Il volume The Ballad of Jethro Tull racconta i primi 50 anni di carriera di Ian Anderson, vera icona del Progressive Rock, e dei suoi Jethro Tull. Lo fa con splendide immagini e un sapiente mixaggio di interviste, che si completano a vicenda dando l'illusione al lettore che i protagonisti se ne stiano tutti insieme seduti in salotto a chiacchierare. Ma è più di questo: sfogliando il libro volano 50 anni di storia della società, e, in ultima analisi, della nostra vita, oltre che di storia della musica e del music-business. Ormai il tempo ha trasformato la trasgressione in canone: anche il più iconoclasta, il più dirompente e non commerciale elemento di rottura del panorama musicale è diventato monumento, classico di lusso, da onorare e celebrare. Lo stesso destino è toccato agli altri mostri sacri del Rock e del Progressive Rock, ma nel caso dei Jethro Tull la cosa forse è ancor più paradossale, perché saranno per sempre legati all'immagine trasandata e quasi puzzolente del leader, così come si presentava nei primi anni '70, infischiandosene perfino della regola non scritta che tuttora vuole che il frontman di un gruppo sia figo e desiderabile dalle donne.
Blog dedicato alla narrativa e altro, di GIANLUCA GEMELLI, autore romano (non) emergente.
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mercoledì 11 dicembre 2019
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