Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

sabato 17 giugno 2017

Piero Angela, cavaliere di latta

Ricordo bene la sera in cui fu trasmessa la prima puntata di Quark, nel 1981. Uno dei servizi era dedicato alle tecniche di confronto usate dalla polizia e all'affidabilità dei testimoni oculari. Agli spettatori venne mostrato un crimine e poi un gruppo di foto segnaletiche. Sia io che mia mamma indicammo senza indugio il colpevole: allenati da anni di libri e telefilm gialli, pensavamo di essere dei buoni osservatori. Eravamo invece vittime di un'illusione: nel filmato, poi riproposto, il volto del criminale in realtà non era visibile. Ci eravamo lasciati ingannare dal taglio di capelli e dal pregiudizio che tra i sospettati proposti si dovesse necessariamente scegliere il più somigliante. Per me fu una rivelazione illuminante, e una lezione che non ho mai dimenticato: non ci si può fidare al 100% neanche dei testimoni oculari! E non fu certo quella l'unica volta che Piero Angela mi mise nel sacco. Divulgatore pacato ed educato ma anche geniale e spregiudicato nel suo razionalismo scettico, prima ancora di far partire Quark mi aveva già sorpreso rivelandomi in Indagine sul paranormale che i rabdomanti in realtà non sanno trovare un tubo (letteralmente) e che la storia dei cucchiaini piegati e degli orologi fermati a distanza in realtà era una balla. E che Nostradamus sapesse profetizzare (e male) solo gli eventi passati me lo svelò il suo amico James Randi. Negli anni a venire Piero Angela mi avrebbe svelato molti altri segreti, dal verso dei dinosauri al carburante del futuro (i quattrini).  


Oggi Superquark (da molti anni anche lui raddoppiato nella durata, in ossequio alle mode e alle esigenze televisive) io lo guardo con mio figlio, come i miei lo guardavano con me, e l'aggirarsi tra i programmi divulgativi di un next generation anche tra gli Angela, perdonatemi, ma non riesco a vederlo come un caso di nepotismo all'italiana: io lo vedo come una speranza di continuità nella serietà e nel garbo, come una specie di marchio di famiglia, che spero porti avanti una tradizione.

Il mio lungo viaggio, l'autobiografia di Piero Angela, è un libro delizioso anche per chi non fosse un suo fan (ma... è possibile non esserlo?). Dall'Italia del fascismo e della guerra, al jazz, ai viaggi, al giornalismo e infine alla divulgazione, la vita di Piero Angela incarna più di altre la lotta contro l'ignoranza e la rabbia spesso impotente contro gli antichi vizi italici. Non mancano ricordi, sia inquietanti che divertenti che teneri. Nell'epilogo, Angela paragona la giostra della vita al carillon, con un carosello di cavalieri di latta, che gli faceva compagnia da piccolo, quando era costretto a letto.

Lo stile di Angela è lucido e asciutto, e i novant'anni, quasi, delle sue storie vissute stanno in poco più di duecento pagine, semplici e agili. Il mio lungo viaggio è un libro bellissimo, adatto a tutti e consigliato a tutti. 

Grazie, Piero, cavaliere di latta, ma senza macchia e senza paura!

2 commenti:

  1. Condivido pienamente quello che hai detto su Piero Angela e aggiungo che sa bene districarsi tra scienza,pseudoscienza e divulgazione...OK...

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  2. Il suo punto di forza, secondo me, è il suo modo di parlare: per quanto un argomento possa essere complesso riesce a renderlo comprensibile, anche per i zucconi come me.
    Ma davvero, è umanamente possibile non amare gli Angela?

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