Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

sabato 1 dicembre 2018

The Outsider: il Re si ripete ancora

Quando un delitto così orribile che più orribile non si può sconvolge la cittadina di Flint City, il detective Ralph Anderson non va certo coi piedi di piombo. Non importa se il presunto assassino è un membro stimato e insospettabile della comunità: impronte, DNA, filmati delle telecamere di sorveglianza e testimoni diretti parlano chiaro, per cui lo fa arrestare in modo plateale. Eppure Coach T, come lo chiamano tutti, ha un alibi di ferro! Com'è possibile? Può un uomo essere contemporaneamente in due posti? Quale assurda macchinazione mira a travolgere la città, trasformando tutti in vendicatori, e a distruggere le famiglie della vittima, del presunto carnefice e degli stessi tutori dell'ordine? O si tratta invece dell'opera di una forza oscura e malvagia? Conoscete Stephen King, no? E allora... provate a indovinare!


Il Re è tornato! The Outsider, il nuovo romanzo di Stephen King ha un notevole respiro e uno spunto coinvolgente e angosciante. Ti incolla alle pagine, almeno finché non diventa evidente che il vecchio Zio Steve, per cavarsi d'impaccio, ha di nuovo imboccato la solita vecchia strada, quella più facile. Ma anche allora, nonostante tutto, non ti stacchi, per la curiosità di vedere come va a finire. 

"Io sono un avvocato difensore, ragazzo. Posso credere a qualunque cosa".


The Outsider è come diviso in due: all'inizio ti incuriosisce con l'angosciante susseguirsi di misteri in cui si imbatte la coppia di veri pasticcioni formata dal detective della polizia e dal procuratore distrettuale, mentre però il romanzo mantiene un piano realistico, deduttivo e processuale. Poi pian piano entra in gioco il soprannaturale, con tutti i personaggi che, dopo essersi fronteggiati per centinaia di pagine nelle due fazioni, colpevolista e innocentista, finiscono col mettersi insieme per formare una specie di banda di acchiappavampiri. Com'è stato possibile?

L'inquadratura si spostò da Coben all'uomo che si apprestava a rivolgergli la penultima domanda. Era Terry Maitland, in primissimo piano, e l'immagine fece svanire in Ralph la speranza ultima che, come aveva suggerito Jeannie, fossero in presenza di un sosia: "Quando comincia a scrivere un libro, sa sempre in anticipo chi è il colpevole, o a volte viene colto di sorpresa anche lei?" L'inquadratura tornò su Coben, che sorrise e disse: "Un'ottima domanda davvero".

Nel romanzo non ci viene svelata quale sia la risposta dello scrittore Coben alla domanda, ma ho l'impressione che se la stessa domanda la rivolgessimo a SK, relativamente a The Outsider, la sua risposta sarebbe che, in questo caso, all'inizio non sapeva come sarebbe andata a finire. Però noi, al fatto che alla fine una specie di mostro simile a IT sarebbe venuto fuori, ci potevamo arrivare, considerando che l'inizio del romanzo ricorda abbastanza quello, appunto, di IT, e anche quello di La Casa del buio. Per non parlare dell'aiutante del mostro, Jack Hoskins, che per certi versi ricorda Henry Bowers, sempre di IT. L'ingresso dell'elemento soprannaturale per me è coinciso con una certa perdita d'interesse, e anche con una maggior pesantezza stilistica rispetto all'inizio, che avevo trovato più diretto. Ma, insomma, non è proprio il caso di lamentarsi, dato che i mostri sono la specialità della casa!  

Però a Zio Steve non bastava richiamarsi ai suoi vecchi romanzi horror, inventando una sorta di IT itinerante: ha richiamato in servizio anche Holly Gibney dalla sua molto più recente serie cosiddetta hardboiled, (qualsiasi cosa significhi) Mr. Mercedes. Dalla metà del libro in poi SK fa spadroneggiare questo personaggio con estremo compiacimento. E io che speravo di essermi liberato di lei e della buonanima del detective Hodge con l'orribile Chi perde paga, tanto che neanche avevo voluto leggere l'ultimo capitolo della trilogia, ovvero Fine Turno. Invece rieccola qua, in quello che può a ragione esser considerato il quarto capitolo della serie, a gigioneggiare, blaterando tutto il tempo di mostri e vampiri. Alla faccia, ancora una volta, di chi pensava che Mr. Mercedes fosse un intermezzo poliziesco, in cui per una volta venisse messo da parte l'elemento fantastico (cosa che si è quasi subito dimostrata lontana dal vero).

SK ci va a nozze coi mostri, per cui, specie se, come me, il libro lo leggi di notte, i brividi sono garantiti, ed è quello il divertimento. Quando abbandoni la linea realistica e saltano fuori licantropi, vampiri, chupacabra e cuchos, qualsiasi cosa siano, ovviamente tutto è possibile. Ma, anziché lasciar un minimo di spazio al mistero, SK mette al lavoro fino a dieci personaggi insieme: eccoli, che stanno lì a discutere su come funzionino le cose con questo genere di mostro in particolare. La cosa mi è risultata sovrabbondante e faticosa. Il buttafuori tatuato, ex drogato ed ex alcolizzato, trasformatosi in un damerino che vuol bene alla mamma, è un altro personaggio imbarazzante. Interessante, invece, lo scontro semi-finale con lo sgherro del mostro, in un'ambientazione selvaggia e suggestiva. Da dimenticare, il duello finale di Ralph e Holly con l'essere malefico, con tanto di tranquilla chiacchierata su com'è fare il mostro al giorno d'oggi. Signora mia, non me ne parli! C'è mancato poco che  il mostro offrisse loro una tazza di tè. 

Pur con questi difetti, The Outsider è ugualmente un buon lavoro, non tra i migliori, ma buono, nella piena tradizione del Re del brivido, sostenuto per quasi tutta la lunghezza da una scrittura solida e intrigante, e condito da atmosfere inquietanti. Non c'è problema a inghiottirsi qualche bruttura: tutto sommato ne vale ancora una volta la pena.  

2 commenti:

  1. Sia pur inghiottandosi qualche buttura ne vale lapena... se lo dici tu !!!!!

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  2. Il mio occhio cade su "spoiler alert" e salto la lettura del pezzo... ma spero il 2019 mi porti tempo per leggere!

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