Nebbia, gelo, incubi e fantasmi in una piccola località di villeggiatura sperduta tra i boschi e sepolta nella neve. Non vi vengono i brividi (almeno di freddo) solo a guardare la copertina del romanzo di Antonio Ferrara? Irresistibilmente incuriosito da queste suggestioni invernali ho passato anch'io un paio di notti... in bianco, ovvero nella piacevole compagnia de L'urlo bianco, un romanzo di cui ho gustato soprattutto l'ambientazione nostrana e in un certo senso rustica, rivisitata però in senso orrorifico. Un testo che scorre, quello dell'ultimo (o penultimo che sia) lavoro di Antonio Ferrara, inserito in un progetto editoriale accattivante, che si lascia perdonare volentieri qualche refuso di troppo.
Non tutti i personaggi sono memorabili, per esempio lo stereotipato autore italoamericano semialcolizzato che cerca di superare il blocco dello scrittore è probabilmente abusato nella letteratura di genere. La struttura dell romanzo inoltre vede il punto di vista saltellare continuamente da un personaggio all'altro (ognuno è alle prese con le proprie visioni spettrali) e ciò a volte può risultare snervante. Ma gli agghiaccianti colpi di scena finali riscattano il tutto alla grande! L'inserimento invece dell'angosciante racconto Non è nulla, di Simone Carletti, vincitore del Premio Crawford, all'interno del testo del romanzo, appare piuttosto forzato e posticcio.
L'urlo bianco è consigliato... a chi sotto sotto ha sempre saputo che quelle ombre intraviste nella nebbia e dietro gli alberi carichi di neve non erano solo frutto della sua fantasia!
Non tutti i personaggi sono memorabili, per esempio lo stereotipato autore italoamericano semialcolizzato che cerca di superare il blocco dello scrittore è probabilmente abusato nella letteratura di genere. La struttura dell romanzo inoltre vede il punto di vista saltellare continuamente da un personaggio all'altro (ognuno è alle prese con le proprie visioni spettrali) e ciò a volte può risultare snervante. Ma gli agghiaccianti colpi di scena finali riscattano il tutto alla grande! L'inserimento invece dell'angosciante racconto Non è nulla, di Simone Carletti, vincitore del Premio Crawford, all'interno del testo del romanzo, appare piuttosto forzato e posticcio.
L'urlo bianco è consigliato... a chi sotto sotto ha sempre saputo che quelle ombre intraviste nella nebbia e dietro gli alberi carichi di neve non erano solo frutto della sua fantasia!
Grazie per aver dedicato parte del tuo tempo per il mio libro. :-)
RispondiEliminaE' stato un piacere!
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