La storia di Karima prima che venga alla ribalta è toccante. Il padre, emigrato in Italia, ha dovuto ridimensionare le sue aspirazioni lavorative a causa di un infortunio, ed è probabilmente frustrato, quando chiama la famiglia a raggiungerlo in Sicilia, e poi in Calabria. Karima ha la sfortuna di essere già diventata, nel frattempo, troppo alta e troppo bella. Forse per questo, per il padre, qualsiasi cosa fa o non fa, è un errore da punire con severità e violenza esagerate. Karima sopravvive tra il terrore delle botte e il desiderio, che non sarà mai esaudito, di essere amata dal padre. La madre, in tutto questo, non sa aiutarla. Immaginate una bambina che, dopo le difficoltà dovute alla lingua del nuovo paese, è tutta felice di portare a casa una bella pagella, e vede suo padre infuriarsi e commentare: Cosa si è messa in testa, questa? Chi si crede di essere?
E, poco più che bambina, Karima è già una vagabonda: scappa spesso di casa per sfuggire ai pugni e alle cinghiate, dorme spesso a casa di amici o su una panchina, cerca riparo in una comunità religiosa, viene periodicamente riportata a casa o affidata temporaneamente a una casa famiglia dai Carabinieri. Racconta di aver rubato, un giorno, una borsa, spinta dalla fame. Viene colta sul fatto, ma la proprietaria, impietosita, non sporge denuncia e anzi le regala dei soldi. Per aiutare la famiglia, che il padre trascura ed è priva degli elettrodomestici, una volta si trascina a casa un frigorifero e un forno, che ha trovato, dice, in un magazzino che sembrava abbandonato. Anche in questo caso il proprietario si impietosisce, e glieli lascia!
E' un'adolescente confusa e disperata quando il padre la rifiuta definitivamente: non potrà più tornare a casa neanche volendo. Lei allora continua a saltellare da un posto all'altro, facendo collezione di comunità e centri di accoglienza, incontrando maniaci e approfittatori da cui si salva a stento, ma anche tante brave persone che le offrono aiuto e affetto con sincerità.
Lei però ha ormai interiorizzato un'autodistruttiva paura del rifiuto: qualcosa che la spinge a fuggire comunque, dopo poco tempo, da qualsiasi situazione, anche confortevole. In questo periodo, priva di documenti e riferimenti, sviluppa l'abitudine di mentire su tutto: nome, nazionalità, età... Inventando scuse e prendendo a prestito qualsiasi cosa con grande faccia tosta, partecipa con un certo successo a un concorso di bellezza in cui c'è Emilio Fede in giuria, che le dice: Dovresti andare a Milano!
E pochi mesi dopo lei ci va! Prende il treno senza biglietto e arriva a Milano senza un soldo in tasca. Si mette a disposizione dell'agenzia di modelle di Lele Mora: fa la cubista in locali alla moda, si fa ospitare a destra e manca e continua a raccontar balle. In quel periodo impara anche i rudimenti del mestiere di estetista. Qualcuno cerca di avviarla al mestiere di Escort, ma lei rifiuta.
In un locale incontra Luca, l'uomo le piace e ci inizia una relazione; questa relazione sarà sfortunata e la farà soffrire molto, ma le darà una figlia che oggi è alla base, assieme al nuovo compagno, della sua serenità familiare.
Una sera Lele Mota la preleva dalla discoteca, e in macchina con lui c'è proprio Emilio Fede, che ovviamente non la riconosce. Ta-dah! La ragazza finisce a casa di Berlusconi, e in poco tempo diventa un'habitué delle cosiddette cene eleganti con dopocena sexy, in cui spesso si esibisce nella danza del ventre, arte tradizionale del suo paese che ha imparato da bambina. Descrive l'allora presidente del consiglio come un uomo brillante e piacevole, che lei ascolta affascinata quando, la mattina a colazione, racconta agli ospiti aneddoti e memorie. Ma l'atmosfera di divertimento forzato dei dopocena alla corte del re, in cui tutti e tutte cercano di compiacere il sovrano per ottenerne regali e favori, in cui in pratica "nani e ballerine" si odiano l'un l'altro, la disgusta. Non che lei si sottragga, tutt'altro: il gettone di presenza a suon di banconote da cinquecento le permette di far la bella vita, rispetto a come era abituata, e a Berlusconi chiede aiuto per aprire una sua attività (coi documenti del fidanzato, probabilmente) e così gli spilla en-passant trentamila euro.
