Il sogno di un hippie è l'autobiografia di Neil Young. Anzi, più che essere un'autobiografia, è un diario, che segue la rockstar nei suoi interessi e nelle sue attività recenti, cucito intorno a numerosi flashback che ne raccontano la vita e la carriera. Anzi, più che essere un diario, è un vero flusso di coscienza, in cui inseguiamo i pensieri di NY mentre vagano in piena libertà tra presente e passato. Sì, Neil Young, il mito del Rock'n Roll, l'araldo anni '70 dell'antimilitarismo e dell'antirazzismo, ci svela tutti i suoi pensieri... E, almeno per me, la rivelazione è sorprendente e anche un po' deprimente: altro che hippie! NY in realtà è un ricco eccentrico, innamorato delle auto d'epoca, dei rivestimenti in legno pregiato, dell'alta fedeltà, della tecnologia vintage e... dei trenini elettrici! Sì, proprio dei trenini elettrici! E' davvero un bambinone: che delusione! Però, che ci vogliamo fare? Non è colpa sua se Neil è fatto così! E dato che in piena sincerità il vecchio rocker ci svela tutto di sé, godiamoci quel che c'è da godere, in questo libro, ovvero il sapore degli anni sessanta e settanta on the road, e il sound, a volte cupo e a volte allegro, della vita vera, di un uomo e di un artista indipendente. E quando dico indipendente intendo indipendente proprio da tutto, anche dagli stereotipi dell'impegno e della controcultura. Sì, vediamola così: consoliamoci con l'aglietto.
Complice, a quanto pare, una frattura al ditone del piede, che gli impedisce di andarsene a spasso, e l'astinenza, prescritta dal medico, da alcool e marijuana, che gli inibisce temporaneamente il processo creativo musicale (ma in seguito, nonostante le sue perplessità, da sobrio, riuscirà a comporre Hitchhiker), NY inizia a scrivere "in diretta" questo libro. Il tono è informale, l'andamento erratico: NY dialoga con il lettore e attinge in modo casuale dalla memoria e dalle sue passioni.
Ci racconta degli anni sessanta, di Buffalo Springsteen, di Crosby Stills, Nash & Young, della musica e degli strumenti. Ci racconta degli hippie, dell'impegno politico, della droga, degli amici morti, per malattia, per overdose o per aids, del suo incontro con Charles Manson, ai tempi in cui il futuro assassino voleva fare il musicista. Incontriamo la famiglia di Neil, i gravi problemi di salute che ha dovuto affrontare, le sue donne, la disabilità del figlio Ben e le iniziative per l'integrazione dei disabili. Ci parla con trasporto del suo progetto per dare allo streaming una tecnologia in grado di restituire le sensazioni dei master da studio di registrazione, facendo concorrenza alle temibili major della Silicon Valley (mi sono informato: in seguito la relativa azienda avviata da Young è stata effettivamente acquisita dalla Apple al solo scopo di chiuderla: una battaglia perduta).
Ci parla della sua partecipazione finanziaria e collaborazione tecnica con la Lionel, ditta che progetta riproduzioni perfette di locomotive a vapore (che però sono fabbricate in Cina). Neil, oltre a una collezione di trenini da superare i sogni di qualsiasi bambino, possiede un enorme plastico ferroviario, che ha fatto costruire da operai cinesi specializzati, e ne parla come se si trattasse di gestire una vera rete ferroviaria.
Ci parla della LincVolt, la sua auto con motore ibrido, che sviluppa e modifica in continuazione, una ricerca orientata verso il futuro dell'auto ecologica. Il suo attivismo attualmente (al momento in cui scrive non è ancora iniziata l'era Trump) è concentrato sulle politiche ecologiche.
Il filo conduttore del libro, se ce n'è uno, è la quantità invereconda di automobili americane anni '50 che Young possiede o ha posseduto: non c'è ricordo che non parta da un'auto, o che non viaggi su un'auto. Cito solo qualche esempio, ma ce ne sono decine e decine:
Ci parla della sua partecipazione finanziaria e collaborazione tecnica con la Lionel, ditta che progetta riproduzioni perfette di locomotive a vapore (che però sono fabbricate in Cina). Neil, oltre a una collezione di trenini da superare i sogni di qualsiasi bambino, possiede un enorme plastico ferroviario, che ha fatto costruire da operai cinesi specializzati, e ne parla come se si trattasse di gestire una vera rete ferroviaria.
