Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

venerdì 7 giugno 2019

Quando fa caldo in Svezia: La nostra casa è in fiamme

La paladina della lotta al riscaldamento globale è una ragazzina svedese dall'aria imbronciata e dalle lunghe trecce, che gira il mondo, omaggiata dagli intellettuali e ricevuta dagli uomini politici e dai capi di stato, portando un messaggio di impegno ambientalista, ma anche di urgenza e di allarme. La nostra casa è in fiamme è il volume che raccoglie i discorsi pubblici di Greta Thunberg e la storia, scritta dalla madre, di come lei e il marito hanno affrontato la crisi familiare dovuta alle difficoltà socio-relazionali di entrambe le figlie: Greta e Beata. L'obbiettivo dichiarato di Greta è spaventare la gente, per sensibilizzarla. Non c'è più tempo da perdere, dice: se si vuole evitare una grave e distruttiva crisi climatica mondiale bisogna agire drasticamente e subito. Riuscirà Greta a... cambiare il mondo? A proposito, ma la nostra casa va veramente a fuoco? Cosa dice la scienza? E cosa ci dicono le... carote? Siamo davvero alle soglie di una catastrofe globale... o è tutta colpa di un'estate particolarmente calda e flagellata dagli incendi, quella che nel 2018 ha colpito la Svezia?

SCIOPERO PER IL CLIMA

Come ho accennato sopra, la prima parte de La nostra casa è in fiamme consiste nella raccolta dei discorsi pubblici di Greta, e si intitola Sciopero per il clima. Questa parte, pur brevissima, è la più significativa del libro, e, almeno in Italia, gli attivisti hanno perso l'occasione di farne un opuscolo, una sorta di mini-vangelo o di libretto rosso di Greta: venti paginette agili (a parte qualche ripetizione) e facili per tutti sia da leggere che da capire (al contrario del libretto di Mao, per esempio!) che avrebbero potuto essere diffuse a poco prezzo, a beneficio degli innumerevoli ragazzi e ragazze che, vuoi per sincero desiderio di salvare il mondo, vuoi per saltare un giorno di scuola, sfilano e manifestano di venerdì mattina.






















SCENE DAL CUORE

La scelta (di Mondadori?) è stata invece quella di aggiungere ai discorsi di Greta Scene dal cuore, ovvero lo strambo libro autobiografico della madre, Malena Ernman, che in Svezia sarà pure una celebrità, ma di cui qui da noi non frega nulla a nessuno. In tal modo, e con l'aiuto di pagine bianche e carta spessa, è stato confezionato un bel volume da 16 euri, i proventi del quale, forse, vanno in parte a sostenere lo sciopero per il clima, ma in questa edizione, che è priva di prefazione o postfazione, la cosa non è esplicitamente dichiarata da nessuna parte.

Malena Ernman con la figlia Greta Thunberg


Scene dal cuore è uscito in Svezia in concomitanza con l'inizio del celebre Skolstrejk för klimatet di Greta, ed è un libro eterogeneo. 

In parte è autobiografia e diario di Malena Ernman, popolare cantante lirica, e ci racconta dei suoi tentativi, tra mille difficoltà, di promuovere la cultura musicale classica e avvicinarla a quella popolare. Ci racconta di come il marito Svante Thunberg abbia scelto di abbandonare la professione di attore brillante, per seguire la moglie, starle accanto nelle gravidanze e affiancarla nella cura delle bambine. 

L'unica parte interessante di Scene dal cuore è la narrazione, toccante, della sofferenza e dell'angoscia dei due coniugi, quando sono alle prese con il disagio della figlia maggiore (cui alla fine sarà diagnosticata la sindrome di Asperger) che rifiuta di andare a scuola e perfino di mangiare. Come se non bastasse, anche la seconda figlia, Beata (NB: per una sorta di par condicio alla svedese, Greta porta il cognome del padre e Beata quello della madre), la scoprono affetta da sindrome da deficit dell'attenzione e iperattività, la stessa patologia che, senza che lei lo sapesse, ha sempre afflitto la stessa Malena, cui verrà infine diagnosticata a quarant'anni. E' un racconto che non può lasciare indifferenti. Paradossalmente ho accolto con un sorriso la critica feroce che Malena e Svante fanno del sistema scolastico svedese, inadeguato e incapace di gestire i ragazzi con bisogni educativi speciali: la cosa l'ho trovata confortante, dato che in Italia molti hanno una sorta di culto (immotivato) dei sistemi scolastici dei paesi nordici. 

