Ecco un altro titolo all'italiana: A monster Calling, ovvero C'è un mostro che ti vuole, sembrava troppo banale: meglio rubare il titolo a Stephen King e alla sua raccolta Quattro dopo la mezzanotte (che in questo caso non sono minuti ma novelle, ma l'assonanza c'è). E c'è qualcosa di Kinghiano, effettivamente, anche in questo romanzo: Conor è un bambino alle prese con un dramma molto simile a quello che si può leggere ne Il Talismano, per esempio. E poi c'è un mostro che solo lui vede. Nient'altro, però, perché anche se il il dramma resiste, il terribile (notare che dico terribile, non terrificante) mostro vegetale di Sette minuti... è un mostro inconcludente, che fa di tutto per far perder tempo al lettore, smorzando il climax e allungando la broda a dismisura. Ti racconta pure delle inutili favolette, pur di smorzare il ritmo! Tra l'altro non è nemmeno sempre puntuale!
Il protagonista lotta e soffre per tutto il romanzo per mantenere la storia nel dramma, mentre il suo antagonista mostro nel contempo s'impegna a trasformare tutto in un ridicolo Piccoli Brividi... Che lotta orribile da sopportare, per il lettore!
Fino al finale in cui il mostro improvvisamente cambia idea, rinuncia alle favolette e si riscatta, facendo confessare al ragazzino a brutto muso (e ci mancherebbe altro, dato che si tratta di un mostro!) il suo terribile segreto. Un finale che, ripeto, è assai toccante, dato che si parla di un segreto che tutti noi, che abbiamo già vissuto l'esperienza inevitabile di veder soffrire chi amiamo, condividiamo col protagonista della storia. In conclusione: niente capolavoro, siamo solo a metà strada tra Piccoli Brividi e Stephen King, ma c'è del buono.
Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Jim Kay... Poco, perché secondo me non ne aveva davvero bisogno, ma oggi la tendenza è quella: perfino Fairy Tale, la nuova avventura del Re in persona, ha un'illustrazione inutile per capitolo. Ma non devo lamentarmi, matusa che sono. Ben venga comunque qualsiasi espediente che invogli i ragazzi alla lettura!
"Oggi parliamo di un libro che è una specie di horror per ragazzi"...bè, ma tutti gli horror sono per ragazzi. Hai mai sentito di un horror per adulti ? Tra l'altro quando dicono "vm18", allora stai pur sicuro che andranno a vederlo solo i minori di 18.
RispondiEliminaA pensarci bene gli horror per adulti, nella storia del cinema, sono stati pochissimi: forse la serie "Omen", l'Esorcista e più in generale quelli che richiedono un certo distacco e capacità critiche.
Caro Prof, ma non vieni più a leggere i fumetti sul mio blog ?
Recupererò il tempo perduto riguardo ai fumetti
EliminaNon direi che non ci sono horror per adulti. Direi che i film di Dario Argento, per passare al cinema, non sono per ragazzi, ma per adulti. Se devo pensare a un horror penso a Dario Argento, sì, magari sono vecchio. Un horror si gode anche se non ti fa paura, per questo a volte bisogna essere adulti per apprezzare qualche suggestione che ai giovani sfugge: loro magari vogliono solo saltare sulla sedia. Pensa a L'Inquilino del terzo piano, per esempio (oh mamma, un altro film vecchissimo, ma allora sono decrepito, vabbè meglio che mi fermo, stavo per citare Murnau). Certo Stephen King si riferisce spesso a lettori ragazzi, ma non sempre (La Storia di Lisey, Mucchio d'ossa, IT, ecc...)
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