Quando siete bloccati nel traffico, vi capita di sognare di fuggire, volteggiando tra i palazzi, appesi a una ragnatela? Quando un piccolo animale vi punge, sotto sotto vi consolate sperando di sviluppare dei superpoteri? In poche parole, siete anche voi ammiratori di Stan Lee, padre dei supereroi Marvel, che è scomparso proprio ieri, alla tenera età di 95 anni? Se la risposta e sì, e se da ragazzi avete letto i fumetti dell'Uomo Ragno, allora forse apprezzerete quest'avventura inedita (e apocrifa), che ho scritto per rendere omaggio al mitico autore. Buon divertimento!
Che fine ha fatto Smilin' Stan?
Mary Jane Watson è ferma all’ingresso
dell’edificio della facoltà. La lezione di chimica è terminata da un pezzo, ma forse Peter Parker si è trattenuto a discutere con il professor
Connors; a volte lo fa. Il suo cosiddetto ragazzo da un po’ di tempo è ancora più sfuggente
del solito, e lei pensa che sia proprio ora di dargli una bella strigliata: per questo adesso
è lì ad aspettarlo.
Basta misteri e mezze parole! Possibile
che Peter non riesca mai a trovare un po' di tempo per loro due? Cosa c’è che non va stavolta? Cosa lo
preoccupa tanto? Zia May? Mister Jameson? Oppure c’è sotto un’altra donna? Stavolta
dovrà metterlo alle strette! Così rimane lì ad aspettare.
Non sa che Peter ha già lasciato la
facoltà passando dal tetto, ed ora volteggia nel suo costume rosso e blu,
appeso alle ragnatele come fossero liane, nella giungla dei grattacieli
newyorkesi, diretto verso la periferia. MJ aspetta più di un quarto d’ora, poi
si stringe nel cappotto di lana e se ne va, più arrabbiata che mai. Peter la
pagherà, per averla ignorata così, la pagherà cara, questo è certo.
Lasciamo MJ ai suoi pensieri di vendetta
e occupiamoci del povero Peter, il quale è completamente all’oscuro di questa
nuova minaccia dai capelli rossi mentre, nei panni dello stupefacente Uomo
Ragno (the amazing Spiderman, per gli americani) atterra agilmente nel
cimitero, accanto a un triste drappello, in mezzo al quale spiccano alcuni
individui in costumi sgargianti.
− Ah, ce l’hai fatta a venire,
arrampicamuri! − fa Johnny Storm, alias la Torcia Umana.
− Era ora! − ribatte Ben Grimm, alias La
Cosa. − Il funerale è quasi finito!
− Potevo mancare? Stan è anche l’autore
di tutte le mie prime storie, se non lo sai, mica solo delle vostre!
− Fatto sta che ora non resta che
sollevare la bara e calarla nella fossa, − dice Reed Richards, alias Mr.
Fantastic. − E quest’onore, se permetti, spetta a noi quattro.
− Non penso proprio! − risponde L’Uomo
Ragno, e solleva la bara prendendola per un’estremità.
− Giù le mani, ragnaccio! − Tuona La
Cosa, afferrando l’altra estremità. − Se aspettavamo te, il funerale non
l’avremmo mai fatto!
− Questa cosa la faremo insieme! −
ribadisce Spidey, strattonando.
− Lascia andare la cassa, o, te lo
giuro, dovranno scavare un’altra fossa, a forma di ragno!
− Ragazzi, calma, fate piano! − grida
Johnny Storm.
Niente da fare: tira di qua, tira di là,
il feretro scricchiola, ed entrambi i contendenti lo lasciano andare per
evitare che si spezzi. La bara quindi cade in terra e una parte del coperchio
si solleva.
− Razza di imbranati! − fa Mr.
Fantastic. − Cos’avete combinato? Richiudetela subito!
Ma una scena inaspettata si rivela agli
occhi dei due contendenti, quando si chinano per rimettere il coperchio al suo
posto.
− Ma... Guardate!
− È incredibile! La bara è vuota! −
grida Sue Storm, sorella di Johnny Storm, e meglio nota come La donna
invisibile, che però oggi, ovviamente è ben visibile.
− Qui dentro Stan Lee non c’è! Il cofano
è pieno di sassi!
− Incredibile! Che fine ha fatto il
vecchio Smilin'?
− Forse è ancora vivo? La sua morte era
una messinscena? − ipotizza Spiderman.
− Impossibile! − risponde Reed Richards.
− Ero accanto a lui quando è spirato. Sono sicuro che è morto davvero.
