Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

domenica 3 giugno 2012

Letture: Ammaniti, Botti, Palma,Verdone, Nesi, Avallone, Pennacchi, Montesano, Bauerdick, Bertini.

Tempo fa avevo un blog di mie recensioni di libri, che ho terminato quando splinder ha chiuso i battenti. Non ricostituirò il blog, ma intendo postare qui, di quando in quando, i miei brevi commenti sui libri che mi sono piaciuti di più, o di meno.... o che mi sono rimasti più indifferenti! Insomma su quelli di cui mi viene voglia di scrivere qualcosa. Inizio oggi con Il momento è delicato di Niccolò Ammaniti, Un giorno cose terribili... di Laurent Botti, Genius di Fabio Palma, La casa sopra i portici di Carlo Verdone, Storia della mia gente di Edoardo Nesi, Acciaio di Silvia Avallone, Canale Mussolini di Antonio Pennacchi, Un alibi di scorta di Enrico Montesano, Come la madonna arrivò sulla luna di Rolf Bauerdick, L'estate di Altachiara di Ombretta Bertini. Prendete le mie recensioni per quello che sono: semplici chiacchiere da bar, ma sui libri anziché su politici e calciatori.

Il momento è delicato di Niccolò Ammaniti. Ammaniti raschia il fondo del barile, riciclando racconti vecchi e poche tristi pagine inedite. Ma l'esilarante: "A letto con il nemico", per me, salva il libro. 

Solo per aficionados.

Un giorno cose terribili... di Laurent Botti. In questa tetra città, ostaggio di pseudosatanisti, tutto è inquietante e assurdo, e non c'è da stupirsi se i fantasmi sono quelli di cui aver meno paura. Avvertenza al lettore: non affezionatevi a nessuno dei personaggi di contorno, specie se è tenero e innocente: l'autore è senza scrupoli, ed ha la delicatezza di un macellaio! 

Adatto a: chi si rilassa con la cronaca nera.

Genius di Fabio Palma Quattrocento pagine formato libro di testo scolastico. Le prime cento sembrano tutte fatte di incipit: singole impressioni cioè, di misteriosa interconnessione, e subito lasciate in sospeso. Pian piano la vicenda emerge, ed è un lontano parente di "Sipario" di Agatha Christie, con una breve incursione nell'horror fantascientifico. Ma forse la trama è poco più di un pretesto: il romanzo lo fanno le voci interiori dei personaggi principali e degli innumerevoli personaggi secondari. Indubbiamente si tratta di una struttura degna di interesse, che purtroppo fatica assai a prender vita, in quanto tutti i personaggi riflettono e soliloquano con la medesima, monotona voce. Se il lettore non viene, per vie misteriose, preso dal gioco, la lettura si trascina stancamente e la noia la fa da padrona. 

Adatto a chi a molta, ma molta pazienza.

 La casa sopra i portici di Carlo Verdone Leggo con piacere le 100 belle paginette di Verdone. Non approvo l'operazione dell'editore: edizione lussuosa + carattere grande +  facciate bianche in quantità + apparato illustrativo sproporzionato + carta spessa + sovracopertina = 18 euro. Riguardo alle illustrazioni, c'è persino la foto della targhetta col nome della famiglia, la foto dell'anomimo balcone, foto scolastiche in quantità, ecc... L'effetto collaterale dello spreco di illustrazioni è di amplificare oltremisura il senso di nostalgia e di attaccamento naturalmente presente nel testo, arrivando a sfiorare il feticismo.

Solo per aficionados.

Storia della mia gente di Edoardo Nesi Libro breve, frammentario, caotico e brutto. Sembra un riciclaggio frettoloso, un collage di scarti eterogenei. Di storia della sua gente, poi, qui non ce n'è, il titolo è decisamente inappropriato, più coerente è semmai il sottotitolo. Tra tristezza, nostalgia e una punta di rabbia in queste pagine Nesi parla infatti quasi unicamente di sé stesso. Non è un romanzo, non è un trattato di economia; sono piuttosto sprazzi di diario, spesso crogiolati nell'orgoglio intellettuale e infarciti di vanterie inutili e prive di senso della misura. C'è poi qualche inserto di tentata letteratura a base di ripetizioni pseudo poetiche e di frasi più lunghe di una pagina, sovrappopolate di virgole e punti e virgole. Certo, Nesi resta una interessante voce anti globalizzazione, impegnata a denunciare la scomparsa della manifattura italiana. Ma questa giustapposizione quasi casuale di paginette autocompiaciute in cui si ricicla proprio di tutto, perfino le lettere non scritte, è un'operazione libraria discutibile. Come ha potuto vincere il premio Strega con questi residui da fondo di barile? Vi sembrerà assurdo, ma si direbbe che lo spieghi lui stesso nel libro, quando dice che il premio Strega è pilotato! 

