99: Immota manet

Il post n. 99 di questo blog voglio dedicarlo... al numero 99! E alla città dell'Aquila. Fin da piccolo infatti ho sempre sentito parlare di questo numero a proposito della fondazione della città. Mia mamma era di Bazzano, paesino a soli 3 km da l'Aquila, a me molto caro, ma sconosciuto ai più. Almeno fino al terremoto del 2009, che lo portò tristemente alla ribalta assieme ad altri luoghi, come Paganica, che prima percepivo come quasi unicamente legati alla mia infanzia. Ma non è di nostalgia, di case lesionate e di ricordi agrodolci che voglio parlare oggi. Oggi voglio parlare di numeri e di leggende! Tra l'altro voglio proporre qui un'ardita teoria storico-numerologica sul significato del numero 99. Calma, ragazzi, trattenete i cani, è solo un gioco: il post è taggato pseudoscienza!

Eccoci a l'Aquila. Immota manet, recita il motto della città. Ci vuole una caparbietà tutta abruzzese per adattarlo a una città che viene distrutta da un terremoto più o meno ogni 300 anni.

Ma andiamo alle origini. La fondazione de l'Aquila risale alla metà del duecento. A unirsi e a metter insieme le risorse, secondo la tradizione, furono ben 99 "castelli". Racconta la leggenda che l'accordo originale prevedesse l'unione di 100 castelli, ma che uno si ritirò all'ultimo momento portando il totale al famoso 99. Si racconta pure che la pianta originaria della città comprendesse 99 quartieri, ciascuno con la sua piazza e la sua chiesa, in ricordo dei 99 castelli fondatori.

I castelli veri e propri, in realtà, furono probabilmente ben pochi. Tra questi Amiternum, o quel che ne restava dopo una plurisecolare decadenza (in epoca romana era stato un importante centro), e Forcona. Quest'ultima cittadina, raccontava mia nonna, sorgeva su quello che oggi si chiama Monte di Bazzano. Diceva inoltre che l'antica città era talmente ricca da avere un campanile dalle campane d'oro, mai ritrovate, e diceva che a volte alcuni raccontavano di sentirle suonare nelle notti ventose... Quante volte ho immaginato di andar lassù a scavare, alla ricerca di questo mitico tesoro. Mia nonna ci sapeva fare con le fiabe! 

Insomma per portare il totale a 99, ai castelli bisogna aggiungere anche piccoli casali e poderi, e anche così si stima che i veri fondatori siano stati assai meno, forse una sessantina. Ma il più antico monumento della città è noto come la fontana delle 99 cannelle (in realtà i mascheroni, se li contate, sono 93, ma non ditelo agli aquilani), e la torre civica batte ancor oggi 99 rintocchi al tramonto. Insomma a l'Aquila si è sempre fatto di tutto per alimentare la leggenda dei 99 castelli. Perché? Qual è l'importanza di questo numero? 

Per ora non ho trovato in letteratura spiegazioni che attribuiscano qualche significato interessante a al numero 99, per cui ve ne propongo io una. Come si scrive 99 in numeri romani? Diciamo che si scrive così: IC. A cosa vi fa pensare? Iesus Christus, no? Latino a parte, anche il cristogramma greco tradizionale IC XC (ΙΗΣΟΥΣ ΧΡΙΣΤΟΣ) comprende le stesse lettere. Convincente, no? 99 significa Gesù Cristo!

Vabbè, ho barato: 99 in latino si dovrebbe scrivere XCIX e non IC. La regola infatti vuole che la sottrazione dei simboli si applichi solo se la differenza non è inferiore a un decimo. Ma XCIX non somiglia poi così tanto a IC XC. Però di varianti grafiche, specie abbreviative, se ne trovano molte, soprattutto in epigrafia. Insomma IC è una variante rara, bisogna ammetterlo, ma potrebbe ugualmente essere stata usata per nascondere un significato cristologico, perché no?

E ora, giacché ci siamo, un altro gioco di prestigio: prendiamo il cristogramma IC XC, che quindi possiamo interpretare come 99 90, e mettiamolo a testa in giù. Cosa otteniamo? 666! Rovesciando Cristo troviamo il demonio! Divertente, vero?

Vabbé, ho di nuovo barato: ICXC semmai significa 189, e non 99 90. Senza contare poi che il numero 666 associato al male lo troviamo nell'Apocalisse di S. Giovanni, quindi assai prima dell'entrata in scena dei numeri arabi! 

Okkei, ragazzi, abbiamo giocato un po' coi numeri, ci siamo divertiti. In generale è necessario valutare con prudenza eventuali conclusioni stupefacenti legate al significato dei numeri: in fondo le nostre rappresentazioni dei numeri sono solo convenzionali.

Peppone, l'originale, l'unico!

Ma torniamo a l'Aquila. Ragazzi, andateci: il centro storico è ancora in gran parte chiuso, ma sono moltissimi i luoghi suggestivi che si possono visitare, in città come nei dintorni (vedere, per esempio, QUI oppure QUI). Per non parlare delle specialità gastronomiche uniche. Visitare la città e gustare i suoi prodotti tipici significa contribuire alla sua rinascita. Assaggiate i tradizionali salumi di Peppone e il Torrone Nurzia.

Yumm... Torrone tenero al cioccolato! Per me questo è dav-
vero il migliore.  Sorelle o Fratelli? Io lo so ma non lo dico!

In proposito dobbiamo accennare al dilemma storico aquilano: Fratelli Nurzia o Sorelle Nurzia? Le due manifatture nate da due rami rivali della famiglia condividono la stessa ricetta tradizionale, ma il torrone è davvero lo stesso? Niente affatto: chi dice che sono uguali non è un buongustaio. Un vero intenditore sa distinguerli a occhi chiusi. Fratelli e Sorelle hanno i loro partiti di sostenitori. Anch'io so perfettamente da quale parte stare, ma non ve lo dico: dovete assaggiarli entrambi e fare la vostra scelta.


Ci vediamo a l'Aquila!

Nota: né il Comune dell'Aquila, né Il salumificio Peppone, né le Sorelle o i Fratelli Nurzia hanno contribuito a questo post, né in denaro né (purtroppo) in natura.