− Noi quattro eravamo tutti accanto a
lui, e tu invece naturalmente non c’eri, Uomo Ragno! − ribadisce La Cosa. −
Anzi, confessa! Hai qualcosa a che fare con questa sparizione?
− Io? Neanche per sogno! Volevo bene al
vecchio Stan, proprio come tutti voi!
− Calma Ben! Sono sicuro che Spidey non
c’entra nulla, − dice Mr. Fantastic. − Coraggio, non perdiamo tempo, andiamo
alla base, mettiamo in funzione tutti gli strumenti e mettiamoci al lavoro!
Dobbiamo ritrovare il corpo di Stan Lee!
− Vieni con noi anche tu, Uomo Ragno? −
chiede La Cosa.
− No, se permettete mi metterò anch’io
alla ricerca di Stan, ma per conto mio!
− E ti pareva!
− Lascialo in pace, Ben! Lo sanno tutti
che l’Uomo Ragno preferisce lavorare da solo!
Cosa rimugina il vecchio Spidey, subito
dopo aver lasciato l’allegra combriccola, mentre volteggia tra i palazzi? Vuoi
saperlo, amico lettore? Beh, allora devi solo continuare a leggere!
− Non è che mi piaccia lavorare da solo, è
che non mi trovo a mio agio in compagnia di quella gente, coi loro computer,
astronavi, raggi laser, ecc... Io le indagini le faccio a modo mio. Ecco la
casa di Stan, è lì che il vecchio è passato a miglior vita, è lì che è stata
allestita la camera ardente, ed è sempre lì che si supponeva che lo avessero
messo dentro la cassa da morto. Per cui, anche se non ho computer, radar e
raggi laser vari, io penso che quello sia il posto più probabile dove qualcuno può
aver rubato il corpo. E non è passato poi così tanto tempo, perciò... se avessi
un po’ di fortuna, tanto per cambiare... Forza, senso di ragno, datti da fare!
L’Uomo Ragno perlustra per ore tutto il
quartiere e poi i quartieri limitrofi,
sempre in attesa di un segnale dal suo proverbiale sesto senso. E
finalmente, quando comincia a pensare di aver fatto un buco nell’acqua, il suo
senso di ragno comincia a pizzicare!
− Forse ci siamo! A giudicare da come
pizzica il mio senso di ragno, c’è sicuramente un grosso pericolo tra le
mura di questo palazzo!
Spiderman si appende al davanzale di una
finestra e sbircia l’interno di una grossa stanza buia e spoglia.
− Non si vede nulla... Ma il senso
pizzica sempre più forte. Forse chi ha trafugato la salma di Stan Lee è qui
dentro. Devo entrare!
Spidey scivola silenziosamente
all’interno della stanza, e... di colpo si sente un terribile rumore metallico,
le luci si accendono e...
Spiderman si è ritrovato rinchiuso in
una gabbia di metallo robustissima. Non c’è verso di piegare le sbarre. Per
qualche motivo i lanciaragnatele non funzionano. La situazione non potrebbe
essere peggiore, dato che oltre a essere intrappolato in questo modo, vede di
fronte a lui due dei peggiori supercriminali del mondo: Goblin e Dottor Destino!
Volete una nota positiva? Beh, ce n’è
una, ed è questa: ha finalmente trovato Stan Lee. Ci credereste? Il vecchio
Stan è di fronte a lui, seduto alla macchina da scrivere, più morto che mai, con
gli occhi incavati, la bocca cadente, e... inspiegabilmente, con le dita che si
muovono velocemente sui tasti! Sì! Il cadavere di Stan Lee sta battendo a macchina!
− Sei sorpreso, Uomo Ragno? − ringhia
Goblin. Devo dire che è stata una bella sorpresa anche per noi che tu ci abbia
trovato così in fretta. Avevamo calcolato che con i loro mezzi i Fantastici
Quattro ci avrebbero trovato solo tra un paio d’ore, ma tu questa volta li hai
anticipati!
− Oh, bene! Chissà che faccia farà La
Cosa quando saprà che li ho battuti sul tempo!
− Non ti rallegrare troppo,− puntualizza
Dottor Destino: − significa solo che tu morirai per primo!
− Posso chiedervi cosa state combinando
qui? Cos’avete fatto al povero Stan?
− Gli abbiamo iniettato un siero di mia
invenzione, − spiega Destino. − Lo abbiamo trasformato in uno zombie al nostro
servizio. L’effetto dura poche ore, ma è abbastanza per fargli scrivere
finalmente una sceneggiatura in cui noi due trionfiamo su voi cosiddetti eroi
del bene.
