Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

martedì 5 aprile 2016

La solitudine dei numeri primi

Cosa mi aveva tenuto lontano finora da La solitudine dei numeri primi? Beh, una certa invidia per l'autore, credo. Paolo Giordano è giovane e bello (io non più), ricercatore universitario (carriera che io ho tentato invano) e scrittore da centinaia di migliaia di copie vendute (beh, a me mancano le migliaia). E adesso che l'ho letto? Potrei dire che ho trovato una ragione in più per invidiarlo. Ragazzi, PG sa scrivere! 


I primi due capitoli sono folgoranti, sembrano scritti dal miglior Ammaniti. Vi vengono presentati i personaggi principali, Mattia e Alice, che sono colti in scene drammatiche e significative delle loro infanzia. E la parte centrale del romanzo, in cui i due sono adolescenti e le loro vite si intrecciano, sembrano opera di un Moccia che sappia scrivere (scusate il paradosso). La parte finale del libro, in cui Alice diventa imprevedibile, è forse un po' meno efficace. Ma PG riesce con grande abilità a dribblare in extremis un lieto fine che a un certo punto sembrava inevitabile. Tanto di cappello. 

Mattia, il matematico anaffettivo, rassegnato a subire la vita, è certamente un personaggio che sembra poco credibile... eppure ne ho conosciuti come lui all'università! La meravigliosa Alice è anche lei sul filo dell'anormalità, però si impegna, e da sola fa e disfa il romanzo varie volte. 

Sì, ragazzi, La solitudine dei numeri primi è un gran romanzo. L'unico vero difetto che ci trovo è il titolo ridicolo, che prende le mosse dalla pagina meno efficace del romanzo. Molto più incisivo per me sarebbe stato il titolo proposto originariamente dall'autore: Dentro fuori dall'acqua, prima che l'editore decidesse di cambiarlo, forse in ossequio all'effimera moda matematica dell'epoca, che vedeva personaggi come John Nash, Stephen Hawking e perfino il nostro Odifreddi imperversare sui media. Insomma scegliere quel titolo da parte di Mondadori l'ho trovata una cosa del tutto assurda... eppure, niente da fare: anche quella è risultata una mossa vincente!

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