Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

sabato 7 marzo 2020

L'ambientalismo controcorrente: Con la scusa del clima

Salve! In questo articolo recensisco Con la scusa del clima (nel seguito CLSDC), il libro di Thomas Pedretti, un libro in un certo senso scomodo, tanto che, ci crediate oppure no, IBS-Feltrinelli non me lo voleva neanche vendere! Dopo avermi fatto aspettare due settimane, infatti, IBS (il più grande negozio di libri online, recentemente imparentatosi con Feltrinelli, ovvero una delle più importanti case editrici italiane) mi ha scritto scusandosi, dicendo che CLSDC era un libro troppo difficile da reperire. Allora ho provato ad acquistarlo direttamente sul sito dell'editore Passaggio al bosco: ebbene, era talmente difficile da reperire che... mi è arrivato il giorno dopo! Lo so, IBS avrà semplicemente avuto qualche problema tecnico, ma è divertente pensare che sia stata invece la sua componente Feltrinelli a ribellarsi, e a boicottare un libro di un editore specializzato in controcultura destrorsa. D'altro canto Pedretti in CLSDC non fa che denunciare complotti economici e politici, per cui, col senno di poi, pensare al complotto feltrinelliano mi è sembrato naturale. Vabbé, basta giocare, e veniamo al libro. 



L'autore, intanto. Di Thomas Pedretti si sa ben poco: sul libro manca la nota biografica, e in rete tutto quel che sono riuscito a sapere di lui è che è uno studente di una scuola per interpreti. Insomma Pedretti non è uno scienziato. Ma che vuol dire? Neanche Greta Thunberg lo è. 

La mancanza del trafiletto biografico non è l'unico difetto tecnico di CLSCD: l'editing del libro è tra i più approssimativi, con presenza di errori di stampa, frasi modificate frettolosamente tanto da risultare prive di senso, e perfino problemi di formattazione. CLSDC inoltre condivide con La nostra casa è in fiamme (il libro scritto dalla famiglia Thunberg-Ernman: vedi recensione QUI) il difetto di parlare di clima globale senza il conforto di un solo grafico. Però, in più rispetto al libro di Greta & Co, ha dovizia di citazioni bibliografiche e sitografiche.

Con mio grande disappunto, a un certo punto Pedretti, prendendo spunto da una coincidenza iconografica, che trovo francamente ridicola, apre un intermezzo storico, parlandoci, per alcune pagine... della gioventù hitleriana! Una lunga parentesi probabilmente fuori luogo, e a mio parere completamente inutile. Forse era un prezzo da pagare per essere più appetibile ai lettori di un editore che si proclama indipendente, ma di fatto ha in catalogo un bel numero di saggi su nazismo, fascismo, sovranismo militante ecc...

La bambina simbolo della Gioventù Hitleriana e Greta. Che ci azzecca?
Assolutamente niente, a parte la bionda treccia.


Con tutto ciò, CLSDC è ugualmente un libro interessante, dato che da voce a numerose fonti scettiche: quelle che non concordano con metodi e conclusioni dell'IPCC, il comitato che, sotto l'egida delle nazioni unite, da alcuni anni lancia le sue grida di allarme sul riscaldamento globale. 

Personalmente ignoravo che esistesse anche il NIPCC, un forum scientifico internazionale non governativo che, come una specie di governo ombra, da anni critica ferocemente l'operato dell'IPCC. Inutilmente, perché i rapporti dell'IPCC continuano a dettare l'agenda finanziaria dell'ONU in quanto a politiche climatiche. 

Chi marcia con Greta? Se lo chiede Thomas Pedretti, ed è davvero inquietante scoprire insieme a lui quante ONG, start-up, agenzie, fondazioni, ecc... fiancheggiano o addirittura arruolano la ragazzina con le trecce. Enti burocratizzati, finanziati a suon di fondi pubblici e privati, che accolgono nei loro direttivi fior di industriali, lobbisti e politici. Un quadro agghiacciante, in cui la politica si mescola all'ecologia. 

Qualcosa che mi ha fatto saltare sulla sedia: CLSDC riporta tra l'altro che il Green Climate Fund (GCF), il cui scopo è finanziare progetti volti a ridurre le emissioni serra nei paesi poveri, subordina tale distribuzione di fondi all'accettazione della cosiddetta teoria gender da parte dei paesi stessi. Quello che non ti aspetti da un ente intergovernativo il cui fine è la tutela dell'ambiente è che si occupi anche di identità sessuale! Mi sembrava incredibile e sono andato a controllare. C'è un motore di ricerca, sul sito del GCF, che ti aiuta a orientarti nella gran mole di documenti burocratici. E la voce gender restituisce in effetti migliaia di documenti: è vero che il GCF pone l'accento su quella che chiama gender policy. Però in massima parte si parla, per quanto riesco a capire, di politiche rivolte alla parità di genere, ovvero contro la discriminazione delle donne: in realtà non ho trovato accenni espliciti a quella che da noi viene chiamata teoria gender, qualsiasi cosa sia, e ho il sospetto che Pedretti abbia un po' esagerato. C'è un solo un documento nella biblioteca del GCF, in cui si citano esplicitamente le persone LGBT, ed è il rapporto valutativo in cui ci si lamenta della legislazione di... Tonga. Da questo a dire che il GFC subordina gli aiuti finanziari all'accettazione della teoria gender ce ne passa. Però devo ammettere che trovo lo stesso molto inquietante che il GFC pubblichi valutazioni periodiche sullo stato della parità di genere nei vari paesi del mondo: si direbbe che, nonostante tutti gli allarmismi climatici, non ritengano che sia poi così importante e urgente aiutare i paesi del terzo mondo a emettere meno sostanze inquinanti, cosa che dovrebbe essere lo scopo dell'esistenza stessa del GFC, dato che ci si può permettere di aiutare solo quelli virtuosi nell'ambito delle politiche di genere! 

