Un nuovo racconto da brividi per voi! Stavolta si parla di animaletti fastidiosi... molto fastidiosi!
Buon divertimento... come al solito: si fa per dire!
Buon divertimento... come al solito: si fa per dire!
SCARAFAGGI
di Gianluca Gemelli
di Gianluca Gemelli
− Aah! Sono tornati! Dio, che schifo!
Sono tornati! Alfredo! Dove sei? Alfredooo!
Lui si avvicina stropicciandosi gli
occhi.
− Eccomi, eccomi! Che succede cara?
Lei gli corre tra le braccia, ma poi si
allontana e dice:
− Ma dov’eri?
− Dove volevi che fossi? Lo sai che ore
sono? Stavo dormendo. Ma si può sapere che succede?
− Sono tornati! Sono tornatiii!
− Ma chi?
− Come, chi? Quei mostri schifosi!
− Eh? Ah! Li hai visti?
− Certo che li ho visti! Sono andata in
bagno, e ce n’era uno grossissimo che se ne stava lì, tranquillamente!
− Che succede, mamma?
Risponde lui:
− Niente, niente, bambini! Tornate a
dormire! La mamma oggi si è svegliata presto e si è solo spaventata un pochino
perché ha visto degli animaletti antipatici in bagno.
− Chiamali animaletti! Sono enormi! E tu
mi avevi detto di averli cacciati via!
− Beh, era parecchio che non si facevano
vedere, no? Da...
− Ma tu mi avevi detto che non sarebbero
tornati più! Invece, anche quest’anno, come al solito, appena arriva
l’estate...
− Mi dispiace, cara. Davvero, io
credevo...
− E invece sono li! Tutte le estati me
li devo ritrovare in giro per casa! A te non ti fanno né caldo né freddo, lo
so. Chissà a casa tua quanti ce n’erano!
− Ma no... Solo... Un...
− Ma io non sono come te e quello
zozzone di tuo fratello... con rispetto parlando... Io non sono abituata! Tu lo
sai che a me mi fanno schifo!
− Certo, lo so, cara. Ma... Bambini! Volete
tornare a dormire, sì o no? Non vedete che io e mamma stiamo parlando?
− Ma non abbiamo sonno. E non diamo
fastidio, stiamo solo...
− Andate a dormire, marsch!
− Uffa! − sbotta il piccolo.
− Anche a me fanno schifo quegli
animaletti! − commenta la sorellina.
Appena i figli sono a dormire lei
ricomincia:
− Mi avevi detto che non sarebbero più
tornati!
− Lo so cara, ma davvero io credevo di
averli tolti di mezzo definitivamente. Ti ricordi? Io e Filippo abbiamo fatto
tutto quello che potevamo, e poi, a un certo punto, dall’oggi al domani, erano
scomparsi!
− Sì, se n’erano andati, come fanno ogni
anno, quando finisce la bella stagione. Ma poi, appena torna l’estate, eccoli
li!
− Sì, ho capito, lo so. Però, per
fortuna, si tratta solo di qualche settimana. E poi di solito se ne vanno in
giro mentre noi dormiamo, e dormono quando noi...
− Sei il solito stronzo! Risolvi tutto
così: chiudiamo gli occhi per non vedere! Tanto poi se ne vanno! Come se questa
non fosse casa nostra! Come se fosse per metà casa di quei mostri!
− Ma non credi di esagerare? Tutte le
case, in fondo, hanno qualche problema! Non credi di stare ingigantendo un po' la cosa? È difficile eliminarli, si sa. Lo diceva anche Filippo. Ma in fondo
non è così grave, no? Se tu oggi non ti fossi alzata così presto non
te ne saresti neanche accorta, e...
− Non me ne sarei accorta? Non ti
ricordi che quando cominciano a farsi vedere in giro poi te li ritrovi
dappertutto? In bagno, in cucina, in sala da pranzo... E poi entrano in
dispensa e fanno quello che vogliono!
− Va beh, ma non devi farne una tragedia: tutte le case ce li hanno, in questa stagione!
− Ma io non ce li voglio! Questa è casa
nostra! Hai capito?
− Sì, ma...
− Sei tu il capofamiglia, no? Datti una
mossa! Fai qualcosa!
− Va beh. Appena si alza Filippo...
− Sì, buono quello!
− E adesso cos’hai contro mio fratello?