La crisi che rivela il disagio di Greta è causata, si scopre, dall'angoscia per le sorti del pianeta. La piccola accoglie con integralismo le tesi secondo cui le emissioni di anidride carbonica devono essere drasticamente ridotte al più presto al fine di limitare il riscaldamento globale. Greta sa che i protocolli internazionali di Kyoto e di Parigi, che progettano una progressiva riduzione delle emissioni mondiali di CO2 da parte dei paesi più industrializzati, sono considerati insufficienti in quanto troppo ottimistici da molti studiosi, e si dispera nel vedere che comunque rimangono lettera morta. E' scandalizzata dall'inerzia e dall'ipocrisia dei paesi del mondo e della Svezia in particolare. Per di più l'estate del 2018 è insolitamente calda e secca, nel suo paese: gli incendi si susseguono e le autorità non sono attrezzate per salvare il patrimonio boschivo. Perché nessuno fa nulla mentre il mondo va a fuoco? Greta coinvolgerà tutta la famiglia nella lotta ecologista, costringendo tutti a bandire la carne e i viaggi in aereo, e infine arriverà a una lieve disobbedienza civile, inventando o promuovendo lo sciopero scolastico per il clima. Durante il suo sit-in solitario per caso viene notata da Ingmar Rentzhog, noto attivista politico e ambientale (ma anche finanziere e industriale: paradossi dell'ecologismo social) che le scatta le prime foto, et voilà: nasce il fenomeno Greta, culminato in meno di un anno nientedimeno che con la candidatura al Nobel.

Scene dal cuore segue questa trasformazione familiare e nel finale cessa di essere un diario e diventa una confusa raccolta di pensieri, che vanno dal problema della concentrazione di CO2 nell'atmosfera, allo sviluppo sostenibile, al boicottaggio della plastica, al vegetarianesimo, al movimento del Me Too, alla primavera araba, e chi più ne ha più ne metta. 

I genitori di Greta ne sostengono la lotta raccontando la sua storia in questo libro, e successivamente Beata (bravissima cantante) inciderà e metterà in vendita su spotify un brano musicale, destinato forse a diventare l'inno dei Thunberg-boys and girls. Un altro modo, di fatto, per star dietro all'improvvisa celebrità di Greta, tutto in famiglia. 

Greta Thunberg e sua sorella minore, Beata Ernman

In ogni caso non è chiaro come questa congerie di temi più o meno ecologisti possa essere armonizzata nel pensiero erratico e fumoso dei Thurnberg-Ernman: la nostra casa va in fiamme, la società è maschilista, non bisogna viaggiare in aereo, bisogna bandire la plastica, la carne fa schifo, Trump fa schifo, bisogna passare all'auto elettrica, ecc...

No, no, basta, lasciamo perdere Scene dal cuore, che è proprio un pasticcio per fricchetoni, sia pure di quelli moderni che si tengono aggiornati sui social, e torniamo a Sciopero per il clima, ovvero al pensiero di Greta, nudo e crudo.

LA NOSTRA CASA E' IN FIAMME: IL GRETA-PENSIERO

Non voglio la vostra speranza. Non voglio che siate ottimisti. Voglio che siate in preda al panico. Voglio che proviate la paura che io provo ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in un'emergenza. Voglio che agiate come se la nostra casa fosse in fiamme. Perché lo è. 

La lotta all'inquinamento e quella per la preservazione dell'ambiente naturale sono doverose e fondamentali: difficile non condividere questo tema con la dolce Greta. Ma che dire dell'idea del riscaldamento globale, cioè della casa in fiamme? L'urgenza millenaristica che addita a un imminente punto di non ritorno per la riduzione di emissioni di CO2, che tanto impressiona Greta, al punto di volerla condividere col mondo intero, è scienza o piuttosto allarmismo?

L'EMERGENZA CLIMATICA SUI MASS MEDIA

Per i mezzi di comunicazione l'emergenza climatica è solo un altro utile tag per attirare l'attenzione, facendoci venire l'ansia. D'estate, per esempio, non si parla d'altro che di riscaldamento globale, di siccità e desertificazione. Poi, d'inverno, non essendo più la stagione adatta per parlare di riscaldamento, si passa ai più generici cambiamenti climatici, e giù con le nevicate anomale e le inondazioni.