C'è qualcuno che sta sfruttando Greta Thunberg? CLSDC afferma di sì, e in effetti non c'è dubbio che il Friday for Future (troppo banale e bruttino chiamarlo semplicemente sciopero scolastico del venerdì, come aveva scelto Greta in origine, per cui gliel'hanno subito cambiato nel più politicamente corretto FFF) sia strumentalizzato per fini politici: dai democratici americani e dai verdi europei, per esempio (questi ultimi in pratica le devono la vita, dato che appena un paio d'anni fa erano agonizzanti e ora grazie a lei sono di nuovo in salute). 

C'è qualcuno che manipola Greta Thunberg? Thomas Pedretti pensa di sì, e sostanzialmente arriva alla conclusione che si tratti di una lobby politico-economica i cui scopi sono: far quattrini con la cosiddetta green economy (fin qui non ci piove), introdurre nuove tasse (possibile) e... ridurre sempre più l'autonomia degli stati, costruendo una sorta di governo sovranazionale (eh?).  Probabilmente non non tutto quel che scrive Pedretti va preso per oro colato (per fortuna!). Ho l'impressione che in parte si tratti di paure complottistiche.

Pedretti però non si limita a denunciare complotti; nel finale del libro propone anche alcuni semplici comportamenti ecologicamente virtuosi, che sarebbero alla portata di tutti, ma di cui di solito non si discute, per motivi culturali ed economici, quali ad esempio rinunciare alle cialde del caffè espresso fatto in casa e rinunciare a stirare i vestiti. Un mondo sgualcito certamente va contro i dettami dell'eleganza, ma farebbe risparmiare energia, tempo e fatica. Molto meglio di un mondo elegante in cui tutti guidano lussuose auto elettriche (qui Pedretti mi dà ragione: l'impatto ecologico dell'auto elettrica potrebbe essere devastante, come avevo scritto anch'io QUI) e giocano coi telefonini, convinti di tutelare la natura.

La lettura di CLSDC, comunque, mi lascia con più d'un sospetto che l'ambientalismo moderno sia sporcato da interessi politici ed economici: Pedretti fa molti esempi, e anche se talvolta dovesse esagerare, il quadro complessivo sempre inquietante resterebbe. Inoltre il moderno ambientalismo militante, secondo lui, si inquadra in un'allineamento ideologico completo; la gretologia insomma è solo una componente di un pacchetto che una certa sinistra cerca di far acquistare alla gente, completo di: globalizzazione, antitrumpismo, antinatalismo, multirazzialità, sovranazionalismo, vegetarianesimo e teoria gender. Ci manca solo il complotto sionista e siamo a posto... Scherzi a parte, secondo CLSDC Greta è inclusa in un mega-pacchetto sinistrorso, non vendibile separatamente ai suoi fan. 

D'altro canto quel che invece l'autore propone tra le righe, e che l'editore pure sembra propugnare, è proprio il pacchetto politico opposto: quello destrorso, a base di sovranismo, chiusura agli immigrati, difesa della razza, della famiglia, delle tradizioni. Anche questo, alla fine dei conti, è un pacchetto preconfezionato.

Personalmente, io non voglio nessuno dei due: il mio pacchetto me lo voglio assemblare da me. Un po' come il panino my selection di McDonald's… Oh, mamma, che brutto esempio! 

Joe Bastianich, il geniale (?) inventore del panino e degli hamburger fai da 
te di McDonalds: scegli tu la combinazione... tanto farà schifo comunque



















Arrivederci al prossimo articolo sul tema del clima! L'anno scorso, dopo aver recensito "La nostra casa è in fiamme", mi sono cimentato in un tentativo di disamina critica, a suon di grafici, del problema climatico. Chi volesse leggere quell'articolo, lo trova QUI. Presto tornerò sull'argomento per aggiornare qualche grafico sull'evoluzione del clima, e riflettere su alcuni fatti che di recente sono stati tirati in ballo, a sproposito, per portar acqua (inquinata) al mulino degli allarmisti.

3 commenti:

  1. Hai capito che vivere è complesso come è anche complesso scrivere un libro per interessi politici ed economici...OK...

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  2. Io ho capito che adesso ho la scusa per non stirere ;)

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