− Niente, niente. Ma possibile che non
sai fare niente senza di lui? E poi lui è più fanfarone di te!
− Eccomi, eccomi! − Arriva Filippo. I
due piccoli sono con lui. − Salve a tutti. Ben alzati. Mi fischiano le
orecchie? State parlando bene di me?
− Sì. Voi due, maschi di casa, dovete
darvi da fare e cacciare quei cosi fuori di qui!
− Quali cosi?
− Gli animaletti antipatici! − spiega la
piccola. − Sono tornati!
− Sì, conferma il fratellino. − Mamma ne
ha incontrato uno enorme in bagno.
− Beh, che ci volete fare, ragazzi? Ci
vuole pazienza. − spiega Zio Filippo. − Quelli tornano ogni estate... Ma poi se
ne vanno!
− Non cominciare anche tu con questo
discorso! Non ce li voglio qui! Voi due adesso non fate i soliti perditempo: andate lì e cacciateli via!
I due si guardano in silenzio.
Sospirano. Poi Filippo dice:
− Okkei, ci pensiamo noi. Alfredo, tu
vai a vedere se trovi qualcosa di utile...
− Non vorrai costruire ancora una delle tue trappole... − dice Alfredo. − Non ne hai mai preso uno!
− E che altro vuoi fare?
− No, no! Non ricominciate coi vostri traffichi
inutili! − fa lei. − Andate là e fateli fuori! Ammazzateli! Cacciateli via!
− Papà è bravissimo ad ammazzarli. Ne
farà fuori dieci in un colpo solo! − dice la piccolina.
− Anche Zio Filippo è fortissimo: lui ne
ammazza venti in un colpo solo! − fa eco suo fratello.
− Okkei, okkei, ci pensiamo noi. Dov’è
che li hai visti, tu? In bagno? Non muovetevi da qui. Andiamo, Alfredo.
− Alfre’, io non vedo un bel niente.
− E ti credo, quelli adesso dormono, si nascondono.
Escono quando noi dormiamo. In realtà incontrarli adesso è difficile.
− Che facciamo?
− Boh. Fili’, io ho anche un po’ paura
a venirli a cercare così. Ogni volta che li incontro mi prende un accidente.
Fanno schifo anche a me, che ti credi.
− Sì. Anche a me fanno schifo. E anch’io
ho paura. Sono belli grossi! Te li ricordi?
− Sì. Anche se quest’anno io non li ho ancora
visti, quelli dell’anno scorso erano davvero enormi.
− Per me sono gli stessi: vengono qui
l’estate, ma il resto dell’anno stanno in un’altra casa. A me fa piacere che tua
moglie pensi che siamo stati noi a spaventarli e a cacciarli via, l'anno scorso, ma in realtà io non ci
ho mai creduto più di tanto.
− Già. Neanch’io. Dividiamoci. Io
vado...
Una luce accecante, innaturale, li
immobilizza. È lui! È uno di loro! Colossale, ne percepiscono la dimensione e
il peso dalla vibrazione del pavimento.
− Filippo, presto Filippo!
Squagliamocela!
Alfredo corre un grosso rischio, lo sa,
saettando sul pavimento alla ricerca del battiscopa. Filippo asseconda un
altro istinto di difesa, altrettanto rischioso: si immobilizza sperando di non esser visto, in attesa
del momento buono per schizzare via.
Il pavimento trema, l’acqua nel lavabo
scorre. Poi l’essere, così come è arrivato, se ne va. La luce innaturale
sparisce, e ritorna la calma.
Filippo riprende a muoversi con
lentezza, e si mette alla ricerca del fratello.
− Alfredo? Alfredo? Dove sei?
Eccolo, Alfredo, o meglio, quello che ne
resta: spiaccicato sul pavimento, irriconoscibile. Zampe e antenne si
incrociano in modo innaturale. Metà del corpo è rimasta sotto la pantofola del
mostro, ma anche così il corpo appiattito allarga la sua poltiglia su di
un’area imprevedibilmente estesa. Uno non ci pensa, a quanta roba ci ha sotto l’urotergo.
− E adesso che cazzo gli racconto a tua
moglie? − mormora Filippo.
Bellissimo racconto! Mi hai portato dove volevi tu fino alla fine! Che botta! Ci sono cascato in pieno! Sono un vero pollo. E tu sei proprio bravo
RispondiEliminaIvano
Grazie!!!
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