Qualsiasi cosa succede, insomma, se fa freddo o se fa caldo, se piove o non piove, è comunque colpa del cambiamento climatico. Come si fa a contraddirli? Ricordate per esempio il caso del lago di Bracciano, che due estati fa sembrava si stesse prosciugando? Se n'è parlato per tutta l'estate del 2017, poi stop. Perché? Perché una volta finita l'emergenza non c'è più notizia. A far notizia è una tragedia imminente, ma se poi la cosa si smonta, perché perder tempo a smentirla? La gente la dimenticherà da sola.

Ecco un esempio di come i mezzi di comunicazione (nella fattispecie, il sito internet di una nota agenzia di stampa) sfruttano l'alta sensibilità del pubblico d'oggi sui problemi climatici, acuita dagli strascichi infiniti di un inverno che quest'anno è stato restio a cedere il posto alla primavera: se arriva un temporale, lo si annuncia con un titolone che insinua l'idea che si tratti di un fenomeno eccezionale causato dalla crisi climatica.

















Un tempo una notizia come questa non avrebbe trovato spazio al di fuori della pagina delle previsioni del tempo, oggi magari te la ritrovi in prima pagina.

GIUSEPPE TOALDO, STRAORDINARIAMENTE ATTUALE

Le anomalie climatiche ci son sempre state, a partire forse dal primo anomalo sabato in cui qualcuno si stupì perché pioveva anziché esserci il sole.

Alcuni brani di un incredibile libro scritto a Padova nel 1770 dal meteorologo Giuseppe Toaldo, sembrano scritti oggi:

Continuò la stagione piovosa, procellosa, ventosa, fredda tutto marzo, aprile e maggio [...] E questa è la succinta storia di questo inverno, sopra la cui stravaganza si può congetturare più d'una causa particolare esservi concorsa. 

A quanto pare non solo nel '700 ci si preoccupava, come oggi, di una stagione invernale troppo lunga, ma già c'era chi si interrogava sulle responsabilità dell'uomo riguardo al cambiamento climatico, ed in termini straordinariamente moderni. Nello stesso libro, infatti, leggiamo:

Alcuni di quelli che credono cambiata l'indole delle stagioni della corrente età, portano in campo la mutazione di sito della Terra. Di questo sentimento si trova Monsignor Pontopidan, vescovo di Berghen in Norvegia, il quale in un Discorso sul Principio del Mondo riferito nella Letteratura Europea pretende, che gl'inverni presenti siano meno freddi di quanto fossero da due mille anni,  quando si gelavano regolarmente molti fiumi, dice, che ora non si gelano più. [...] Comunque sia di questa minorazione di freddo due cagioni adduce, una delle quali è la distruzione delle selve colla cultura fatta dagli uomini di tanti terreni; l'altra l'avvicinamento continuo della Terra al Sole [...] 

Ragazzi, avete capito? Monsignor Pontopidan nel '700 denunciava i pericoli della deforestazione! Giuseppe Toaldo però non si fida troppo degli allarmisti del riscaldamento globale:

Ma io non credo vero né l'uno né l'altro; le annate nostre sono simili alle antiche, corrono adesso delle stagioni stravaganti, e tali correvano in altri tempi. 

Sembra più disposto a credere che eventuali mutazioni periodiche del clima debbano essere attribuite maggiormente a cause astronomiche piuttosto che a cause umane:

Un po' più fondati sono quelli, che incolpano le macchie solari. 

A questo punto, potrei anche concluderlo qui questo articolo, dato che il mio personale pensiero è stato riassunto in modo abbastanza preciso 250 anni fa dallo studioso padovano. Ma voglio continuare a riflettere con voi sui problemi legati al clima e alla società di oggi. Sul libro di Greta & Co non c'è neanche un grafico, non vogliamo vederne qualcuno insieme? Ci dev'essere molto ancora da dire, in fondo 250 anni fa l'inquinamento atmosferico non era una cosa altrettanto importante a livello globale, e, soprattutto, all'epoca di Giuseppe Toaldo non esistevano enti internazionali per il monitoraggio meteorologico e climatico.

RISCALDAMENTO GLOBALE: REALTA' E MITOLOGIA

L'organismo finanziato dall'ONU e da 25 anni incaricato degli studi sul clima, si chiama Intergovernmental Pool on Climate Change (IPCC) e recentemente ha elaborato delle proiezioni ancora più preoccupanti del solito sull'evoluzione della temperatura media del pianeta, mettendo sul banco degli imputati la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, nutrita dalle emissioni industriali e dalle altre attività umane. Se non si prenderanno provvedimenti drastici, si dice, entro il 2030 la temperatura sarà aumentata di oltre 1,5 gradi rispetto a quella che era all'inizio del ventesimo secolo, con pesanti conseguenze per il clima.