Ci parla della LincVolt, la sua auto con motore ibrido, che sviluppa e modifica in continuazione, una ricerca orientata verso il futuro dell'auto ecologica. Il suo attivismo attualmente (al momento in cui scrive non è ancora iniziata l'era Trump) è concentrato sulle politiche ecologiche.
Il filo conduttore del libro, se ce n'è uno, è la quantità invereconda di automobili americane anni '50 che Young possiede o ha posseduto: non c'è ricordo che non parta da un'auto, o che non viaggi su un'auto. Cito solo qualche esempio, ma ce ne sono decine e decine:
Scrissi il testo di Like a Hurricane su un pezzo di giornale sul retro della De Soto Suburban del 1950 di Taylor Phelps
Mia figlia Amber Jean Young è nata il 15 maggio 1984. Dall'ospedale, l'abbiamo portata al ranch su una Chevy Bel Air del '57 azzurrina chiamata Mother Ship.
Nel Feelgood Garage c'è una Corvette del 1954. Nel 1972, mentre stavo tornando al ranch su quell'auto, Carrie mi disse che era incinta di Zeke.
Un pomeriggio stavo andando a Los Angeles con la Eldorado del '78.
Per andare e tornare dallo studio guidavo una Jensen 541 del '57.
Comprai una Bentley del '34, molto simile alla Mulliner Coupé con cui io e Briggs ci spostavamo tra gli studi di Hollywood e Topanga Canyon.
Per la prima seduta guidai la mia vecchia Cadillac Eldorado, una decappottabile Biarritz bianca originale del '57, fino a Los Angeles.
La piccola Ensign, un'auto inglese costruita dalla Standard Motors, era troppo piccola per la nostra attrezzatura
Per poche centinaia di dollari ci procurammo una limousine Cadillac del '54
Avevo una Willys Jeepster del '51 che mi ero procurato a Santa Ana, California.
Dietro di me c'era Bruce con la sua limousine bianca, una Caddy del'58.
Per circa tre ore abbiamo fatto alcune riprese a bordo di una Ford Victoria del '56.
Alcune auto hanno un nome proprio, e NY ne parla come fossero persone. E quando non parla di automobili parla di pullman, furgoni, trattori, barche e perfino carri funebri!
Tutto questo non sarà certo una sorpresa per i bene informati, ma per me scoprire il Neil Young collezionista, feticisticamente legato agli oggetti, è stata una brutta sorpresa, e, lo confesso, se il mito non è crollato del tutto, ci è andato vicino.
Tutto questo non sarà certo una sorpresa per i bene informati, ma per me scoprire il Neil Young collezionista, feticisticamente legato agli oggetti, è stata una brutta sorpresa, e, lo confesso, se il mito non è crollato del tutto, ci è andato vicino.
Per fortuna si parla molto anche di musica! Inoltre seguendo il filo dei suoi ricordi si fa un viaggio (a salti, come su una strada piena di buche) nel tempo, nello spazio, e nelle emozioni. Lo stile diretto e informale è il pregio della scrittura di NY. Ora che ci penso, anche per quanto riguarda la sua musica, è più o meno la stessa cosa. Quindi il libro è sorprendente, in quanto rivela la parte maniacale del carattere di NY, ma nonostante questo è godibile, molto godibile. Certo, se siete anche amanti dei trenini o delle auto d'epoca, per voi lo sarà anche di più!
NY parla delle auto come se fossero persone;la sua musica sarà meglio? ...OK...
RispondiEliminaDirei proprio di sì!
EliminaCiao, prof.! Anche se sporadicamente ti seguo sempre e avendoti segnalato su Facebook (che tu odi) ho visto che alcuni amici sono diventati tuoi follower. Quando ti deciderai a onorarci con la tua presenza? Siamo un gruppetto di persone che credo saresti lieto di incontrare! Un abbraccio.
RispondiEliminaSergio Bertoni.
Ca nisciuno è feissbuck
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