− Sarà la puntata migliore di tutte! −
grida Goblin.
− Sì! − completa Destino. − Sarà la
sceneggiatura in cui i Fantastici quattro vengono uccisi! E ci sarà anche la morte di Spiderman, nella stessa puntata!
− Cioè... Vuoi dire che... Lui sta
scrivendo quello che sta accadendo qui, adesso?
− Proprio così!
− Ma è pazzesco!
− Beh... non più di tutte le altre tue
avventure!
− Stan! Stan! Svegliati! Non farlo! Mi
senti, Stan?
− Ah, ah, ah! Non può sentirti! È morto!
Ora lui ubbidisce solo agli ordini dei suoi padroni, cioè noi!
− No! Uccidere me... Forse! Ma i
Fantastici Quattro? Impossibile! Stan non lo farebbe mai!
− Da vivo certamente no. Proprio per
questo abbiamo aspettato che morisse! Sono anni e anni che aspettiamo di poter
mettere in pratica questo piano! Non moriva mai! È arrivato quasi a cent’anni,
il maledetto! Ma stavolta per voi è proprio finita! Stan! A che punto sei?
Dalla gola dello zombie esce un rantolo
che recita lentamente:
− ... Spidey è prigioniero in una gabbia
fatta con un indistruttibile metallo alieno, costruita da Destino. Goblin ha
attivato uno speciale campo di forza che rende inservibili i suoi
lanciaragnatele. Ormai non c’è più scampo per Spidey. Ora Destino dirigerà un
raggio laser ultrapotente contro la gabbia, per incenerirla insieme con il suo
occupante...
− Ah, ah, ah! Fantastico! Quest’uomo è
un vero genio! Pardon... era un genio! − ride Goblin.
− Stan! Stan! Sono io! Spiderman! Mi
senti Stan?
E se volevi altre cose incredibili, caro
lettore, ecco che accadono, stai a sentire: il cadavere di Stan Lee si ferma,
smette di battere a macchina, sembra intento ad ascoltare.
− Stan, fermali! Non puoi volere davvero
che vincano loro!
− Ehi! Destino! Guarda qua! − Goblin è
preoccupato. − C’è qualcosa che non va! Sembra che Stan Lee riesca a sentirlo!
− Impossibile! − risponde Destino,
mentre aziona il meccanismo che fa uscire da una botola il grosso proiettore
laser. − È morto stecchito, non può sentire nessuno, solo noi!
− Stan! Fermali! Ti prego!
− Eppure sta succedendo qualcosa, ti
dico! Destino! Guarda qui!
− E anche se fosse? Anche se gli fosse
rimasto un residuo di consapevolezza, ormai è troppo tardi: ancora un minuto e
Spiderman sarà disintegrato! Vieni qui, piuttosto, e dammi una mano!
− Stan! Ti prego, fa’ qualcosa! Stan!
C’è un lampo, negli occhi del cadavere.
La sua testa si gira lentamente e si rivolge verso L’Uomo Ragno.
− S... Spidey?
− Stan! Sono io!
− Spidey!
− Sì! Ma mi stanno per disintegrare! E dopo
vogliono far fuori anche i Fantastici Quattro! Sbrigati! Fa’ qualcosa!
− Io... Io ho fatto questo?
− Sì! Ma come l’hai fatto puoi anche
disfarlo! Forza, datti da fare!
− Ma... Ma io sono morto!
− Morto o non morto, dipende tutto da
te! Devi essere tu l’eroe stavolta!
Lo zombi rivolge nuovamente lo sguardo
alla macchina da scrivere e, lentamente, ricomincia a battere sui tasti.
− Goblin! Dove diavolo vai? Ti ho detto
di darmi una mano con quest’affare: è un ordigno complicato!
− Vado solo a controllare Stan, torno subito... Toh, guarda, si è rimesso a
scrivere!
− Te l’avevo detto che è tutto a posto
no? Ora aiutami, sbrighiamoci a far fuori l’Uomo Ragno prima che arrivino gli
altri!
− Stan? Amico? Si può sapere che stai facendo?
Un gorgoglìo, e poi la voce del
cadavere:
− Goblin e Destino preparano il raggio
mortale. Spiderman finalmente si ricorda dei suoi lanciaragnatele...
− Sono bloccati, ricordi? Non
funzionano! È per colpa di un campo di forze creato da Goblin!
− Quanto sei cretino! Ma ti devo dire
sempre tutto io? Anche se non funzionano, li puoi sempre togliere dai polsi e lanciare
contro quei due. Se li lanci con forza, l’urto romperà i serbatoi del liquido, e
la ragnatela uscirà fuori tutta in una volta: sarà come una bomba di ragnatela!
