci hanno purtroppo lasciati, nel corso di quest'anno? Tanti. Troppi. Come mai? In questo racconto mi prendo la libertà di aggiungerne uno all'elenco (spero che il diretto interessato non si arrabbi) e vi spiego che… è tutta colpa di David Bowie.
sabato 28 maggio 2016
Ti ricordi di Psy?
Oggi volevo fare un bel discorsetto a mio figlio tredicenne. Volevo dirgli: "Ti ricordi di Psy? Appena tre anni fa era la superstar del momento e tutti non facevano altro che ballare la sua canzone Gangnam Style, al punto che perfino tu, nella recita scolastica della quinta elementare, dove non c'entrava proprio niente, ti sei ritrovato a ballarla sul palco, vestito da Don Abbondio! In quel momento era quasi una cosa obbligatoria... Beh, adesso dov'è Psy? Non si vede quasi più da nessuna parte e nessuno ne parla più, e il Gangnam Style è completamente fuori moda! E invece Bach? E i Beatles? Quelli non passano mai, e sono ancora al loro posto nell'Olimpo della musica!" Ecco, più o meno, cosa volevo dirgli, e già sorridevo sotto i baffi, così sono andato in camera sua e ho incominciato:
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