Oggi vi voglio parlare di un altro horror italiano che ho letto recentemente, che, come L'urlo bianco, si fa apprezzare per l'atmosfera: L'Autunno di Montebuio di Danilo Arona e Micol Des Gouges. In questo romanzo un gruppetto di ragazzini che abitano in un paesino sperduto devono fronteggiare esseri mostruosi e misteri... e qui ai miei 25 lettori deve accendersi una lampadina... il che poi spiega il mio interesse per questo romanzo! Se poi il tutto è condito da una buona dose di fantasmi, necrofilia, incubi materializzati, e da un oscuro senso di minaccia, che i piccoli ereditano inconsciamente dal mondo degli adulti (dato che qui si parla dell'epoca della crisi di Cuba, ovvero dei primi anni sessanta, quando tutti temevano che la terza guerra mondiale fosse alle porte) si ottiene un setting davvero assai accattivante.
Lo stile è scorrevole, l'editing impeccabile, e le premesse per un orribile divertimento ci sono tutte. C'è da dire che, dopo un inizio da vero brivido, il romanzo avanza assai più stancamente, muovendosi a fatica in un pantano ripetitivo di premonizioni, apparizioni, flashback... il tutto senza una svolta narrativa vera e propria, almeno fino al finale, che definire pirotecnico è limitante. La narratrice bambina è anche il personaggio meglio delineato e "funzionante" del romanzo, mentre gli altri appaiono abbastanza stereotipati e prevedibili.
Alcuni interrogativi e dubbi rimasti non risolti mi hanno lasciato con un senso di sospensione, ma forse dipende dal fatto che, come ho scoperto poi, esiste anche un precedente L'Estate di Montebuio, di Danilo Arona, che non ho letto, e cui con tutta probabilità questo libro si ricollega. Gli imprevedibili omaggi, presenti nel libro, a un improbabile pioniere della musica elettronica (che invece è realmente esistito) e a un più verosimile scrittore "maledetto" (che invece è un immaginario alter ego di Arona) lasceranno perplesso qualche lettore, come è accaduto con me, ma l'atmosfera paesano-gotica e l'inevitabile misto di paura e curiosità fornito dalla presenza dei giovanissimi protagonisti ci lasciano comunque passare un autunno indimenticabile nella (niente affatto) ridente Montebuio.
L'Autunno di Montebuio è adatto a... chi non ha mai dimenticato del tutto le cose spaventose che ha visto (o sognato?) da bambino!
PS: Arrivederci a presto con L'Inverno di Montebuio?
PS: Arrivederci a presto con L'Inverno di Montebuio?
Insomma ti sei buttato sull'horror?
RispondiEliminaPiù che altro è l'horror che si è buttato su di me!
RispondiEliminaSì: qui c'è un'intervista a Micol des Gouges che dice che si tratta di uno spin-off dell'estate di Montebuio:
RispondiEliminahttp://www.alessandrianews.it/interviste/micol-des-gouges-romanzo-18-anni-che-emozione-ma-ora-penso-maturita-23375.html
Ivano
Purtroppo ogni tanto mi capita: leggo un libro e solo poi scopro che apparteneva a una serie, e non era il primo della serie. Il fatto è che il libro precedente l'ha pubblicato un altro editore, quindi il nuovo editore non ne dice nulla sulla copertina. Non è che ti trattano come un ignorante, come si aspettassero che tu sai già tutto di quell'autore e di quella serie, è una politica commerciale, e li capisco anche: se io avessi letto sulla quarta di copertina che questo era il seguito di un altro libro, probabilmente mi sarei detto "fammi leggere prima l'altro libro" e così non lo compravo mica. Ora invece non lo so se leggerò l'Estate di Montebuio, perché io sono fatto così: non mi piace non seguire la stessa linea cronologica dello scrittore.
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