Proiezioni dell'IPCC sull'evoluzione del clima nei prossimi 100 anni
L'IPCC ha la dicitura cambiamento climatico fin nel nome e quindi non c'è da stupirsi se lì dentro nessuno dubita del riscaldamento globale come dato di fatto. Ma lo è davvero, un dato di fatto? Vi sono studiosi (una minoranza) che non approvano i modelli climatici adottati e le conclusioni dedotte dall'IPCC, ma i dati sperimentali sono concordi. Con gli stessi dati, ma selezionandoli o scegliendo opportunamente la scala, si possono costruire grafici più o meno spaventosi, a seconda dell'uso, in ogni caso eccovi di seguito quello più aggiornato oggi disponibile.


Vi faccio notare che il grafico non è denominato evoluzione della temperatura, ma anomalia della temperatura... Il messaggio è chiaro: guardalo, sì, ma preoccupati anche! Però se avete paura che la ripidità del grafico vi faccia venire un'attacco d'ansia, potete sempre consolarvi considerando il fatto che le ascisse (in orizzontale) comprendono un periodo di 140 anni, e le ordinate un intervallo di temperature di meno di un grado, per cui qualcuno potrebbe anche definirlo piuttosto piatto. In ogni caso l'andamento crescente della temperatura media del pianeta è evidente e difficile da contestare. Anche il fatto che la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera aumenti nel tempo sembra incontestabile, come mostrato dal grafico seguente.



L'anidride carbonica aumenta, più che altro a causa delle attività umane, probabilmente, e la temperatura pure aumenta, come abbiamo visto sopra, e nei moderni modelli climatici i due fatti sono legati. Quindi in pratica fa sempre più caldo per colpa dell'uomo, e se le emissioni inquinanti non diminuiranno, continuerà a far sempre più caldo, finché il mondo sarà invivibile: la nostra casa sta bruciando, tutto chiaro, no? Beh, mica tanto.

Intanto basta notare l'aspetto differente dei due grafici per capire che il legame tra CO2 e temperatura non è diretto né semplice, e che probabilmente coinvolge anche molti altri fattori. La concentrazione di CO2 nell'atmosfera infatti aumenta linearmente; anche se andiamo più indietro nel tempo vediamo che le lievi oscillazioni sono soltanto stagionali:








La temperatura media invece è soggetta ad oscillazioni ampie. Se prendiamo in considerazione un periodo di tempo più lungo notiamo che, per esempio, cala durante la seconda rivoluzione industriale, e questo è un paradosso:




Gli scienziati costruiscono modelli teorici, ma sono lontani anche soltanto dal predire con certezza che tempo farà domani, figurati con che grado di certezza vanno accolte le loro previsioni a lungo termine. Inoltre va detto che pochi decenni fa gli scienziati non la pensavano affatto come adesso. Per esempio, quando io ero piccolo, molti studiosi temevano che si fosse nell'imminenza di una nuova glaciazione, e sui mass media si dava ampio risalto a quei timori, altro che parlare di riscaldamento globale. Ecco un grafico d'epoca, pubblicato nel 1975, che registra l'evoluzione della temperatura, e che giustificava il timore di un rapido decremento:


Naturalmente i modelli teorici sviluppati all'epoca assecondavano la tendenza decrescente che emergeva dai dati sperimentali. Tuttavia, come sappiamo, dopo un po' i dati hanno cambiato idea, così gli scienziati climatologi hanno dovuto cambiare modelli. Nessun problema, il loro mestiere è quello. Con tutto il rispetto per gli scienziati, spero che i dati continuino a non seguire le loro previsioni.