Adatto a... boh?

Acciaio di Silvia Avallone Caldo, spiaggia, cemento armato, sudore, padri in canottiera, residui industriali, cocaina, malavita, altro sudore, amicizia, gelosia, iniziazioni sessuali, altiforni e ancora sudore. Questo in un gran bel romanzo di iniziazione, che segue due ragazzine nel loro attaccamento morboso, nella tensione erotica, nella separazione e oltre. La cornice della provincia industriale o ex-industriale e il contorno familiare, spesso diventano altrettanto o ancor più protagonisti delle due amiche al centro della vicenda. Checchè ne dica Goffredo Fofi in copertina, la forza della Avallone non sta affatto nei personaggi, che a volte sono piatti e prevedibili, ma nella capacità di rendere mirabilmente emozioni e sensazioni, epidermiche e viscerali. 

Adatto a chi in un romanzo cerca emozioni e sensazioni reali e tangibili.

Canale Mussolini di Antonio Pennacchi  Una saga familiare che copre la prima metà del ventesimo secolo, in una forma che imita il racconto orale di un anziano parente, come quelli che molti di noi hanno conosciuto. Storia, terra, famiglia, fatica, guerra, politica e osteria, tra la Pianura Padana e l'Agro Pontino. Divertono, ma si leggono con stupore e sospetto, gli allegri quadretti che ritraggono Mussolini e i suoi gerarchi in modo troppo bonario. La cosa si inquadra in modo perfettamente realistico con il carattere del narratore, ma la scelta di fare del Duce addirittura un vecchio amico di famiglia forse è esagerata anche per i nostri tempi. Qualche distinguo in più avrebbe tranquillizzato il lettore. Però bisogna ammettere che, nella profusione di epopee partigiane che popolano la nostra letteratura, quel che mancava era proprio un'epopea nostalgica! 

Adatto a chi ha avuto un anziano parente nostalgico in vena di ricordi, e ne sente la mancanza.

Un alibi di scorta di Enrico Montesano Commissà, ce l'ha presente Montesano, er comico? Ha scritto un romanzo. Come no, oggi tutti scrivono, "e che io so più fesso dell'artri?" avrà pensato lui. E sai 'na cosa, commissà? Ha fatto 'na furbata: l'ha scritto tutto in forma de monologo, anzi no... come se dice? Quanno uno sta a raccontà tutti li fatti sua alla polizia? Deposizione! Grazie, nun me veniva la parola. Uno legge e se lo immaggina a lui, a Montesano, seduto sulla sedia ar commissariato, come uno de quei personaggi sua... Anzi, l'ha proprio fatta 'sta cosa, in un par de film. Insomma tu leggi e intanto ce vedi lui che parla, e le du' cose se sposano bene assieme, 'na furbata da gnente... Certo, nun è mica 'na cosa superorigginale, per esempio in "Dolores Clairborne" de Stephen King ce sta la stessa cosa, più o meno. Però se legge bene, pure che nun è diviso in capitoli. Dico: è tutto 'na tirata, il che sarebbe 'na cosa faticosa, però è corto, per cui alla fine le du' cose se compenzano. Però sai che te dico, commissà? Ci ha messo dentro troppa robba, troppi ingredienti: incidenti sul lavoro, disabbilità, ingiustizie sociali, politici puttanieri, mignotte e travestiti... e tutti che gireno e rigireno intorno a sto poraccio che racconta. Che è pure lui un tipo strano: un po' romanaccio, un po'letterato, un po' 'gnorante, un po' filosofo. A 'sto tizzio je capita de tutto, pure n'avventura co' 'na donna che poi sembra che nun è 'na donna anzi che nun se capisce fin quasi alla fine se è 'n omo o 'na donna, tipo 'na vicenda che me ricordo che j'era capitata a Casanova nelle sue memorie... Insomma pe' falla breve Montesano voleva fa na ricetta speciale, robba de arta cucina, tutta alla moda... Invece me sa che ha fatto un pastrocchio. Ma la sai 'na cosa, commissà? Io 'sto pastrocchio me lo so' magnato lo stesso. 