E la storia della figlia di Mubarak? Karima non chiarisce se è una delle tante balle inventate da lei o se è frutto della fantasia del Cavaliere. E i milioni? Karima dice chiaramente di non aver mai ricevuto nessun pagamento milionario, così come smentisce molte volte nel libro (e anche nelle interviste) di essersi mai prostituita.
Ma almeno con Berlusconi c'è andata a letto? Sì, perché lo so che in realtà a nessuno frega niente della vita di Karima: l'unica cosa che conta per tutti sono i particolari piccanti su Berlusconi! Proprio come Berlusconi anche Karima ha sempre smentito che siano mai andati a letto insieme. Tutto inutile: chiacchierandone in giro mi sono reso conto che probabilmente in Italia se non sono io l'unico che è disposto a crederle, poco ci manca. Per tutti (e a onor del vero, da quanto ne capisco, anche per i giudici) Karima fu una prostituta, e Berlusconi non è stato condannato a morte per esserci andato solo perché lei in quel periodo diceva a tutti di aver 24 anni anziché 17. Anche se oggi Karima scrivesse dieci libri di memorie questa convinzione generale, avallata all'epoca dai giornali, non cambierebbe.
Quanto ai milioni, i giudici hanno appena stabilito che non ci fu corruzione, confermando però, implicitamente, che dei milioni sono stati pagati. A chi, non è dato saperlo: Karima, almeno, smentisce di aver ricevuto pagamenti milionari, e nel libro cita esplicitamente solo i trentamila che Berlusconi le diede per aiutarla a metter su un negozio di estetista.
In ogni caso l'amicizia di Berlusconi porta male anche a lei, come a tutti. Quando i magistrati vanno a interrogarla, inizialmente Karima crede ingenuamente che s'interessino a lei, e ci rimane malissimo quando si rende conto che per loro, Ruby Rubacuori, come già la chiamano i giornalisti a partire da uno stupido Nickname trovato su qualche social, non è altro che un grimaldello per tentare di scardinare il Cavaliere Nero.
Parte così anche per lei la trafila degli amici dell'ex-presidente del consiglio finiti nel calderone. Prima testimoni e parti lese: forti dell'impunità, devono contribuire a far cadere il re. Poi, se tutto fallisce, imputati di falsa testimonianza. Karima, con tutti gli altri, è stata scagionata da, credo, tutte le imputazioni, ma solo dopo quindici anni di pubblico ludibrio, e, da quanto ho capito, più per il solito vizio procedurale postumo, che per reale convinzione dei giudici.
In ogni caso oggi Karima si è scoperta una donna resiliente (ci ho messo un po', ma alla fine ho imparato anch'io a usare questa parola, che ai miei tempi non esisteva, credo): ha archiviato il Bunga-Bunga e anche un fidanzato interessato più a sfruttarne il nome che a metter su famiglia con lei, e per di più infedele. E' sopravvissuta a un periodo di depressione, in cui ha dovuto finalmente imparare a lasciarsi aiutare e a fidarsi degli altri. Ora cresce sua figlia con un compagno affidabile e premuroso ed è una donna serena, e, speriamo, felice.
Mi piacerebbe leggere ancora qualcosa scritto da lei, perché, dopo le esperienze che ha vissuto, penso ci sia ancora molto da scoprire e soffrire insieme a lei.
E poi chissà quante barzellette sa!
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