Una banda di ragazzini dodicenni, biciclette, luna park, boschi, messaggi segreti lasciati con i gessi colorati, misteri macabri. E, trent'anni dopo, i nodi vengono al pettine e gli stessi personaggi devono fare i conti con il proprio passato. Oggi sono qui per farvi scoprire C.J. Tudor, la nuova Stephen Queen britannica. Sapete, non potevo proprio evitare di leggere L'Uomo di Gesso, dato che è piuttosto evidente che l'autrice questo suo romanzo d'esordio in realtà... l'ha scritto per me! Non ci credete? Allora montate in sella anche voi, e pedaliamo insieme verso il bosco. Ma sbrighiamoci, perché ormai si sta facendo sera.
Non c'è dubbio: l'autrice ha un immaginario simile al mio, e a quello di migliaia di altri fan di Stephen King. Lo si riconosce subito, appena, leggendo L'Uomo di gesso, si fa la conoscenza del gruppo dei protagonisti, piccola banda di ragazzini sfigati, con tanto di ciccione (immancabile) e di ragazzina dai capelli rossi di cui il narratore è segretamente innamorato. E ci sono molti altri elementi stevenkinghiani, nel libro. Tanto per dirne una: la narrazione segue i protagonisti oscillando nel tempo tra due momenti che distano trent'anni, come in It. C'è anche la banda di bulli e perfino l'epica sassaiola, ancora esattamente come in It. Non basta. C'è il cadavere sepolto, come in ogni thriller che si rispetti, ma c'è anche il ritrovamento di un cadavere da parte dei ragazzini, cosa che rimanda al racconto Stand by me, e ci sono fantasmi e giostre del luna park, come nel recente Joyland, e tante, tante altre cose, che fanno venire in mente in continuazione romanzi e racconti del maestro americano.
Stephen King soprattutto, ma forse non solo Stephen King. I messaggi segreti lasciati in terra coi gessetti colorati, firmati dal colore del gesso usato, rimandano a un altro must del thriller popolare americano per ragazzi: le avventure dei Tre Investigatori, i personaggi ideati da Robert Arthur, conosciuti anche in Italia grazie ai Gialli dei Ragazzi Mondadori. E' un altro elemento di interesse, almeno per me.
Prendiamo allora in considerazione alcuni tra i miei thriller preferiti di Stephen King, e i primi che mi vengono in mente dopo aver letto L'Uomo di gesso sono It, Stand by me (anche se non è un vero thriller) e Joyland. Aggiungiamo le avventure dei Tre investigatori. Completiamo con due miei romanzi: Ricky Down ed Erba Alta, che certamente non hanno ispirato L'Uomo di gesso, ma che comunque possiedono elementi dello stesso genere, che ho inserito, come scrittore, perché mi piacevano come lettore. Otteniamo il quadro seguente.
Chiaro, no? L'Uomo di gesso possiede tutti, ma proprio tutti gli elementi che ho preso in considerazione, il che è ovvio, dato che la tabella l'ho costruita su misura per questo romanzo. Cionondimeno è evidente che siamo di fronte a un coacervo di elementi che i fan di Stephen King e della letteratura americana per ragazzi hanno apprezzato altrove, e la cosa vale specialmente per me che mi sono cimentato con lo stesso tipo di fantasie anche come scrittore. In poche parole, se anche C.J. Tudor non l'ha scritto specificatamente per me, questo romanzo, sono io il lettore ideale!
E allora diciamo che, con tutti questi ingredienti a me cari, il romanzo, come era ovvio, si è fatto apprezzare, specie nella parte iniziale. Fantastica l'atmosfera, almeno finché i misteri restano tali. Quando poi purtroppo i misteri si sciolgono, le soluzioni non appaiono né credibili, né originali, né efficaci. Ma questo è un difetto abbastanza tipico nei thriller: non si può avere tutto. Discorso poi poco credibile quello che riguarda gli abortisti buoni e gli antiabortisti cattivi. Ma lo stile è conciso, chiaro e diretto, e va reso onore di ciò sia all'autrice che al traduttore. Il tentativo di colpo di scena finale è velleitario, almeno nei confronti del lettore che ha buona memoria e, giunto alla fine, non ha dimenticato il prologo. Comunque sia, il romanzo te lo godi a lungo, parola di lettore ideale. Consigliato, specie ai fan di Stephen King.
Se l'uomo di gesso è come Riki Dovn e Erba alta vale la pena di leggerlo ...OK...
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