Adatto a chi ama la romanità popolare tipica dei personaggi portati a suo tempo sullo schermo da Montesano.

Come la madonna arrivò sulla luna di Rolf Bauerdick. Il giovane Pavel vive a Baia Luna, paesino dell'immaginaria Transmontania, dove l'antico mondo rurale si confronta con l'aggressivo socialismo d'oltrecortina. Intanto una TV, senza video per carenza d'antenna, racconta agli avventori della mescita gestita dal nonno la corsa allo spazio di USA ed URSS dal punto di vista di Krusciov. Può sparire la maestra, possono uccidere misteriosamente il parroco e la perpetua, ma niente distrarrà il nonno e il suo amico zingaro dalla loro ricerca filosofica ed esegetica sul mistero dell'assunzione al cielo di Maria, con risultati inediti e prove fotografiche spettacolari. Nel frattempo Pavel cresce, si innamora e perde la sua amata, e giura a sé stesso di vendicare la sua maestra dalle violenze subite da quel sordido individuo che poi è diventato un pezzo grosso del partito. Riuscirà nel suo intento inaspettatamente dopo molti anni, proprio quando, nel caos del crollo del comunismo, il suo nemico giurato è già riuscito a riciclarsi nella nuova classe dirigente, accreditandosi come nemico interno del passato regime. Il romanzo è bellissimo, divertente, frizzante, originale e ben scritto... fino a tre capitoli dalla fine, quando improvvisamente l'autore viene colto da una sindrome Dickensiana che lo costringe a rivelare una serie infinita ed inutile di particolari e retroscena, per mezzo di un'inspiegabile confessione resa dal perfido leader e di un'improbabile e prolisso memoriale lasciato in punto di morte dal taciturno amico gitano. 

Adatto a chi ama i romanzi di formazione, ma divertenti e originali.

L'estate di Altachiara di Ombretta Bertini. Un bel romanzo d'esordio, che sa un po' di Stephen King, di uno Stephen King nostrano ma della migliore qualità. Narrazione in genere asciutta, immediata, efficace... C'è occasionalmente qualche lungaggine melensa? Ma ce ne sono molte di più in autori ben più titolati! Altachiara qui è un immaginario paesino del norditalia, dove la protagonista è in "ritiro" per scrivere una tesi, e rimane coinvolta in una vicenda di fantasmi e sette sataniche... C'è un bel po' da divertirsi. Garantito al limone. 

Adatto a chi, quando incontra un'eroina convincente in un romanzo, non vede l'ora di vederla alle prese con misteri e pericoli.



3 commenti:

  1. Avevo una mezza idea di acquistare il libro di Verdone, sulla scia dell'entusiasmo di una mia amica che ha visto il libro (però non l'ha ancora comprato e neppure letto). Però, dopo aver letto la tua recensione (18 euro per sole 100 pagine, carattere grande, etc.) e avere anche appreso che, tra l'altro, pare non l'abbia scritto lui, ho deciso di soprassedere! :-)

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  2. Devo essere piu' chiaro: il libro di Verdone non è di 100 pagine, ma di 280, quel che intendevo dire è che se si considera la grandezza del carattere, l'ampiezza dei margini, le pagine bianche inserite tra i (brevissimi) capitoli e le pagine e pagine utilizzate oer riprodurre foto irrilevanti, resta ben poco. Il dattiloscritto nudo e crudo in effetti secondo doveva contare circa un centinaio di cartelle.

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  3. Già, pare sia un vecchio trucco di diversi editori. E' capitato anche a me di comprare un libro di Camilleri (in genere non me ne perdo nessuno) e di restare deluso: si trattava della ristampa di alcuni articoli (indubbiamente interessanti) apparsi tempo addietro su dei giornali e incollati insieme con caratteri particolarmente grandi per dare l'impressione che il libro fosse molto più voluminoso di quanto in effetti fosse.

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