Su, datti da fare, mentre io lo scrivo!
− Accidenti! Sei un genio!
− E te ne accorgi adesso?
− No, no! L’ho sempre saputo!
− ... Ed ecco che i due lanciaragnatele,
lanciati da Spiderman, piovono sui due criminali ed esplodono, intrappolandoli
e incollandoli al loro marchingegno mortale...
− Ehi! Che diavolo...
− Maledizione! Goblin! Siamo bloccati!
− Grazie, me ne sono accorto anch’io!
Accidenti a te e ai tuoi raggi laser! Se dipendeva da me avremmo usato una
banale pistola e a quest’ora era tutto finito! Ma il Dottor Destino se non c’è
un raggio laser non è contento, quindi...
− Ma sta' zitto, tu e i tuoi piani
perfetti!
− Stan, Stan!
− Ho finito. Questa è stata davvero la mia ultima
sceneggiatura...
− Stan, non hai finito! Come diavolo
faccio ad uscire di qua?
− Che ne so? Tra un’ora circa
arriveranno i Fantastici Quattro, vedrai, ci penseranno loro a farti uscire.
Ora lasciami andare: è di nuovo giunta la mia ora, ed è già la seconda volta questa
settimana!
−
Stan! Non voglio che i Fantastici Quattro mi vedano chiuso in gabbia!
− Spidey, dovrai farti venire un’idea,
io devo lasciarti qua. Addio!
− Oh, Stan... Beh, grazie di tutto...
Addio, e fa’ buon viaggio, amico mio!
La versione zombie di Stan Lee abbassa
lentamente la testa, e mentre lo fa, continua a borbottare:
− Ma tu guarda un po’ che mi doveva
capitare... E c’è gente che si lamenta perché deve lavorare fino alla morte...
Che dovrei dire io?
− Peter! Per fortuna ho pensato di
passare da casa tua! Si può sapere dove sei stato tutto questo tempo?
− Mary Jane!
− Finalmente ti accorgi di me! È una
settimana che non mi rivolgi quasi la parola! Sparisci senza lasciar detto nulla...
Si può sapere che diavolo hai?
− MJ, scusami, tu hai tutte le ragioni
di detestarmi...
− Detestarti? E chi ti detesta? Io non
ti detesto: ti odio! E adesso, o mi dici tutto o, parola mia, ti ammazzo!
− Lo sai? Non sei mica la prima persona
che minaccia di uccidermi, oggi...
− Non scherzare! Allora?
− Sai, ho avuto davvero molto da fare, e
ora sono stanco morto...
− Peter, ascoltami bene: tu sarai pure
stanco morto ma se non vuoi essere morto davvero, fammi entrare e spiegami
tutto. C’è un’altra donna, è così?
− Oh, no, MJ! Non ci potrebbe essere
nessun’altra!
− Sicuro?
− Certo, MJ! Io amo solo te! Non mi
credi?
− Ti credo, tigrotto, ma vorrei che tu fossi sincero con me su tutto!
− MJ, ci sono cose che non sono ancora
pronto a dirti, lo sai...
− Peter Parker e i suoi segreti! Ma si
può sapere che diavolo... Oh, Peter, ma tu hai davvero un’aria stravolta...
− Te l’ho detto: sono stanco morto.
− Hai cenato? No, eh? E hai almeno pranzato? No?
Ma di cosa vivi, Peter Parker? Avrai le ragnatele nello stomaco!
− Eh? Beh, sì, forse sì...
− Dai, saliamo su da te, che ti preparo
qualcosa. Non è bene che tu vada a letto a stomaco vuoto!
Questo dice Mary Jane Watson, mentre
pensa: − Mi ha fregato di nuovo!
Lasciamo da soli i nostri giovani
innamorati, mentre preparano la loro cenetta frugale. Noi torniamo alle nostre
faccende quotidiane, lettori, in attesa della prossima avventura dell’affascinante
Uomo Ragno.
Nonostante abbia inserito un elemento di attualità (la scomparsa di Stan Lee), questa storia, per personaggi e ambientazione, forse va inserita, in quanto a cronologia, intorno alla metà degli anni settanta, all'inizio cioè della storia d'amore tra Peter Parker e Mary Jane. Perdonatemi qualche immancabile incongruenza, come ad esempio la presenza di Connors e di Goblin, che all'epoca di MJ dovevano essere già morti (anche se bisogna dire che, dopo il primo Goblin, ce ne sono stati degli altri). Le incongruenze nel mondo dei fumetti (almeno prima di Don Rosa) sono quasi la regola. Come forse vi sarete accorti, ho cercato di imitare lo stile dei primi fumetti della serie originale dell'Uomo Ragno...
