Nel mondo abbondano gli scettici riguardo alla reale esistenza di Babbo Natale (e anche della Befana). In particolare ogni Natale (e anche ogni epifania) viene riciclata una vecchia presunta dimostrazione scientifica della non esistenza del tradizionale personaggio. Oggi la cosa viene riproposta continuamente tramite social nettuorx, ma in realtà risale almeno a venti anni fa, o anche più: all'epoca veniva diffusa per email. Può o non può esistere un simpatico vecchietto in sovrappeso che ogni anno in in una sola notte riesce a distribuire doni a tutti i ragazzini del mondo? Uno studio rigoroso, numeri alla mano, ha davvero dimostrato che Babbo Natale non esiste, o si tratta di un'illusione? Scopriamolo insieme: è la scienza, baby!
Esistono numerose piccole varianti nella presentazione della presunta dimostrazione scientifica dell'inesistenza di Babbo Natale (o della Befana). Probabilmente vi sarete imbattuti anche voi in una sua versione. Più o meno si tratta di questo:
Dimostrazione dell'inesistenza di Babbo Natale
Iniziando dal mezzo di trasporto, nessuna specie conosciuta di renna può volare. Ci sono però 300.000 specie di organismi viventi animali ancora da classificare; anche se la maggioranza di questi organismi è rappresentata da insetti e germi, questo non esclude completamente l’esistenza di renne volanti, peraltro conosciute solamente da Babbo Natale.
Ci sono due miliardi di bambini (considerando tali quelli sotto i 18 anni) al mondo. Dato però che Babbo Natale non sembra trattare – a parere di alcuni, mentre è il contrario a parere di altri – con bambini musulmani, indù, buddisti, leghisti ed ebrei, il carico di lavoro effettivo si riduce al 15% del totale, cioè circa 300 milioni. Con una media di 3,5 bambini per famiglia, si ha un totale di 85,7 milioni di locazioni – presumendo che ci sia almeno un bambino buono per famiglia. Babbo Natale ha 31 ore lavorative, grazie ai fusi orari e alla rotazione della Terra, assumendo che sia abbastanza scaltro da viaggiare da Est verso Ovest. Questo porta a un calcolo di 822,6 visite per secondo, il che significa che, per ogni famiglia cristiana con almeno un bambino buono, Babbo Natale ha circa 1,3 millesimi di secondo per:
– trovare parcheggio (vabbè, questo è semplice: può parcheggiare sul tetto della casa e non ha pertanto problemi di divieti di sosta);
– saltare giù dalla slitta;
– scendere dal camino;
– sistemare i doni sotto l’albero di Natale;
– mangiare ciò che i bambini mettono a sua disposizione (o almeno portarselo via: d’altra parte, è pur vero che non sembra in gran forma fisica, quindi probabilmente si ferma anche a mangiare);
– risalire dal camino;
– saltare sulla slitta;
– decollare per la successiva destinazione;
– raggiungere la successiva destinazione.
Assumendo che le abitazioni siano distribuite uniformemente su una superficie quadrata pari al 5% delle terre emerse (questo per tener conto della distribuzione non uniforme dei bambini buoni), abbiamo una distanza media di circa 300 metri e un percorso totale di quasi 30 milioni di Km. Questo implica che la slitta di Babbo Natale viaggia a circa 270 Km/s, a quasi 800 volte la velocità del suono. Per comparazione, la sonda spaziale Ulisse (l’oggetto più veloce creato finora dall’uomo) viaggia appena a 43,84 Km/sec, e una renna media – non volante – a circa 0,0083 Km/s (30 km/h).
