Ed ecco un altro romanzo brillante europeo. Stavolta arriva dalla Francia. Si tratta de L'Incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea, di Roman Pertolàs. Anche qui, come ne Il Centenario che saltò dalla finestra e scomparve, c'è un'assurda storia on-the-road, che porta lo strampalato protagonista dall'India, alla Francia, alla Spagna, all'Italia, alla Libia e di nuovo in Francia. Di tutti questi posti non si vede un bel nulla, a parte qualche stereotipo. Eppure ci troviamo di fronte a un libro abbastanza politicamente scorretto da essere in qualche modo interessante.
Il divertente protagonista e i gitani che lo braccano sono quasi nient'altro che un'accozzaglia di cliché. La direzione impressa al romanzo appare fin da subito quella comica, salvo poi inserire di tanto in tanto delle parentesi socialmente impegnate (nelle intenzioni) allorquando il protagonista si imbatte nel mondo degli emarginati e degli immigrati illegali. Ma questi inserti "seri" sono un po' stonati e tutto sommato poco credibili. Naturalmente non manca il lieto (e assurdo) fine. Quanto alle gag che costellano la vicenda, alcune sono divertenti, altre lasciano un po' di stucco. Lo stile è un po' piatto, ma veloce. Anche qui, insomma, un sorriso, o poco più.
Il divertente protagonista e i gitani che lo braccano sono quasi nient'altro che un'accozzaglia di cliché. La direzione impressa al romanzo appare fin da subito quella comica, salvo poi inserire di tanto in tanto delle parentesi socialmente impegnate (nelle intenzioni) allorquando il protagonista si imbatte nel mondo degli emarginati e degli immigrati illegali. Ma questi inserti "seri" sono un po' stonati e tutto sommato poco credibili. Naturalmente non manca il lieto (e assurdo) fine. Quanto alle gag che costellano la vicenda, alcune sono divertenti, altre lasciano un po' di stucco. Lo stile è un po' piatto, ma veloce. Anche qui, insomma, un sorriso, o poco più.
Non avrei mai pensato che l'Einaudi potesse fare copertine così vivaci!
RispondiElimina