Dice: "come sarebbe a dire, imitare lo stile? Stai parlando di un fumetto!"
Dico: "Ma tu lo hai mai letto un fumetto di Spiderman? Non hai visto che è pieno zeppo di rettangoli narrativi? A volte c'è quasi più testo scritto che disegni; per non parlare degli innumerevoli balloon che orbitano attorno ai personaggi disegnati!"
Insomma un fumetto di Spiderman dell'epoca era un vero e proprio racconto, con tanto di trama sgangherata, paginoni con lunghi scambi di pugni e battute improbabili, humor alternato bruscamente al dramma, e con il narratore (Stan Lee!) che dialoga continuamente col lettore. Io ho cercato di rendere quell'idea. Ci sarò riuscito? Boh! Fatemi sapere. Ora scusatemi, devo proprio lasciarvi: il mio senso di ragno pizzica!
Nonostante abbia inserito un elemento di attualità (la scomparsa di Stan Lee), questa storia, per personaggi e ambientazione, forse va inserita, in quanto a cronologia, intorno alla metà degli anni settanta, all'inizio cioè della storia d'amore tra Peter Parker e Mary Jane. Perdonatemi qualche immancabile incongruenza, come ad esempio la presenza di Connors e di Goblin, che all'epoca di MJ dovevano essere già morti (anche se bisogna dire che, dopo il primo Goblin, ce ne sono stati degli altri). Le incongruenze nel mondo dei fumetti (almeno prima di Don Rosa) sono quasi la regola. Come forse vi sarete accorti, ho cercato di imitare lo stile dei primi fumetti della serie originale dell'Uomo Ragno...
Dice: "come sarebbe a dire, imitare lo stile? Stai parlando di un fumetto!"
Dico: "Ma tu lo hai mai letto un fumetto di Spiderman? Non hai visto che è pieno zeppo di rettangoli narrativi? A volte c'è quasi più testo scritto che disegni; per non parlare degli innumerevoli balloon che orbitano attorno ai personaggi disegnati!"
Insomma un fumetto di Spiderman dell'epoca era un vero e proprio racconto, con tanto di trama sgangherata, paginoni con lunghi scambi di pugni e battute improbabili, humor alternato bruscamente al dramma, e con il narratore (Stan Lee!) che dialoga continuamente col lettore. Io ho cercato di rendere quell'idea. Ci sarò riuscito? Boh! Fatemi sapere. Ora scusatemi, devo proprio lasciarvi: il mio senso di ragno pizzica!
Buon viaggio tra gli universi paralleli, Super Stan! |
Lungo e fantassissimo ...KO...
RispondiEliminaIl 13 novembre è anche il mio compleanno.
RispondiEliminaRattristato per la somparsa del marvellous... prendo questo racconto come un regalo da parte tua!
Mi hai donato un sorriso. Grazie!!!
P.F!!!!! La macchina del tempo del diabolico Dottor Barbenstein è dunque entrata in funzione!
EliminaQuesto racconto è bellissimo !!!
RispondiEliminaPotresti proporlo a Stan Lee (Ah, ma è morto !!! Chi c'è adesso ? Roy Thomas ? Marv Wolfman ?) Oltre all'originalità della trama, traspare anche la tua passione e conoscenza dei super-eroi. A quanto pare conosci perfettamente la psicologia dell'Uomo Ragno, dei Fantastici Quattro, le battute che dicono (o meglio, che dicevano negli anni 60 e 70, perchè adesso non fanno più ridere).
Avresti dovuto insegnare anche a Frank Miller, John Byrne, Claremont, e a tutti gli autori che sono venuti dopo negli anni 80, perchè non sono stati più capaci di raccontare queste storie.
E' che siamo vecchi...
RispondiElimina"è di nuovo giunta la mia ora, ed è già la seconda volta questa settimana"; "E c’è gente che si lamenta perché deve lavorare fino alla morte... Che dovrei dire io?" Meraviglioso lo Stan Lee Zombie, a lui sarebbe piaciuto un sacco! Davvero grandi queste battute: Stan Lee in persona non avrebbe potuto scriverne di migliori! Bravo Prof!
RispondiEliminaPer non parlare di Parker che ha le ragnatele nello stomaco! Dì la verità eri tu che suggerivi le battute a Stan Lee
RispondiEliminaNon ero ancora nato all'epoca
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