Il carico della slitta aggiunge un altro interessante elemento: assumendo che ogni bambino riceva una scatola media di Lego (del peso di circa 1 Kg), la slitta porta circa 85.700 tonnellate, escludendo Babbo Natale (notoriamente sovrappeso, ma la cui massa può essere trascurata nel nostro calcolo). Sulla Terra, una renna può esercitare una forza di trazione di circa 150 Kg. Anche assumendo che una “renna volante” possa trainare 10 volte tanto, non è possibile muovere quella slitta con 8 o 9 renne: ne serviranno circa 57.000. Questo porta il peso complessivo, contando anche la slitta, sopra le 97.000 tonnellate. Per avere un confronto, il transatlantico Queen Elizabeth II ha una stazza di 71.500 tonnellate.
Sicuramente, quasi 100.000 tonnellate che viaggiano alla velocità di 270 Km/s generano un’enorme resistenza (oltre che un’immensa onda d’urto in grado di risucchiare verso sé alberi, edifici e bambini cattivi). Questa resistenza riscalderà le renne allo stesso modo di un’astronave che rientra nell’atmosfera. Il paio di renne di testa assorbirà 2,7 quintilioni di Joule per secondo. In breve si vaporizzerà quasi istantaneamente, esponendo il secondo paio di renne e creando assordanti onde d’urto (bang) soniche. L’intero team verrebbe vaporizzato entro 3,5 centesimi di secondo: essendo però quello un tempo superiore a quello medio di volo, e immaginando comunque che renne e Babbo Natale possiedano tute anti-G, possiamo supporre che la completa distruzione avverrà dopo un certo numero di visite.
Conclusione
Ebbene sì. Babbo Natale forse c’era, ma ora è sicuramente morto.
Commento e confutazione
La divertente disquisizione precedente, sarà forse scientificamente accurata (cosa opinabile), ma certamente è filosoficamente infondata. In ogni caso mi spiace dover dissentire in modo sostanziale con l’autore. Infatti, una volta che uno si disponga a discutere sull’eventuale esistenza di Babbo Natale vuol dire che è pronto a considerare un'eventualità poetico-magica, nella quale ha poco senso stupirsi di impossibilità fisiche ordinarie. Come fa Babbo Natale a fare il suo mestiere e a sopravvivere? Che domanda… se esiste Babbo Natale, che è un essere magico e soprannaturale, con ogni probabilità esiste anche la magia, quindi ecco che con quella tutto si spiega!
Riguardo al rigore scientifico dello studio di cui sopra, come si vede, le conclusioni dipendono da un numero elevato di ipotesi a priori e stime tutto sommato ingiustificate sulla natura e il numero dei regali ecc… il che inficia il tutto. E’ chiaro che un fenomeno come Babbo Natale se reale rappresenta un fenomeno fisico nuovo per noi (e quindi finché ci rimane praticamente ignoto ci sembrerà del tutto simile alla magia).
Proposte per futuri studi scientifici su Babbo Natale
Urge quindi uno studio fenomenologico sul fenomeno, il quale, se reale e se accuratamente studiato, anzichè negato su basi tutto sommato deboli, potrebbe aprirci scenari inediti e importanti dal punto di vista della ricaduta tecnologica. Pensate solo alle conseguenze dell’eventuale spiegazione scientifica del sistema di propulsione della sua slitta a renne magiche o del sacco enormemente capiente eppure leggero di cui sembra sia dotato. Pertanto propongo che venga profumatamente finanziato un apposito progetto di studio. Chiunque sappia distinguere una laurea da un diploma non mancherà di capire l'enorme importanza di questi futuri studi. Attendo perciò urgente riscontro in proposito dal ministero dell'istruzione, università e ricerca.
Forse il sacco dei regali di Babbo Natale è costituito dallo stesso materiale delle tasche di Eta Beta e questo spiegherebbe almeno la capacità di trasportare materiali pesanti e ingombranti con pochissimo sforzo.
RispondiEliminaMa che ne so io... sono una bambina cattiva.
Dal momento che tu lo hai pensato ESISTE...OK...
RispondiEliminaBabbo Natale esiste, ed è norvegese!
RispondiEliminaGià! Eccome com'è possibile spiegare l'impossibile: o con la magia, o coi norvegesi!
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