Il riscaldamento globale è diventato, scusate il gioco di parole, un tema caldo, più recentemente, negli anni 90. E nel 2006 Al Gore nel suo famoso docufilm Una scomoda verità, collocava il cosiddetto punto di non ritorno (termine ultimo per invertire il trend di aumento di CO2 nell'atmosfera se si vuole evitare una catastrofe climatica) 10 anni nel futuro di allora, cioè nel 2016. Ma già in precedenza altre cassandre avevano posto limiti invalicabili nell'immediato futuro, solo che poi erano stati valicati, e come sempre bisognava sostituirli con altri spostati più avanti. Questo accade anche oggi: il ciglio del burrone a quanto pare dev'essere costantemente dietro l'angolo, il punto di non ritorno deve rimanere sempre imminente. E gli allarmismi nel passato non hanno riguardato soltanto le anomalie della temperatura, glaciazioni o riscaldamenti che fossero. Negli anni settanta e ottanta l'emergenza imminente di volta in volta riguardava, o avrebbe dovuto riguardare: il sovraffollamento, l'esaurimento delle risorse energetiche, il buco nell'ozono, l'inquinamento radioattivo, le malattie... Passato di moda un problema catastrofico, uno nuovo veniva alla ribalta. Per inciso, il documentario di Al Gore prevedeva, nelle attuali condizioni, il completo scioglimento del Polo Nord nel 2015, a suon di proiezioni, ma per fortuna anche i ghiacci polari non hanno dato retta agli scienziati.

ASCOLTIAMO LE CAROTE

Greta Thurnberg dice di vedere le cose o bianche o nere, per colpa, o piuttosto per merito, della sua sindrome. Ma più che l'Asperger è la stessa gioventù che di solito non ammette troppe sfumature di giudizio: i giovani d'oggi si stupiscono dell'indifferenza che molti tra noi meno giovani mostrano, sul tema del riscaldamento globale. Ma noialtri abbiamo avuto il tempo di veder passare tante Cassandre; probabilmente anche noi un tempo vedevamo il mondo o bianco o nero, ma poi ci siamo accorti che tanti bianchi poi alla fine non erano così bianchi, e tanti neri poi non erano così neri, e ora abbiamo finito con l'apprezzare anche le sfumature di grigio. Ma tornando al libro di Greta:

Qualcuno dice che faremmo meglio ad andare a scuola. Qualcuno dice che dovremmo studiare per diventare climatologi e risolvere la crisi climatica. Solo che la crisi climatica è stata già risolta. Abbiamo già tutti i dati e le soluzioni. Non ci resta che svegliarci e cambiare. [...] Da trent'anni sappiamo tutto quel che c'è bisogno di sapere sui cambiamenti climatici, ma per tutto questo tempo abbiamo scelto di non far nulla.

Invece una cosa assai interessante, che non tutti sanno, e di cui nel libro di Greta & famiglia non si parla, è che possiamo andare ancora indietro nel tempo, riguardo alla misurazione della temperatura media della Terra: indietro fino a prima dell'invenzione del termometro, e anzi fino anche a prima della comparsa dell'uomo. E' paradossale ma vero, anche se si tratta, ovviamente, di misure indirette e ovviamente meno precise di quelle che si fanno oggi col termometro: vengono ottenute dall'esame dei ghiacci perenni trivellati in profondità nell'Antartide. Estraendo una carota, così si chiama, di ghiaccio, si esamina il ghiaccio a diverse profondità, e, con esso, la composizione che aveva l'atmosfera in epoche antichissime. Gli studiosi sono in grado di ricostruire dagli indizi presenti nel ghiaccio, numerose informazioni, tra cui anche la temperatura media sulla Terra all'epoca. Cosa ci dicono le carote? Ecco per esempio un grafico che ci racconta come è variata la temperatura negli ultimi 11mila anni.















Non c'è dubbio che stiamo vivendo un periodo di riscaldamento globale, ma quasi certamente non è stato l'unico. La temperatura sulla Terra è soggetta a fluttuazioni: ere glaciali si alternano a periodi caldi. Nel medio evo, per esempio, faceva più freddo di adesso, ma all'epoca dell'antica Roma faceva più caldo: come ha commentato il nostro premio Nobel Carlo Rubbia, Annibale non avrebbe potuto valicare le Alpi insieme agli elefanti con il clima odierno.

E se anche quel che vediamo oggi rientrasse in questi cambiamenti ciclici, e risultasse così in buona parte indipendente dall'attività umana? Non è un po' presuntuoso da parte nostra pretendere di poter governare il clima del pianeta, nel bene e nel male? Una formica in groppa a un elefante può anche aver l'illusione di guidarlo, ma si tratta appunto di un'illusione. E' molto probabile che un'influenza dell'attività umana sul'andamento del clima ci sia davvero, ma francamente sono scettico sul fatto che possa essere preponderante rispetto a cause di ben altra caratura, come quelle astronomiche. Se una nuova era glaciale non era effettivamente alle porte quarant'anni fa, per quel che ne sappiamo potrebbe esserlo oggi: paradossale, no?

