A un certo punto, nella prima metà degli anni sessanta, i mass media decisero che John Lennon dovesse essere il beatle intellettuale. Forse fu per via degli occhiali tondi! Andò a finire che il beatle con gli occhiali pubblicò due libri; entrambi hanno la struttura di raccolte più o meno caotiche di racconti, poesie, vignette e chi più ne ha più ne metta. Anche il terzo libro, postumo, mette insieme materiale dello stesso tipo e varietà. Non mi risulta che nessuno di questi libri sia mai stato tradotto in italiano. John Lennon talks, invece, è un'antologia di interviste rilasciate da Lennon, datate dal 1962 al 1980, e ben tradotte nella nostra lingua (a parte la confusione tra borsa e sacco).
Il libro è interessante: si va dall'inizio del successo coi Beatles, al nuovo percorso musicale con Yoko Ono al fianco, al ritiro dalle scene nella seconda metà degli anni settanta; e il clou è una lunga intervista della coppia Lennon-Ono, del dicembre 1980, ovvero dopo la pubblicazione di Double Fantasy, e pochissimi giorni prima che Lennon fosse assassinato. Lui si è fermato lì, e leggere quelle che hanno finito per essere le sue ultime parole, è toccante. Il libro è illuminante e fondamentale per chi è fan di Lennon e dei Beatles: Lennon parla liberamente di musica, politica, pacifismo, capitalismo, socialismo e comunismo, droghe, sesso, arte d'avanguardia... Un vero orgasmo per il fan. Ma per chi non ama già Lennon né i Beatles, il libro è perfettamente irrilevante. Già, perché John Lennon non era davvero un intellettuale, né tanto meno un filosofo: non ha contributi particolari da offrire al pensiero dell'umanità. Nelle interviste esprime le sue opinioni su qualsiasi tema con semplicità disarmante, racconta aneddoti gustosi, apre, assieme a Yoko, una scatola piena zeppa di considerazioni e sentimenti. Tutto qui. Ma per chi ama il personaggio basta e avanza.
Forse non un filosofo, ma leggendo la traduzione di IMAGINE è chiaro che fosse un poeta.
RispondiEliminaLo era senz'altro
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