Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

domenica 8 marzo 2020

Just Kids: la vita bohémien ma anche un po' snob della giovane Patty Smith

New York, fine anni sessanta. La giovanissima Patty fa il grande passo: prepara la valigia, ci mette dentro anche un libro del suo poeta preferito: Arthur Rimbaud, e va a New York in cerca di fortuna (vabbè, sono tre ore di treno da casa sua nel New Jersey: può tornare tranquillamente nel fine settimana quando vuole). Non conosce quasi nessuno e non ha un dollaro, non sa dove dormire e come mangiare, ma ha un'idea precisa: diventerà un'artista. Just kids è il libro autobiografico di Patty Smith, incentrato sugli anni giovanili e sulla sua storia con Robert Mapplethorpe, durata più di vent'anni, trasformandosi da amore ad alleanza artistica e amicizia fraterna, fino alla morte di Robert per AIDS. 



L'infanzia di Patty, con le sue fantasie di bambina e fascinazioni mistiche, è straordinariamente vivida. La vita da bohémien, in una New York affollata di poeti poveri, musicisti squattrinati e pittori senza una lira,  è confusa ma vivace. Patty farà la commessa in libreria, poi incontrerà il fascinoso e ambiguo Robert, che piace a donne e uomini, con il quale farà coppia per anni, e si cimenterà con lui nelle arti figurative, per poi virare sul teatro e sulla poesia, mentre lui invece passerà dalla moda, al collage, alla fotografia, e lì infine troverà la sua strada.  

Robert Mapplethorpe e Patty Smith




Patty Smith e Bob Dylan
Frequenteranno i locali dove si riuniscono gli artisti famosi, nella speranza di incontrarli e di far parte del loro mondo. Per un certo periodo abiteranno in una stanzetta microscopica al Chelsea Hotel, che fu casa di moltissimi artisti, tra cui il poeta Dylan Thomas. Incroceranno Jimi Hendrix, Bob Dylan, Andy Wharol, Janis Joplin, e Patty avrà una relazione con Sam Shepard. Negli anni successivi Patty vedrà morire molti vecchi amici e amiche, per colpa di sesso, droga e alcool. 



E il rock'n roll? Quello sarà invece la sua salvezza: Patty a un certo punto avrà l'idea di accompagnare i suoi reading di poesia con un sottofondo musicale, e da lì, inaspettatamente, si ritroverà in breve tempo ad essere la leader di una rock'n'roll band, un'anticipatrice del punk, l'autrice di hit internazionali come Becouse the night e People have the power

Patty Smith in concerto alla fine degli anni '70


Seguirà un lungo ritiro dalle scene per dedicarsi alla famiglia che nel frattempo ha messo su con il chitarrista Fred "Sonic" Smith (che morirà nel 1994). Non perderà i contatti con Robert, il quale nel 1989, sul letto di morte, le chiederà di scrivere la loro storia, e, vent'anni dopo (il libro è del 2010), eccola qui. 


L'epopea della New York anni sessanta-settanta, narrata da Patty Smith in persona... Basta sapere questo per convincerti a leggere il libro, ma ci sono delle difficoltà da superare. Ad esempio uno stile rallentato da continue citazioni letterarie e cinematografiche e da descrizioni di vestiti, scarpe, accessori, collane, cornici, portafogli e ogni genere di oggetti. 

E poi c'è il carattere da intellettuale snob, che vien fuori da queste memorie, che poco si accorda con l'immagine della poetessa ribelle del rock'n roll che, se sei un vecchio romanticone come me, probabilmente hai. 

Pur essendo giunta a New York a fine anni sessanta, Patty ammette candidamente di non aver mai partecipato ad eventi di protesta anti guerra del Vietnam, in quanto poco propensa ad adeguarsi "ad un'altra burocrazia". In realtà il suo interesse è altrove: lei è attratta dal mondo degli artisti, vuole disperatamente essere una di loro; la controcultura di massa non la riguarda. 

Anche da povera in canna, Patty ha un'adorazione per i libri antichi, le prime edizioni, le rilegature in cuoio. Cerca la bellezza, il concetto, la storia, la tradizione negli oggetti. Quando poi nella sua vita da bohémien, deve lasciare un appartamento o una camera d'albergo, per andare ad accamparsi da un'altra parte, è sempre un momento epocale, e a decenni di distanza senti il suo rimpianto di aver dovuto abbandonare oggetti che amava. Patty è anche credente, ma sia lei che Robert hanno un'attrazione misteriosa per gli oggetti della fede cattolica, che cercano di utilizzare e  reinventare in altri contesti visuali. Lei e Robert hanno un interesse di natura artistica, ma comunque ossessivo, per gli oggetti. Ancora oggi l'attività artistica di Patty Smith include esposizioni fotografiche e installazioni che, in un modo o nell'altro, ritraggono prevalentemente oggetti.

Installazione esposta nella mostra fotografica Higher Learning, di Patty Smith (2017)


Non mi sono ancora ripreso dal trauma di aver scoperto che Neil Young colleziona trenini elettrici e auto d'epoca (leggi QUI) e ora devo scoprire che Patty Smith è pure lei una snob, tutta arty e glamour! Ma anche in questo caso non posso farne una colpa a Patty: non può mica adeguarsi a un clichet romanticoide da artista indifferente ai beni materiali solo per far piacere a me. Lei è così: legata alle cose che le ricordano le emozioni importanti. Tra l'altro ha il culto della propria immagine così come l'ha eternata il suo amato Robert, in una magrezza androgina eppure sexy, fatta di contrasti di bianco e nero, quella che vediamo nelle copertine di alcuni suoi libri e dischi. E ancor oggi esulta quando riceve notizie di oggetti che hanno avuto a che fare col suo passato, tanto da concludere il libro con la foto di una bambina al lavoro sullo scrittoio che fu di Robert: il pensiero che qualcuno continui a far vivere quell'oggetto la rende felice. 

Anche questa è la poetessa, un po' feticista, forse, del rock'n roll.

Patty Smith, ritratta da Robert nel 1975 per la copertina del suo primo disco




1 commento:

  1. PATTY SMITH ,poetessa fecitista del ROC,è stata abbastanza fortumata...OK...

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