GUARDARE IL SOLE (SENZA ACCECARSI)

Ora guarderemo un grafico sull'evoluzione dell'attività solare. Per quanto riguarda il passato, tale attività viene desunta dal conteggio delle macchie solari, fatto dagli astronomi anche all'epoca di Giuseppe Toaldo (con la differenza che nel '700 si pensava che un numero elevato di macchie solari indicasse una minore attività e un minor calore, oggi al contrario gli studiosi la collegano a una maggiore attività). Ci accorgiamo che vi sono evidenze significative che attualmente si sia in una fase discendente.



Il grafico precedente è certamente più simile a quello della temperatura che non quello dell'anidride carbonica. Non che l'entità dell'influenza dell'attività solare sull'andamento della temperatura sulla superficie terrestre sia nota e chiara al punto da dedurne un incipiente fine del riscaldamento globale; è ovvio che una qualche influenza sull'evoluzione della temperatura ci dev'essere, ma anche in questo caso non è né semplice né diretta, né si tratta dell'unico fattore in gioco.

Recentemente qualcuno, studiando un fenomeno chiamato albedo, relativamente al pianeta Marte, ha ipotizzato che anche la temperatura del pianeta rosso si stia alzando nel tempo; e certamente se si dimostrasse davvero che il riscaldamento globale è talmente globale da essere esteso all'intero sistema solare la causa antropica sarebbe ovviamente esclusa. Ma la scarsità di misure disponibili e la nostra scarsa conoscenza dei fenomeni stagionali marziani rende queste conclusioni azzardate e inaffidabili.

DISASTRI SU DISASTRI

Tornando sulla Terra, la frequenza degli eventi climatici estremi è in aumento anch'essa, e segue l'aumento della temperatura, oppure no? E' opinione comune che sia così (è la versione moderna del nonno che si lamenta perché non c'è più la mezza stagione) ma la questione è quantomeno controversa, visto che esistono statistiche che contraddicono palesemente questo punto di vista. Osserviamo il grafico seguente, che riporta la frequenza dei tornado negli USA.





















Come vedete non si registra alcun incremento percettibile negli ultimi 60 anni. E se guardiamo anche quello dei tornado più devastanti, ci accorgiamo che la loro frequenza è sensibilmente in calo:























E altrettanto dicasi per il numero di vittime causate dalle catastrofi naturali, che secondo le statistiche è, paradossalmente, in nettissimo calo rispetto agli inizi del ventesimo secolo:

























E gli incendi? Ecco un grafico che riguarda frequenza ed estensione degli incendi boschivi in Italia dal 1970 al 2017; niente in esso indica un aumento allarmante o una relazione evidente con l'andamento della temperatura.











E in effetti la frequenza degli incendi e la loro estensione dipendono probabilmente in modo importante da altri elementi, quali ad esempio i fondi investiti nella manutenzione delle aree incolte.

Insomma nel complesso ce n'è abbastanza perché sia lecito dubitare almeno un po' anche degli scienziati allarmisti dell'IPCC.

LA GAIA SCIENZA (CLIMATICA)

Non possiamo rischiare, mi direte. Se gli scienziati hanno ragione ci resta poco tempo per agire. Sono d'accordo con voi che si debba agire contro l'inquinamento, che procura infiniti danni all'ambiente, ma non credo che si debba agitare con leggerezza lo spauracchio dei cambiamenti climatici. Su questo non concordo con Greta: spaventare la gente potrebbe non essere la cosa migliore da fare, e anche se lei lo fa con le migliori intenzioni, le conseguenze potrebbero non essere quelle da lei desiderate, come spiegherò tra poco.

A questo punto potreste chiedermi: ma perché dovremmo dubitare di quel che dicono, non soltanto Greta, ma eminenti scienziati? Boh, per esempio perché sono profumatamente pagati a suon di fondi pubblici per dire quel che dicono? Pochi anni fa vennero diffuse delle email hackerate da cui si deduceva che alcuni importanti climatologi facevano i salti mortali per far quadrare i conti del modello del riscaldamento globale, taroccando alcuni dati sperimentali un po' stonati. Niente di così scandaloso: gli scienziati queste cose le hanno sempre fatte, solo che la gente non lo sa! Il caso mediatico che ne nacque, ora smorzato e sostanzialmente archiviato, venne chiamato climagate. 

Che succederà, davvero tra qualche anno? Ci sarà un'emergenza climatica? Allora gli scienziati allarmisti diranno: visto? Avevamo ragione. Non ci sarà? Allora diranno: visto? Grazie a noi, è stata evitata. Come smentire chi non può essere smentito? Ma quel che non può essere smentito non è scienza, ci insegna Popper.

