Approfitto del quattrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare, che cade proprio oggi, per dire due parole su W. (si intitola così, che ci posso fare?) il mistery-thriller storico-letterario che una decina di anni fa la studiosa americana di letteratura inglese Jennifer Lee Carrell ha costruito su misura per la sua avventurosa ed erudita eroina Kate Stanley. L'ho letto giusto pochi giorni fa, come guidato da una forza misteriosa, senza aver idea che fosse prossimo un anniversario dalla cifra così tonda... Vabbé, è stato un caso. Vi dico subito che si tratta praticamente di un apocrifo di Dan Brown. In W. infatti troviamo un'eroina infaticabile, alle prese con pericoli, viaggi, sfide intellettuali e avventure di tutti i tipi, e tutto per inseguire un manoscritto perduto e... capire finalmente chi era il vero autore delle opere firmate da William Shakespeare. Vale anche qui il paradosso di BobLangdon: abbiamo avventure rocambolesche e antichi misteri a non finire, per un risultato che è così noioso che più noioso non si può.
Peccato, perché l'idea di base è geniale: sfruttare il fascino del complottismo shakespiriano e farne argomento per un thriller storico.
Cos'è il complottismo shakespiriano? Semplice: da quel che si sa di lui, William Shakespeare di Stratford-on-Avon era un semplice borghese di provincia, strano che avesse l'erudizione necessaria per scrivere le sue opere. Inoltre nessuna lettera di Shakespeare o per Shakespeare è giunta fino a noi, e la sua biografia ha dei lati oscuri. E se a scrivere le sue opere fosse stato qualcun altro? Negli anni si sono fatti i nomi di Francis Bacon, Christofer Marlowe, il conte di Derby, il conte di Oxford e altri. Eh? No, a Leonardo da Vinci non ci hanno pensato, ma come faceva? Ah, già: con la macchina del tempo. Scherzi a parte, è un argomento affascinante. Dan Brown avrà detto: "perché non ci ho pensato io?"
Pazienza, Danny: la Carrell ti ha risparmiato il lavoro. Il suo romanzo infatti è talmente assurdo e contorto da sembrare proprio scritto da te. In W. troviamo perfino il solito gioco dei buoni che poi si scopre che sono cattivi ma poi ritornano buoni, ecc... Kate, la geniale eroina intellettuale, ex-universitaria e ora regista teatrale, non ha storia e non ha famiglia, ma non importa: basta che sappia rimbalzare di qua e di là seguendo assurdi indizi, sfuggendo ogni volta ai misteriosi criminali bibliofili che hanno preso di mira le prime edizioni delle opere del bardo, e beffando le polizie di mezzo mondo. Queste, com'è noto, non hanno niente di meglio da fare se non indagare su antichi libri distrutti e sorvegliare i luoghi di interesse shakespiriano per prevenire ulteriori misteriosi delitti. La povera Kate non si arrende mai, infatti a tirarla dentro a questa assurda avventura è stata la sua amica ed ex-prof, la quale, invece di dirle: "Sai, ho scoperto un libro fichissimo", ha disseminato sciarade, indizi e indovinelli in giro per il mondo. Coltellate, incendi, antichi castelli e passaggi segreti (che in questo caso sarebbero decisamente appropriati... se non si trovassero nel West!), attori, nobili, milionari eccentrici e chi più ne ha più ne metta.
Eh sì, ragazzi, Dan Brown ne ha fatti di guai! Questo orribile polpettone può piacere solo ai fan sfegatati di Robert Langdon, i quali avranno la piacevole novità di leggere un romanzo con una protagonista al femminile, ma a parte questo dettaglio, perfettamente identico a quelli del loro beniamino.
A me le recensioni di libri altrui non piacciono,ma questa su Shakespeare l'ho letta.Ho scoperto che usi aspetti originali e intriganti di valutazione...OK...
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