Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

venerdì 3 agosto 2012

Era una notte buia e tempestosa

 Le quarte di copertina sono un po' il biglietto da visita dei libri, ma poi tutti corriamo a cercare l'incipit. E' l'incipit che spesso ci fa decidere se comprare o no un libro. Ma a ci si può fermare lì? A voi è mai capitato che un incipit vi abbia folgorato, ma che poi il libro si sia rivelato talmente brutto da non riuscire a finire neanche il primo capitolo? A me sì. Quindi è vero che gli incipit ci devono prendere, ma è meglio andare un pochino più avanti, perchè si rischia di rimanere fregati. 

Mi ricordo che quando andai in libreria a spulciare, incuriosito dal successo, il libro di Moccia “Tre metri sopra al cielo” rimasi conquistato:

«Cathia ha il più bel culo d’Europa.» Il rosso graffito splende in tutta la sua sfacciataggine su una colonna del ponte di corso Francia. Vicino, un’aquila reale, scolpita tanto tempo fa, ha sicuramente visto il colpevole, ma non parlerà mai. Poco più sotto, come un piccolo aquilotto protetto dai rapaci artigli di marmo, c’è seduto lui.

Che bello, ho pensato: mi piace quest’immagine dell’aquila scolpita che guarda silenziosa quel che accade nella città. E in due righe c’è già il personaggio, presentato come “lui”, punto. Che bello stile diretto, mi son detto. Così ho comprato il libro, sono andato a casa e ho continuato a leggere:

Capelli corti, quasi a spazzola, sfumatura dietro il collo alta come quella di un marine, un giubbotto Levi’s scuro. Il colletto tirato su, una Marlboro in bocca, i Ray-Ban agli occhi.

Una goccia di sudore alla cartone giapponese mi è comparsa sulla testa mentre Moccia andava avanti tranquillo, dicendo che in quel momento passano delle macchine, dunque: una Micra, una Mercedes 200, una New Bearle (qualunque cosa sia)… e poi c’è qualcuno ascolta musica dalle casse Pioneer.

Con la lingua ormai a penzoloni arrivo a: 

Lui scende dai gradini di marmo, si sitema i suoi 501, e poi sale sull’ Honda blu VF 750 Custom. (…) La sua Adidas destra cambia le marce.

Il libro vola a spiaccicarsi sul muro al grido di “Ma le mutande di che marca ce l’ha? Non me lo dici?” e io maledico la mia fretta. Avessi letto tre righe in più non l’avrei certamente comprato, ma ormai è tardi.

Più tardi il libro l'ho raccolto da terra, e mi sono sforzato di sfogliarlo. Ne ho tratto l'impressione che Moccia si cimenti nella descrizione del mondo degli adolescenti senza giudicarlo, senza inserti didascalici; non so se questo ha minimamente a che fare con il suo successo commerciale, ma io lo giudico senz'altro un pregio.

Ma neanche sforzandomi sono riuscito a leggere davvero Tre Metri sopra il cielo: il testo sembra sepolto sotto un mucchio di marchi registrati e dettagli commerciali. Illeggibile per me... come un piatto di pasta e fagioli reso immangiabile da una montagna di sugo di pomodoro.

Se incontro Moccia gli chiederò indietro i soldi: mi sembra giusto dato che mi ha truffato con un bellissimo incipit!

2 commenti:

  1. Dai, non te la cavi così male! In futuro forse scopriremo che Ricky, con le sue Nike Air Max, amava passeggiare gustando un Kinder Bueno. Dopo mangiato era solito fermarsi per un caffè, Mokambo, corretto con sambuca, Molinari. Infine, con il suo accendino Bic, si accende una Camel, light, 100's.

    RispondiElimina