Resta il fatto che i politici non hanno mai dato retta agli scienziati, e oggi invece forse si apprestano a farlo, almeno a giudicare dal battage pubblicitario su Greta, che ormai è stata candidata al Nobel per la Pace e viene ricevuta con tutti gli onori in tutte le sedi istituzionali europee e mondiali. Non è strano?

TUTTI DIETRO A GRETA

Greta a Roma, accolta con tutti gli onori al senato


Forse siamo alle soglie di una nuova era di consapevolezza, come auspicato dagli attivisti ecologisti e millenaristi: in fondo se non c'è altro da fare per sopravvivere, bisognerà pur rassegnarsi a modificare il nostro standard di vita riducendo consumi ed emissioni. Ma forse no.

Quando il potere si mette ad arruolare scienziati e messia adolescenti, può darsi lo faccia davvero per il bene di tutti, ma è lecito dubitarne. In passato il connubio tra istituzioni e scienziati, con la scusa dell'ecologia, ha già prodotto disastri, che però, guarda caso, sono risultati essere economicamente convenienti per qualcuno. E' stato così quando si è deciso per legge, in Europa e negli USA, che la benzina verde (fraudolenta fin dal nome) sostituisse la benzina tradizionale: tutti prima o poi hanno dovuto cambiar auto, e così è arrivato un enorme aiuto di stato alle aziende produttrici di automobili. Poi ovviamente si è scoperto che gli antidetonanti dei carburanti cosiddetti aromatici sono inquinanti in modo catastrofico, sia in fase di raffinazione che di combustione, e dannosissimi alla salute, ma, finora, non si è ancora tornati indietro. Grazie alle solite leggi ecologiche, i condomini di nuova costruzione hanno l'obbligo di installare pannelli solari sul tetto, che hanno obbligo di manutenzione periodica, così come le caldaie. Grazie ad altre leggi sull'igiene e sulla prevenzione delle malattie infettive, nei luoghi pubblici i distributori a moneta di bottigliette (di plastica!) hanno sostituito le fontanelle per bere. Similmente, per legge, la grande distribuzione ha ricoperto di plastica qualsiasi prodotto. E il passaggio dal cartaceo al virtuale, per registri scolastici e di uffici pubblici, con conseguente cablaggio, acquisti di reti, abbonamenti, servizi e computer, secondo voi è stato davvero motivato dall'esigenza ecologica di risparmiare carta? L'obbligo di legge crea un bisogno, a volte fittizio, il quale genera un indotto con ricadute lucrose. Sì, ragazzi, l'ecologia, l'igiene... per molti di quelli che ci governano si tratta soprattutto di business, anche perché a volte alcuni di loro sono contigui con gli industriali. Non che tutte le loro decisioni in fatto di ecologia siano necessariamente sbagliate, ma dubitare è lecito, visti i precedenti. Sulle reali motivazioni delle istituzioni internazionali, almeno, lasciatemi essere scettico. Ambiente o economia?

In ogni caso, di fronte al disastro ambientale causato dalle loro politiche, i potenti della Terra potrebbero benissimo aver fatto un pensiero come questo:

Ehi, ragazzi, e se invece di dover ammetter che abbiamo sbagliato tutto, riguardo alla benzina verde, alle bottiglie e confezioni di plastica... e se  invece cogliessimo l'occasione di santificare un'eroina sovranazionale in grado di focalizzare l'attenzione di tutti, sviandola dai veri responsabili dei disastri? Presto, tiriamo fuori il tappeto rosso per la piccola Greta!

Greta arringa il Parlamento Europeo


















E adesso farò io, per una volta, la Cassandra: non vorrei che si fosse alle soglie di una rivoluzione, sì, ma di una nuova rivoluzione automobilistica, con l'obbligo del passaggio all'auto elettrica!

AUTO ELETTRICHE E ALTRO BUSINESS "ECOLOGICO"

Ma che sei contrario all'auto elettrica, prof? Perché? E' ecologica: non inquina, lo sanno tutti!


Il mito dell'auto ecologica























L'auto elettrica non inquina molto nel luogo e nel momento in cui la usi, e in certi casi può essere del tutto adeguata per l'ambiente, ma certamente inquina lì dove l'energia elettrica viene prodotta. Per non parlare dell'enorme impatto ecologico che ha il processo industriale per costruire un'auto moderna: c'è da valutare insomma se un'automobile inquina di più mentre viene fabbricata o durante la sua vita operativa. Forse si dovrebbe dire che l'unica auto ecologica è quella che già hai. Per non parlare dei problemi legati al difficilissimo smaltimento delle batterie elettriche.

