Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

sabato 5 ottobre 2019

Quando Stephen King guarda le serie TV - L'Istituto

Il Re (del terrore) Stephen King è tornato, con un romanzo, L'Istituto, che parla di ragazzini dotati di poteri psichici, rapiti, segregati e torturati in una struttura governativa segreta, della fuga rocambolesca di uno di loro, braccato da adulti armati fino ai denti, ma aiutato da un ruvido tutore della legge. Non ricorda un po' anche a voi il contesto di Stranger Things, la serie TV di successo prodotta da Netflix, di cui è in lavorazione la quarta stagione? A me si.  In ogni caso il romanzo l'ho appena finito, ed è ancora sulle librerie come novità, e già si sparge la notizia che ne verrà tratta una serie TV. Nel frattempo la serie TV pure tratta dalla saga kinghiana di Mr. Mercedes è arrivata alla terza stagione: chissà se nell'espansione televisiva gli orribili ultimi due capitoli della trilogia sono migliorati? Ne dubito: i poteri mentali vanno di moda, e risolvono ogni problema di trama. In ogni caso il Re nel frattempo ha ultimato un nuovo romanzo, If It Bleeds, ed è trapelato che fra i protagonisti ci ha ficcato dentro ancora una volta Holly Gibney, l'investigatrice autistica e saccente che i fan hanno già incontrato nei tre volumi di Mr Mercedes, più, in un ruolo secondario, in The Outsider… Ci sarà una serie televisiva anche per The Outsider e per If It Bleeds? Ne dubitate? Probabilmente forniranno il materiale per la quarta e quinta stagione di Mr Mercedes. Non ci libereremo mai di Holly Gibney, temo. 




Torniamo a L'Istituto: il Re segue per cento pagine le avventure dell'improbabile antieroe Tom, ex poliziotto e attualmente guardia notturna in un paesello insignificante da qualche parte nel sud (in Carolina, non in Calabria) per poi mollarlo per circa trecento pagine, in cui seguiamo le disavventure di Luke, il ragazzino superintelligente, la cui vita viene sconvolta dai cattivi, che sono sì, cattivi, assassini, paramilitari, sadici, fascisti, organizzati, probabilmente repubblicani e trumpiani, ma sono anche trasandati e pasticcioni: nel loro Istituto-lager tutto cade a pezzi o, almeno, è impolverato. Chiaramente tra i ragazzini segregati dai dottori pseudonazisti, che sembra vogliano potenziare e sfruttare le loro capacità psichiche, fino a ucciderli, nasceranno forti legami di amicizia, e il nostro amico Luke, con l'aiuto del piccolo Avery e di una vecchia inserviente pentita, riuscirà a fuggire in treno, dando così un senso alla copertina del libro. Luke e le altre piccole vittime degli aguzzini dell'Istituto vogliono far scoppiare lo scandalo e mandare tutti i cattivi (che tra l'altro hanno ucciso i loro genitori) a gambe all'aria: e mi sembra il minimo. Un commando di cattivi è pronto a raggiungere Luke per farlo fuori, ma, sorpresa: rispunta Tom, lui e gli altri buoni del paesello del sud credono a tutte le cose strambe che racconta il ragazzino (basta qualche gioco di prestigio a convincerli) e sono pronti ad aiutarlo anche violando la legge. I buoni del sud sono sempliciotti, probabilmente democratici e anti-trumpiani, ma ugualmente armati fino ai denti: nella sparatoria coi cattivi, narrata con inaspettata lentezza e confusione, ci saranno almeno dieci morti, ma sembrano cento, e comunque alla fine sono i buoni a spuntarla. E' finita? Riveliamo tutta la storia e facciamo saltare le teste di tutti i cattivi? Macché! Ci sono almeno altre cento pagine di piani assurdi, patti immotivati. complotti inspiegabili, sparatorie liberatorie, sacrifici umani e distruzioni finali a suon di poteri psichici, per poi scoprire che chi ha realizzato gli istituti (ce n'è più d'uno) lo ha fatto a fin di bene… Oh poveri noi! Tanti guai, tanti morti innocenti, e adesso ci sarà pure la fine del mondo? Ma no, niente paura: il piccolo supergenio Luke, con un calcolo matematico, dimostra che i cattivi, anche quelli in buona fede, hanno preso una toppa clamorosa: i buoni hanno fatto bene a fargli il culo. Fiuuu… Meno male! 

L'Istituto non parte male, ma prosegue in modo davvero zoppicante, tanto che per me è uno tra i romanzi di SK meno interessanti e meno coinvolgenti, e lo archivio volentieri; vorrei aggiungere: in attesa del prossimo, perché per me è sempre in qualche modo rassicurante sapere che da qualche parte laggiù nel Maine c'è un vecchio spilungone seduto al computer, al lavoro sul prossimo romanzo che leggerò… Ma forse anche stavolta il prossimo lo passo, come ho già fatto con Fine Turno, visto che già so che non la finisce ancora con quell'antipatica di Holly Gibney. Tale e tanta è la mia delusione per lo sviluppo e la parte finale de l'Istituto che… che… che… forse prenderò una decisione drastica e clamorosa... Ebbene… Dio mi perdoni… Forse d'ora in poi prima di leggere un nuovo libro del Re, aspetterò che esca in edizione economica!

1 commento:

  1. Nonostante Luke e Tom il libro del Re é bene comprarlo in edizione economica ...OK...

    RispondiElimina