L'ennesimo rinnovamento del parco auto mondiale, e quello del sistema di distribuzione energetica, se ci saranno, saranno un aiuto alla salvaguardia del pianeta, o piuttosto un lucroso affare per un sistema industriale che già da tempo ha raggiunto la massima espansione ed è costretto a spingere i politici a intervenire, obbligandoci a comprare?

CONCLUSIONI

Riassumendo il mio pensiero: la cosiddetta emergenza climatica è probabilmente una bufala; l'inquinamento certamente non lo è, per cui i movimenti giovanili ispirati alla ragazzina con le trecce si propongono un fine illusorio, ma la loro attività è comunque lodevole perché utile all'ambiente; i potenti del mondo tramite la gretologia cercano di incolpare gli stili di vita, ovvero indirettamente la gente comune, dei danni ambientali che in realtà in buona parte hanno direttamente causato a suon di leggi, per motivi economici, e ora cercano di cavalcare il sentimento ecologista per gli stessi motivi. 

LA SPERANZA IN UN SORRISO

Volevo concludere questo lungo articolo con una bella foto di Greta che sorride, più che come speranza per il mondo, come augurio per il futuro di questa ragazza, il cui impegno commuove anche me: il mio augurio è che un futuro ci sia, e sia per lei radioso, anche dal punto di vista familiare e professionale (per quest'ultimo punto, però, dovrà ricominciare a studiare, prima o poi!). Non è stato certo difficile trovar belle foto di Greta su internet, anche di quelle, un po' più rare, in cui sorride: attualmente forse Greta è il soggetto più ritratto al mondo, dopo i gattini!

Greta sa anche sorridere!

Questa sua notorietà, oltre a far tornare di moda le trecce, ha innescato un fenomeno di emulazione, con tanti ragazzi, per esempio, che si portano a scuola una bottiglia per l'acqua riutilizzabile, per non usare la bottiglietta usa e getta in plastica (chi produce le bottiglie di alluminio ringrazia). Ma purtroppo ha anche scatenato un'ansiosa ricerca della Greta locale da parte dei mass media: abbiamo per esempio diversi candidati Greta italiana, che i nostri giornalisti vanno in giro a intervistare e i nostri politici non vedono l'ora di ricevere per annuire pensosamente... Daranno loro retta? Purtroppo no, dite? E... ma non sarebbe altrettanto grave se lo facessero? Come lo giudichereste un adulto, esperto e laureato, che occupa un posto di responsabilità su mandato degli elettori, che asseconda un sedicenne secchione qualsiasi? Ma ve lo immaginate un mondo governato dai sedicenni? L'idea mi da i brividi!

Spero che in questo meraviglioso ritratto sognante, con cui voglio stavolta per davvero concludere l'articolo (lo prometto!) Greta stia sognando un mondo più pulito, ma non un mondo governato da ragazzini saccenti... quello sarebbe un incubo!


4 commenti:

  1. Molto lungo ma benscritto.Greta confonde anomalie,riscaldamento globale e tutto il resto,per fortuna tu riesci a spiegare tutto

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  2. Sacrosanta ogni parola, dubbio e riflessione!
    Certo non si può dire che non esista l'inquinamento e i vari problemi di salute che causano, ma è pur vero che chi ha il potere di cambiare davvero le cose non avrà interesse a farlo se non per un tornaconto. E ognuno vuol tirare acqua al proprio mulino, sia chi grida alle fiamme sia chi mente spudoratamente dicendo che non succede nulla di strano.

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  3. Caro Prof !!! A me Greta piace tantissimo !!!

    Mi piacerebbe avere una figlia così, ne sarei orgoglioso !!!

    Anche come fidanzata non mi dispiacerebbe.

    Ho pure regalato il suo libro ai miei nipoti.

    L'unica cosa che non le perdono sono i calzini.

    Veramente orrendi, quei calzini sono da non credere !!!

    Purtroppo non è possibile inserire immagini nei commenti ai tuoi post,
    ma se cerchi "Greta famiglia australiana" su internet,
    potrai senz'altro trovare l'immagine di lei sulla barca della famiglia australiana,
    con quei terribili calzini rossi con i cuoricini.

    Ciao da Leo001 !!!

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